Radio, educazione… JOTA-JOTI!

di Marco Barbisan – settore competenze Veneto – coordinamento Nazionale Radioscout

Dal 3 al 5 aprile edizione speciale del Jamboree On The Internet (JOTI). Oltre alla rete, vi invitiamo a riscoprire un mezzo di comunicazione e strumento educativo utile al metodo scout: la radio

Le radiocomunicazioni hanno da sempre accompagnato lo scoutismo, dimostrandosi un utilissimo strumento non solo per l’avventura ma anche per il servizio verso il prossimo; non da ultimo, la radio è stata, a fianco dei Jamboree mondiali, strumento indispensabile per realizzare la fraternità mondiale dello scoutismo. La generale scarsa competenza dei capi ha però relegato (se non del tutto eliminato) questo strumento ai margini della proposta scout. Se alcuni capi ancora condividono il preconcetto che lo scoutismo debba essere un’alternativa a tutto ciò che è tecnologia e modernità, altri, in maniera del tutto opposta, potrebbero chiedersi che posto possa avere oggi la radio, in un mondo in cui telefoni cellulari e internet pervadono totalmente la vita quotidiana. Agli uni e agli altri, cercheremo di dare una risposta, e di dimostrare quanto ancora le radiocomunicazioni possano dare per lo scoutismo.

La storia

Sin dall’inizio lord Baden Powell aveva intuito quanto le tecniche di comunicazione e segnalazione fossero importanti per la proposta educativa che stava plasmando, basata sull’avventura, ma anche sul servizio e sulla fraternità mondiale. La radio si dimostrò da subito utilissima in ogni sorta di emergenza. Le tecniche radio accesero subito l’interesse di molti giovani, che in esse vedevano il futuro e una prospettiva di lavoro. B.P., che tra i fondamenti dello scoutismo aveva annoverato il famoso motto “Ask the boy”, non perse tempo e caldeggiò l’introduzione delle radiocomunicazioni nello scoutismo. Esploratori e guide dovevano essere uomini e donne di frontiera, e tale era la radio.

Nel 1957, al 9° Jamboree mondiale a SuttonColdfield, alcuni radioamatori installarono una stazione radio (GB3SP) che riscosse enorme successo tra i partecipanti. Un capo scout radioamatore, Les Mitchell, ebbe l’idea di istituire un raduno periodico, via radio, di tutti gli scout radioamatori nel mondo. Fu l’inizio del Jamboree On The Air (JOTA)che da allora, ogni terza domenica di ottobre, ha consentito a milioni di scout nel mondo di conoscersi ed apprezzare la fratellanza scout non solo come concetto astratto. L’Italia vi ha partecipato dal 1966, con le prime attività di Radio Scouting di Ettore Rattellini I2EAR. Al di fuori dello scoutismo, l’avvento dei cosiddetti C.B. (Citizen Band), ricetrasmettitori dai costi accessibili e con una portata di qualche chilometro, riscosse un successo enorme. I C.B. permisero la creazione di quello che si potrebbe definire il primo vero social network. La diffusione dei cellulari e di internet ha smorzato enormemente l’uso della radio. Ad oggi, lo JOTA è affiancato allo JOTI (Jamboree On The Internet),in cui i mezzi di comunicazione sono quelli propri di internet (chat, videoconferenze, ecc), per strumenti e competenze alla portata di tutti. Purtroppola partecipazione allo JOTA-JOTI da parte delle associazioni F.I.S. (Federazione italiana dello scautismo) risulta essere minimale, meno dell’1% degli iscritti.

Quali opportunità educative

• A differenza di uno smartphone, non vi è rischio di disperdere tempo e concentrazione dei ragazzi.

• Chiunque può essere in ascolto, nessuna forma di volgarità è ammessa.

• Sovrapporsi a un messaggio o alzare la voce per dominare nel discorso ha solo un effetto controproducente.

• Bisogna comunicare con messaggi brevi, chiari ed essenziali.

• Bisogna necessariamente mettersi tutti d’accordo su alcuni codici (https://www.radioamatore.info/codice-q-cw-etc.html) e regole da seguire (http://arifaenza.racine.ra.it/pratica-operativa.pdf).

• La ricerca dei messaggi radio allena la concentrazione, la capacità di ascolto e la curiosità.

• Manualità: l’arte e la soddisfazione di costruire ed utilizzare circuiti elettrici.

