Ri-Creazione: il tempo dei bambini!

di Francesco Silipo e Alessandra Baldi

Incaricati nazionali Branca L/C

Una pagina bianca

“La prima frase è sempre la più difficile. […] Ma ho la sensazione che anche le frasi successive – la terza, la sesta, la decima e così via, fino all’ultima parola – saranno altrettanto difficili […]”

Il vuoto e lo smarrimento, il divieto di contatto e vicinanza fisica hanno fatto saltare tutti gli schemi abituali, basati su programmi definiti e su strumenti vissuti con i bambini attraverso modalità sperimentate e note. Per un’improvvisa “sottrazione” di spazi e modi conosciuti, il tempo da vivere con i nostri L/C è diventato improvvisamente un’immensa pagina bianca. Questa sensazione è stata così forte e ci ha colto così impreparati che abbiamo forse pensato di arginare il vuoto improvviso che si era creato riempiendolo secondo schemi conosciuti e di cui ci sentivamo padroni perché, in un contesto in cui tutto era diverso e a tratti preoccupante, almeno quelli erano rassicuranti. Questa situazione ci ha però regalato uno spazio libero, un nuovo incipit da scrivere con regole diverse: la prima frase è sempre la più difficile, soprattutto se pretendi di scriverla da solo!

Qualcosa di diverso?

Oggi, mentre ci stiamo risollevando dall’emergenza e proviamo a capire cosa sarà del futuro, facciamo appello alla creatività, ma corriamo il rischio di intenderla come ricerca continua di modalità nuove e originali, cosa che porta a un’eterna rincorsa verso qualcosa di diverso rispetto al precedente, ovviamente “Covid-19 compliant”: per questo però sarebbe sufficiente una banca dati, condivisa tra gli oltre 2000 staff di unità di Branco e Cerchio, di attività già validate dalla quale attingere al bisogno. Il rischio vero di un atteggiamento del genere sarebbe quello di arrivare a offrire ai bambini pacchetti di attività nelle quale sarebbe difficile individuare un ruolo per loro che non sia quello di semplici destinatari.

Una storia nuova

Il rapporto a distanza ha fatto emergere la necessità di avere una comunità di riferimento nella quale molti meccanismi, come ad esempio il “trapasso nozioni”, non dipendono da noi: una Comunità educante costituita dai bambini e da noi con loro, nella quale ascoltare, coinvolgere e riconoscere l’altro, camminare insieme, non avere paura di condividere spazi di potere. La ricerca di una storia nuova, oggi ancor di più, passa attraverso l’attivazione del potere lievitante della Comunità che rende nuove le storie di ciascuno, «storie costruttive da narrare e condividere, che ci aiutano a comprendere che siamo tutti parte di una storia più grande di noi e possiamo guardare con speranza al futuro, se ci prendiamo davvero cura come fratelli gli uni degli altri».

Ri-creazione; colmare il vuoto con il gioco

Per i bambini la ricreazione è l’immagine del gioco libero, del vuoto rispetto al pieno, del momento di libertà e potere rispetto a quello della conduzione del gioco da parte di altri; un momento per ri-creare. Possiamo cogliere aspetti particolari della creatività.

  • creatività è… un metro (quadrato) di vicinanza

Proviamo a trasformare il metro di distanza in metro di vicinanza e il metro lineare in metro quadrato, cioè lo spazio dove riconvocare i bambini, andando alla scoperta della vita che abita quel metro.

Per i bambini la vita è Gioco: «Nella sua gratuità, nel suo dispendio improduttivo, nel senso di gioia per il sensibile che da esso emana, nella sua dimensione egualitaria e insieme creativa, il gioco è precisamente lo spazio del sentirsi a proprio agio. La parola agio […] indica un piccolo spazio che si lascia fra due pezzi per facilitarne il movimento. Agio rimanda a questo piccolo spazio vuoto … in cui è possibile spostarsi liberamente … corrisponde a una sensazione di profonda libertà, a una sorta di scioltezza, entro un sistema rigorosamente codificato di regole»

  • creatività è… improvvisazione

La creatività è anche arte dell’improvvisazione, intesa però non nella sua accezione negativa che indica un lavoro non preparato adeguatamente, ma come la capacità degli attori dei match di improvvisazione teatrale, che riescono ad agire in modo adeguato e coordinato soltanto attraverso un ascolto vigile e costante del contesto in cui sono calati, e su questo contesto sono in grado di rimodulare continuamente le azioni che hanno previsto. 

  • creatività è… concretezza

Abbiamo il dovere di offrire ai ragazzi occasioni per vivere esperienze che affondino le radici nella realtà anche se la verità porta con sé la probabilità dell’errore. La creatività è spazio per errare: per l’errore ma anche quale spazio vuoto che consente di muoversi, provare, fare tentativi e modifiche. 

Per questo per la creatività serve concretezza per far sì che fantasia e ragione siano collegate tra loro ed «il risultato che si ottiene è sempre realizzabile praticamente».

  • creatività è… possibilità reale

Questo è il «tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrirci». La creatività è un atto di amore e queste parole del Papa, in piena pandemia, ci chiedono di «trovare il coraggio dell’immaginazione» per rompere «schemi, modalità e strutture fisse o caduche» e «fare nuove tutte le cose».

Come trasformare tutto ciò in esperienze da vivere con tutta la comunità di Branco e di Cerchio?

In questa emergenza i bambini sono stati come invisibili: «Ci sono voluti 53 giorni perché nell’emergenza Coronavirus il presidente del Consiglio Giuseppe Conte pronunciasse per la prima volta la parola bambini». Poi sono passati a essere destinatari di regole da rispettare o attività da svolgere. 

Dobbiamo invece considerarli soggetti, pienamente capaci di leggere contesti e proporre soluzioni. Senza pensare che questa nuova situazione che stiamo vivendo possa essere un problema troppo grande da affrontare, chiediamo anche a loro di esprimere aspettative e proporre strategie: bambini e adulti sono uguali in dignità e potere, diversi soltanto nella responsabilità. Dobbiamo cominciare a sperimentare, continuare a interrogarci su ciò che facciamo e a verificare se sta funzionando: tutto ciò dobbiamo farlo insieme a loro.
In questo modo sarà più semplice mettersi lì e riempire non solo la prima pagina bianca, ma anche la terza, la sesta, la decima e così via, fino all’ultima parola.

 

[Foto di Nicola Cavallotti]

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