Ma noi quindi cosa ci stiamo a fare?
Qual è il nostro ruolo di capi e capo? Qual è il mandato che ci viene affidato con fiducia dalla Comunità capi e perché siamo stati chiamati proprio a questo? Sono domande che richiamano la responsabilità del poter abitare il mondo dell’educazione educativo, una sfida di cui essere grati.
Quante clessidre giriamo io e te?
La Comunità capi è il posto in cui la nostra risposta al servizio trova compagni e compagne di strada, alleati preziosi nella costruzione di cammini educativi e nella condivisione irrinunciabile di bellezze e fatiche.
La fatica che porta frutto
Essere capi e capo può essere faticoso, eppure la nostra vocazione e il nostro impegno ci invitano ad accogliere le difficoltà provando a non fuggire davanti alla stanchezza, alla paure e alle ferite, e a provare ad accompagnare quanti ci sono affidati a fare altrettanto.
Come le sponde dei torrenti del Negev
Il nostro ruolo educativo ci chiede di volta in volta di offrire uno sguardo che si allarghi all’orizzonte, di proteggere da urti troppo violenti, di rendere più sfidante una salita o di alleggerirla un po’, di contenere o lasciar andare. E ci chiede sempre di accompagnare.
È la Strada che ci fa discepoli
I discepoli sono uomini e donne che camminano seguendo Gesù, lasciandosi coinvolgere nella propria interezza: cuore, mente e corpo. I discepoli sono uomini e donne che ascoltano e sanno che solo così imparano a stare nelle possibilità di incontro che la Strada offre con Amore.
Dell’arte di inciampare con grazia
“Un Capo è un compagno leale su cui si può contare. Colui che se ne va, solo, alla ricerca della bellezza, e che porta agli altri, e che ve li conduce”. Questa frase di Lezard accompagna la riflessione su chi sia il capo oggi e su come, a volte, anche l’inadeguatezza sia preziosa.
Essere pronti, finché c’è tempo
Un invito a farsi trovare pronti, nel tempo che abbiamo a disposizione. Ma pronti rispetto a cosa e in tempo rispetto a quando? Nell’educazione siamo interpellati dal tempo che scorre lineare fatto di urgenze e scadenze o da un tempo che si riempie di significato perché autentico?
Quando abbiamo detto sì
Se ripensiamo alla nostra storia di capi e capo ci sarà stato un momento in cui abbiamo sentito che quella era la nostra vocazione, la risposta necessaria alla chiamata di Gesù. Quel sì l’abbiamo detto tante altre volte, tutte quelle in cui abbiamo scelto di esserci.
Con Dio e con la storia
Abbiamo incontrato Giusi e Michele, monaci della Piccola Famiglia dell’Annunziata fondata da don Giuseppe Dossetti. La comunità risiede tra le colline di Monte Sole, un luogo denso di memoria per via dell’eccidio nazista del 1944, ma volto alla riconciliazione e alla pace.
La concretezza della speranza
In un contesto storico caratterizzato da contraddizioni e incertezze, siamo chiamati a essere sentinelle del mattino, profeti di speranza; ci è chiesto proprio oggi, più di ieri.