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Un cammino di libertà  – Intervista ai Presidenti AGESCI 

In queste settimane vi sarà capitato di imbattervi nel termine “discernimento” senza capire però esattamente cos’è e cosa c’entra con noi. Per questo abbiamo chiesto una mano a Barbara Battilana e Matteo Spanò, i Presidenti del Comitato nazionale dell’AGESCI

Quale bellezza salverà il mondo

Ad un certo punto la bellezza ti attraversa, come una folgore, perché sei sulla sua strada, anche se ti credevi al buio.

Il Vangelo della precarietà

Gesù stesso ha voluto vivere nella precarietà per mostrare che la vera sicurezza si trova in Dio. Verso i 30 anni, ad un certo punto ha volontariamente lasciato il suo paese, la sua casa, la sua famiglia, il lavoro, per cominciare la vita precaria del profeta itinerante. Vuole essere precario.

Il ritorno dello Jedi

Il ritorno da un campo di formazione è un momento delicato, che non può essere considerato risolto in una verifica di dieci minuti alla prima riunione utile...

Welcome to the jungle!

Benvenuti nella giungla della precarietà... che margini abbiamo, come capi, per educare i ragazzi in senso alternativo a modelli di comportamento come il mito del successo ad ogni costo?

In fondo al mare

Chiara ha un picchio nella testa, fin da quando era bambina. Ogni tanto attacca e fa partire i pensieri, troppi pensieri e mille domande, tante domande.

Liberare la brace

Spesso le comunità capi sono portate a soprassedere sulla congruenza dei singoli capi con il Patto Associativo, dando priorità alla disponibilità più che alla consapevolezza...

Allora vengo anch’io!

Ogni sera si ritrovavano lì, prima di andare in tenda, a chiedersi se fosse stata la scelta giusta. Andiamo sulle Alpi, avevano detto i ragazzi, va bene, a patto che pensiamo a una route che sia adatta a tutti, anche ad Alessio...

Non fare l’asino!

A noi educatori il delicato compito di fornire la bussola, di aiutare i ragazzi a districarsi concentrandosi non tanto su cosa al momento appare più conveniente, o più facile, ma sull’individuazione dei propri talenti e soprattutto della propria vocazione.

Vado o resto?

Forse bisogna spostare la faccenda dell’andare/restare dal piano materiale a quello spirituale. Meglio, da una riflessione molto concentrata sul luogo, sul territorio, sulle radici ad una più focalizzata sulla persona, sul diritto alla felicità, sul dovere di giocare questo gioco con grande serietà.