QUESTA COMUNICAZIONE È UNA GIUNGLA!

di Alessandra Porrà e Stefania Brandetti

Pattuglia nazionale Branca L/C e Caporedattrice Giochiamo

Lingua o linguaggio, purché sia comunicazione

Che strana immagine non trovate?

Chissà cosa sarà. L’appassionato di natura risponderà che è un boia che ha mangiato un elefante o una lumaca che ha seguito una dieta ferrea, un esperto viaggiatore risponderà che si tratta dell’Ayers Rock, e via dicendo.

Il pensiero reale non è cosa sia veramente raffigurato ma cosa sto comunicando all’esterno del mio IO con un segno, una parola, un’espressione del viso e/o del corpo, un disegno.

Ferdinand De Saussure, fra i fondatori della linguistica moderna, nell’ambito dei suoi studi di semiologia afferma che il linguaggio è un sistema di segni costituito dall’unione del concetto (significato) e la sua immagine (significante) la cui associazione non è legata da una legge ma da un codice condiviso.

Codice comunicativo condiviso all’interno di una relazione tra due o più persone in un contesto che diviene intraducibile in altri contesti.

Ecco che allora cacciamo prede senza fucili, andiamo in volo senza prendere aerei, le nostre avventure in branco e in cerchio sono piene di “qualcosa” che intende qualcos’altro e il capirsi è come quando giochiamo con indizi strani fatti di numeri, linee e punti… bisogna condividere un codice!

Non esistono manuali che possano fornirci strumenti, regole univoche, formule, suggerimenti sui social, per costruire il codice per comunicare con i bambini per scoprirlo possiamo solo viverlo!

«Sei importante per me, ti ho a cuore, ti ascolto, sono con te»

La Giungla e il Bosco sono il tempo della Parlata Nuova, relazione nuova e significativa che unisce adulti e bambini, ogni giorno diversa, perché porta frutti, perché è fresca come la primavera. Un modello educativo fondato sulla reciprocità e sull’alterità, dove il tempo, lo spazio, il gioco, la cura per l’altro, la gioia condivisa, lo stare insieme, il porsi in ascolto, il mettersi a disposizione di qualcuno, l’impegno, sono occasioni di comunicazione che capo e bambino vivono arricchendole insieme con colori, suoni e profumi tutti loro.

Si comprendono quindi la potenza e le potenzialità insite nella Parlata Nuova, i cui fili invisibili si sbrogliano da varie forme di linguaggio e nelle cui maglie si ritrovano simboli, gesti, rituali e riti che scaturiscono da un’esperienza condivisa.

Ogni bambino o bambina che si affaccia in tana o in sede per la prima volta osserva con curiosità timorosa quel gruppetto di suoi simili vestiti tutti uguali con al collo il fazzolettone (sembra un pezzetto di stoffa colorata), che parlano di totem o di lanterna, promessa, pronunciano parole che in quel momento sembrano prive di significato, cantano e …giocano! Li sente parlare con entusiasmo di “andare in caccia” o di “volare” (ma non sono amici della natura? É pericoloso!), li osserva mentre si muovono pronunciando frasi che sembrano formule magiche.

Se proviamo a decodificare con occhi e linguaggio di adulti la scena appena descritta potremmo dire che in essa gli ingredienti essenziali presenti sono:

  • Il linguaggio orale, composto sia da parole che vanno scelte con cura, sia dall’intonazione della voce, da gesti, da pause. Un linguaggio utilizzato con enfasi nei momenti forti di vita del branco e di cerchio come, ad esempio, il racconto, o con delicatezza nei momenti di complicità. Un linguaggio comune che già da sé crea senso di appartenenza.

  • il linguaggio visivo, veicolato attraverso il movimento del corpo, i gesti, le espressioni del viso, il silenzio, elementi che riempiono gli occhi di chi è in ascolto, stimolando emozioni espresse anche in un semplice sorriso o in un abbraccio.

  • Il linguaggio simbolico, basato su esperienze vissute e condivise, che creano e accrescono la piena appartenenza alla comunità, su relazioni che vivranno nel e fuori del tempo e del luogo.

«Procedevo con quel passo incerto che chiamano esperienza» (E. Dickinson)

Comunicare con i nostri lupetti e le nostre coccinelle significa usare tutti questi linguaggi, verbali e non verbali, metterci il cuore, la mente, il corpo, avere cura nel condividere con i bambini esperienze significative: cura del tempo, un tempo vivo, abitabile dai bambini, che parli e permetta alle esperienze di generarsi, cura nel vivere relazioni autentiche, significative e durature; in grado di fare la differenza, nel tempo.

[Foto di Sara Bonvicini]

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