Ma noi quindi cosa ci stiamo a fare?

di Valeria Leone

Qual è il nostro ruolo di capi e capo? Qual è il mandato che ci viene affidato con fiducia dalla Comunità capi e perché siamo stati chiamati proprio a questo? Sono domande che richiamano la responsabilità del poter abitare il mondo dell’educazione educativo, una sfida di cui essere grati.

Ma noi quindi cosa ci stiamo a fare?
Me la ricordo benissimo la voce di Mattia, anche perché non aveva detto proprio “cosa”, che era risuonata in cerchio a metà CFM; lo sguardo indispettito da quel fervore interiore, alimentato dalla paura che ci fosse ben altro rispetto a quanto aveva ritenuto di dover fare da capo branco fino a quel momento, la fisicità a distanziarsi da chi aveva parlato di libertà, di possibilità di scelta dei lupetti e delle coccinelle, di democrazia in branco e cerchio, di autoeducazione.

E me la ricordo perché quella domanda risuona in me ogni volta che cammino con i miei rover e le mie scolte, ogni volta che prendiamo una decisione in Comunità capi, ogni volta che sono invitata a raccontare qualcosa sull’educazione o a scriverne, come adesso.

Vorrei avere la risposta capace di racchiudere in poche parole il nostro mandato educativo, che chissà in quanti l’hanno già fatto prima di me, chissà quante volte in questi 50 anni ci siamo chiesti “cosa ci stiamo a fare” come capi e capo in questa Associazione e quante risposte abbiamo trovato. Eppure mi sembra ancora una di quelle domande che sfugge alle risposte facili, una di quelle che – se ce la facessero a bruciapelo – ci troverebbe in silenzio per qualche secondo, quel silenzio imbarazzato, di chi sa la risposta – perché non puoi non saperla – ma che fatica a restituirla.

Mi piace pensare che abbia a che fare con l’amore. Con la potenza di quel che ci abita il cuore, ma che è complicato raccontare, talvolta definire anche a noi stessi, modellare in forme che chi ci ascolta o ci guarda possa comprendere.

Allora prendiamo in prestito parole d’altri, facciamo nostre quelle che abbiamo sentito fin dal nostro ingresso in Comunità capi, che fanno parte della nostra ricchezza culturale scout, quelle che ci sono state consegnate in qualche esperienza forte della nostra vita e ci radichiamo intorno a esse, al sicuro.

Ma poi c’è la vita che accade, quella che ci travolge di bellezza in cui il senso appare compiuto, e quella che ci strattona a tal punto da farci chiedere solo “perché” e “quando passerà”.

E la vita permea il servizio, talvolta permettendoci di giocare proprio lì il meglio di noi – anche se magari infuria la tempesta – altre volte è proprio in Associazione che fatichiamo, scricchioliamo, ci lasciamo trascinare, come foglie al vento. Ed è in questi momenti che può essere facilissimo o difficilissimo trovare la risposta al “cosa ci stiamo a fare?” e allora riserviamo la domanda anche alla nostra vita ordinaria, quella in cui le cose semplicemente vanno e non vanno – come sempre. Cosa ci stiamo a fare con i nostri bambini e bambine, ragazzi e ragazze? A cosa serviamo? Qual è il nostro ruolo? Cosa ci è chiesto? Perché ci ha scelti?

Per alleggerire un tratto di strada

Per respirare il cielo del mattino fuori dalla tenda

Per soffiare insieme sulle braci

Per stringere una mano quando s’addensa la paura

Per disinfettare una piccola ferita che fa venire voglia di casa

Per ascoltare e marginare il peso del vuoto nel cuore

Per allentarsi nella natura così essenziale

Per levare gli ormeggi ai sogni e dar vita ad attività a tema, imprese, capitoli

Per correre a perdifiato giù dalla discesa

Per suonare canzoni che non ci piacciono alla luce del fuoco

Per dare aria a quel brillio vitale dei quindici anni

Per trovare le parole che si fanno preghiera

Per condividere un pezzo di pane, un po’ d’acqua, uno spazio in cerchio, una tazza di tè, gli occhi sul mondo e su chi siamo noi, le gambe nella salita, il respiro in un abbraccio

Per dire – nelle piccole cose quotidiane che profumano di vita – a ciascuno e a ciascuna che è l’Amore a chiamare e che la risposta, nel dubbio, è sempre sì.

 

[Foto di Andrea Pellegrini]

Nessun commento a "Ma noi quindi cosa ci stiamo a fare?"

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

    I commenti sono moderati.
    La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
    La moderazione non è immediata.
    I tuoi dati personali, che hai fornito spontaneamente, verranno utilizzati solo ed esclusivamente per la pubblicazione del tuo commento.