• Fuori dallo scoutismo, le radiocomunicazioni sono l’unico ambito in cui il Morse è ancor oggi regolarmente utilizzato

• Conoscere scout e guide di altre nazioni.

In sostanza, le radio possono essere utilizzate efficacemente per educare ragazzi e ragazze ad uno consapevole, civile e moderato dei mezzi di comunicazione, e a partecipare alle discussioni avendo rispetto per gli altri interlocutori. Poiché canali e frequenze, così come la durata delle batterie, sono limitati, chiarezza ed essenzialità sono lo stile proprio di chiunque trasmette via radio. Sopra ogni cosa, vi è il fascino dell’avventura. Un’avventura vissuta attraverso boschi e praterie invisibili, fatta di segnali, messaggi e codici nascosti. Un’avventura che diventa occasione di incontro, quando ai capi dell’altra antenna scopri esserci un fratello o una sorella che hanno fatto la tua stessa promessa. Un’avventura che diventa occasione di servizio, quando gli altri mezzi di comunicazione mancano (es. in montagna) o vengono per situazioni tragiche a mancare. Un’avventura che diventa allenamento alla curiosità, alla conoscenza, alla competenza.

In concreto

A costi del tutto accessibili sono a disposizione in commercio i già menzionati C.B., che operano a circa 27 MHz, e i PMR, più compatti e leggeri, che operano attorno a 446 MHz. Per entrambi i tipi di ricetrasmittenti bisogna avere un’età minima di 14 anni e aver presentato domanda presso l’ispettorato territoriale del ministero dello sviluppo economico della propria regione (https://www.mise.gov.it/index.php/it/comunicazioni/radio/autorizzazioni-e-licenze/cb-banda-cittadina). E’ richiesta una tassa annuale di 12 €, indipendentemente dal numero di ricetrasmittenti in proprio possesso.

L’utilizzo dei PMR è particolarmente utile per quanto riguarda la sicurezza in montagna: affianco al 112 (il numero telefonico europeo di emergenza) da qualche anno è attiva la cosiddetta R.R.M., Rete Radio Montana (https://www.reteradiomontana.it/), che monitora il canale 8 (subtono 16) dei PMR in svariate aree montane, in modo da captare eventuali messaggi di soccorso di escursionisti in difficoltà. Una sicurezza, ma anche un’occasione di servizio (gli utenti sono anche parte monitorante attiva della rete), in più.

Se ci si vuole orientare verso attività più tecniche, è possibile costruire radio riceventi senza batteria o piccoli ricetrasmettitori morse. Un’attività che coniuga perfettamente attività fisica, topografia e scienza dei boschi è la cosiddetta “caccia alla volpe” (www.ardf.info; https://www.ik0dwj.it/ardf/), ovvero una gara in cui i partecipanti devono scovare, tramite un dispositivo ricevente, un trasmettitore nascosto in una vasta area naturale.

Per partecipare allo JOTA-JOTI bisogna registrarsi suwww.jotajoti.info. Mentre per lo JOTI è sufficiente dotarsi di un computer con buona connessione internet e di software di uso comune (browser, Skype, ecc.), per effettuare collegamenti radio nazionali e internazionali bisogna affidarsi ai radioamatori. Per ottenere la patente di radioamatore non c’è limite di età, mentre per installare una propria stazione radio bisogna avere almeno 16 anni; tale limite è ovviabile se ci si affianca ad altri radioamatori dotati di stazione o alle sezioni di associazioni radioamatoriali come l’A.R.I. (www.ari.it). Per diventare radioamatori o semplicemente per poter tenere un evento JOTA ci si può rivolgere al coordinamento nazionale Radioscout Italia, composto da capi scout AGESCI radioamatori (https://radioscout.it/, email: info at radioscout.it). Sempre al coordinamento ci si può rivolgere per ricevere tutta la formazione e il supporto necessario per proporre attività scout basate sulla radio (https://radioscout.it/).

2 Commenti a "Radio, educazione… JOTA-JOTI!"

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    dott. ing. Marco Gottardo PhD 26 Marzo 2020 (13:50)

    Ho conosciuto il dott. Barbisan e posso conformare le grandi doti tecniche abbinate a un modo perfetto di rapportarsi con le persone. Un’ottima preparazione in molti campi della fisica. Ha collaborato con un capitolo sulle basi di radio trasmissioni alla pubblicazione del testo di “Elettronica e laboratorio con tecniche SMD”.

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