Sono io mi riconosco

di Marilita Gallo, Sara Vivona 

Pattuglia nazionale branca L/C

Il CdA e alcuni momenti di genere: ecco dove accogliere le esigenze della preadolescenza

«Un uomo allevato tra gli uomini avrebbe sbagliato strada più volte inciampando nell’incerto chiarore della luna, ma i muscoli di Mowgli, allenati da anni di esperienza, lo portavano come se fosse una piuma» (Le storie di Mowgli, La corsa di Primavera).

Dopo tante avventure nella giungla Mowgli era cresciuto, e non solo grazie a quelle esperienze vissute con i fratelli del branco ma anche perché le stagioni erano passate, e anche il suo corpo era cambiato, ormai era cresciuto, un ragazzo muscoloso, dalla pelle abbronzata che sapeva destreggiarsi tra gli angoli impervi della giungla. Lui sapeva di essere cambiato e chi era intorno a lui riconosceva in lui questo cambiamento: ora era il Signore della giungla. Non sappiamo per certo quanti anni potesse avere, ma possiamo ipotizzare fosse in quelle fase che noi chiamiamo adolescenza. Questa fase arriva come un uragano a colorare anche i nostri cerchi e i nostri branchi. Quando i ragazzi crescono spesso ci troviamo davanti a dubbi, domande, fatichiamo a riconoscere il nostro ruolo e a metterci in relazione con loro. Abbiamo davanti creature dall’aspetto così differente rispetto a poco tempo prima. Per noi capi spesso è difficile leggere questo momento, immaginiamoci quindi quanto lo sia per un bambino che si appresta a viverlo.

Proviamo a osservarli: chi sono i bambini in questa fase della crescita? In Tutto troppo in fretta lo psicoterapeuta Alberto Pellai racconta come le fasi dell’adolescenza si siano modificate nel tempo, ampliandosi: l’adolescenza inizia prima e finisce dopo, per dirlo in modo semplificato. Il che significa che spesso i bambini iniziano a vivere alcuni cambiamenti o situazioni in una finestra di crescita che ancora non ne garantisce loro la piena comprensione. Noi possiamo diventare il ponte con l’età adulta. Facilitatori che stanno loro a fianco in questo percorso e che, avendo uno sguardo adulto della realtà, possono accompagnarli a una lettura più serena di questo cambiamento.

Roberta Giommi, psicologa e psicoterapeuta, durante il Festival del bambino del 2016 ci ha suggerito che «la fascia d’età che inizia in terza elementare e arriva a coinvolgere anche la prima media inferiore è il periodo in cui il corpo cambia e, quando si ha a che fare con i bambini e le bambine che sono diventati magari ragazzi e ragazze in modo anche un po’ precoce, può essere importante avere attivato dei percorsi precedenti» (Atti, p.53). Nel libro La stanza degli affetti sempre Giommi parla di una stanza come metafora di ambiente protetto, un luogo relazionale in cui essere accompagnati alla lettura del mondo. È proprio in questo luogo relazionale che noi possiamo trovare il nostro ruolo di facilitatori. Per fare questo in branca LC abbiamo lo strumento del CdA, comunità orizzontale di bambine e bambine di pari età. In questo gruppo l’adulto ha la possibilità di entrare in relazione con loro in modo diretto. Questa comunità nasce per rispondere alle diverse esigenze dei bambini e bambine nell’età del passaggio. In questo momento della vita, ogni bambino e bambina vive un cambiamento, l’ingresso nella pre-adolescenza. Da ogni cambiamento scaturisce una crisi: la rottura di un equilibrio passato e la ricerca di uno nuovo. L’ambiente educativo può sicuramente aiutare a superare questa “frattura”: fugando le paure del nuovo e della perdita di una sicurezza acquisita; stimolando la curiosità e il desiderio di essere sempre più attori protagonisti di un tempo e in uno spazio da migliorare.

Quando le due coccinelle arrivarono al mare capirono sin da subito che quel che le aspettava era qualcosa di sconosciuto, un ambiente nuovo dentro al quale si trovavano spaesate, ma è grazie al coraggio dell’una e l’affidarsi dell’altro che “si buttano” in quella sabbia morbida e iniziano una nuova avventura ricca di nuovi incontri e scoperte. È quello che succede anche alle bambine e ai bambini quando iniziano a scoprire nuovi ambienti, dentro e fuori di sé. Poter scoprire questi aspetti all’interno di una piccola comunità di pari può essere un’importante occasione di confronto, arricchita dalla presenza di un adulto, che ha già la competenza di poter nominare ciò che accade loro e che può accompagnarli in questa scoperta. Quale momento migliore, il tempo del CdA, per ritagliarsi spazi in cui coltivare la relazione capo-ragazzo, in cui scendere a tu per tu con i “i grandi” e ascoltarli.

Potrebbe essere utile prediligere anche piccoli momenti di genere perché non c’è nulla di più bello che scoprirsi diversi tra gli altri, ascoltare i propri bisogni e giocare in un tempo e in uno spazio dove “mi sento al sicuro perché sono capito”. Infatti come dice ancora Giommi, «esistono delle regole d’oro nella relazione con i ragazzi: costruire la fiducia, confrontare i punti di vista, le proprietà del corpo, il chiedere il permesso, la comprensione delle parole, perché oggi si usano molto le faccine, le emoticon, ma queste non sono emozioni vere. Aiutare i bambini e le bambine vuol dire insegnare loro a dire come ci si sente, non soltanto come si vede e come si ragiona razionalmente. Vuol dire insegnare a capire cos’è che la pancia racconta, quando dire “qui c’è qualcosa che non funziona. Perché oggi si fanno cose, si vivono esperienze che prima non si vivevano, e i sentimenti ci dicono se c’è un rischio, un pericolo, se c’è qualcosa che non va, per questo bisogna imparare a sentire anche con la pancia» (Atti, p. 65-66).

Il corpo cambia, prende una forma nuova con la quale prendere confidenza, emergono domande sulla sfera affettiva e sessuale, ogni bambina e bambina riscopre pian piano le sue dimensioni e le mette a confronto con il mondo esterno. Ci sono attività che noi possiamo prediligere per creare armonia in questo percorso: stare a contatto con il creato, la vita all’aperto ci permette ad esempio di giocare queste esperienze dando la possibilità di sperimentare le competenze, il corpo fisico e quello emotivo.

Video e letture

A. Pellai, Tutto troppo in fretta. L’educazione sessuale per i nativi digitali, Feltrinelli 2014. R. Giommi, La stanza degli affetti”, l’educazione affettiva, emotiva e sessuale dei bambini e degli adolescenti, Giunti Universale Scuola, 2016 I bambini e la corporeità, workshop a cura di Roberta Giommi, Atti Festival Bambino, Degni di costruire insieme!, Bologna, 26-27 novembre 2016 Il Bello di Restare: Mani tese incontra Daniela Lucangeli, https://m.youtube.com/watch?v=YwkSxJpOYcs

[Foto di Margherita Ganzerli]

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