Numero 4 – 2019/20
Tema: CREATIVI
A ogni vigilia di route nel mio Gruppo c’era chi proponeva “il mulo di Clan”.
Avete presente quando si avanza prostrati da zaini troppo pesanti e a ogni passo ci si sbilancia? Ecco, camminare leggeri è tutta un’altra cosa, si è perfino liberi di guardarsi intorno. Per questo ogni anno si faceva immancabilmente largo l’idea del mulo, senza però capire che sarebbe stato meglio portare con sé solo l’utile al cammino.
Capita di pensare che uno zaino riempito a puntino sia il presupposto per una buona avventura. Ma il superfluo rischia di appesantirci, di farci credere che lo sguardo possa solo posarsi sui sassi del sentiero, mentre tutto attorno ci sono prati e ruscelli. E se lo zaino è già pieno, come riusciremo far spazio al bello e al buono che inaspettatamente potrebbero raggiungerci sulla via? Credendo di aver tutto sotto controllo, di non aver bisogno di niente e nessuno, si sbarra la porta alla novità, alla grazia.
Oggi che abbiamo capito che la vita non segue diligentemente la nostra pianificazione, come guardiamo al nuovo anno?
Conviene pensare innanzitutto allo zaino, infilandoci solo quello che davvero è essenziale, i valori e i fondamenti dello scautismo ad esempio. «A proposito di certezze, per fare Strada servono gli scarponi», sentenzierà qualcuno. Sbagliato! Provate a camminare su asfalto… Più volte, in questi mesi segnati dal Covid, papa Francesco ha fatto appello alla creatività. «Non bisogna confondere la creatività con fare qualcosa di nuovo», ha però specificato. «La creatività viene dallo Spirito e si fa con la preghiera e parlando con la gente». Lasciamo soffiare lo Spirito, ascoltiamo i ragazzi per essere creativi con loro, non per loro.
Mi piace pensare alla creatività come a qualcosa che si sprigiona non appena ci siamo liberati del “troppo”: troppa pretesa di controllo, troppe aspettative, troppa illusione di essere padroni di tutto. Come una forza vitale che aspetta solo di essere lasciata agire. Anche se ci piacciono i programmi ben fatti e le soluzioni già pronte, coltiviamo uno sguardo più benevolo alle incertezze, a cominciare da quelle del nostro essere (è la fede che “fa nuove tutte le cose” e non noi, per fortuna).
Per alcuni questa estate avrà fatto da spartiacque per metabolizzare il Covid, per altri non sarà cambiato nulla e il sentirsi paralizzati dall’inedito sarà rimasto tale e quale a marzo. Alcuni Gruppi avranno ripreso le attività (belli gli occhi che brillano, vero?), altri avranno preferito aspettare, rispettando le titubanze espresse in Comunità capi. A guardarsi attorno, c’è però anche tanta energia che si sta muovendo, è il tempo del coraggio di esserci, dell’abitare nuovi spazi e nuovi tempi. Ci sentiamo stretti fra le misure anti Covid? Chiediamoci di cosa c’è bisogno. Ci renderemo conto che saranno le cose semplici – quanti bambini si emozionano anche davanti alle pozzanghere? – a tenerci stretti al senso. Queste pagine di Proposta educativa sono nate proprio facendo scouting, sostando prima di buttarci a fare. Speriamo possano ispirarvi a vivere lo stesso nel vostro territorio, con i ragazzi. Da parte nostra abbiamo chiesto ad alcuni esperti di aiutarci a leggere il cambiamento portato dal Covid-19 per poi pensare a come rimboccarci le maniche e rispondere alla chiamata. Sì, perché se sono mesi che diciamo che il mondo non sarà (non è) più come prima, con altrettanta onestà dobbiamo riconoscere che il bisogno educativo di bambine e bambini, ragazze e ragazzi è rimasto intatto.
Se qualcuno si chiedesse se abbia ancora senso investire tempo nell’educazione quando le preoccupazioni del Paese sembrano essere prettamente economiche, la risposta è sì: essere educatori è servito, serve e servirà. Se mai ci fosse bisogno, chiedete ai ragazzi e alle loro famiglie.
Il numero che avete fra le mani è uno speciale, si differenzia da quelli passati e da quelli futuri per impostazione (noterete le tre sezioni Osservazione, Deduzione, Azione) e grafica. Volevamo scardinare la routine, liberare forze e ispirazioni, trasformare la potenza negativa della pandemia in energia vitale. Ci abbiamo provato. Abbiamo sperimentato che il non essere ancorati a prassi certe – lo zaino un po’ vuoto, pronto ad accogliere altro – può sprigionare la capacità di intravedere piste nuove. Il bello è che è tutto da inventare, da lasciar fiorire. “There is nothing to do”: ecco l’unica cosa che non vogliamo pensare. Non lo fece B.-P. durante l’assedio di Mafeking, non lo faremo noi. Creativi, audaci, scout: potrebbe capitarci, da un momento all’altro, di veder spuntare perfino i bufali di Kensington Gardens.
Buona Strada
Laura Bellomi @laurabellomi
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