– Quattro punti, che però non vanno considerati solo a sé, ma come concorrenti all’intero.
– Quindi sono quattro che giocano a tutti per uno/uno per tutti.
– Quindi lavorando su ciascuno lavoriamo su tutti, in un certo senso.
– Ma com’è possibile che se lavoriamo su una cosa stiamo lavorando anche ad altre tre?
– In prospettiva?
– No, non in prospettiva, veramente.
Insomma, il rischio chiusura di ogni punto di B.-P. in un “silos” è dietro l’angolo a destra, ma anche il rischio dell’apri tutto, smarmella1 è dietro l’angolo a sinistra.
E quindi?
Quindi ci vuole equilibrio. Un equilibrio necessario in educazione, ma quell’equilibrio sano di chi cerca di tenere insieme la concretezza della terra e gli interminati spazi2 del cielo; quell’equilibrio di chi sa che nel bambino e nella ragazza di oggi ci sono il bambino e la ragazza di oggi e il sogno dell’uomo e della donna di domani; quell’equilibrio di chi sa che educare è uno stare accanto, un tirare fuori – diciamo tante volte; quell’equilibrio di chi condivide spazi, luoghi e tempi che si fanno esperienza di libertà, verità e bellezza da cercare e custodire.
Quell’equilibrio che ci fa guardare ai famosi 4 punti di BP come un’occasione per ricordarci che siamo fatti di mani per disegnare, costruire, fare legature, cucinare un pasto caldo per i senzatetto, lavarci, fare una promessa.
Siamo fatti di carne, di un corpo unico che ha una sua storia: un corpo per ballare, camminare, correre, portare in braccio o sorreggere chi si è fatto male, un corpo da curare, amare – anche e soprattutto quando fa fatica, quando non sta bene, quando non ci piace, quando ci fa soffrire e ci mette a disagio – un corpo da rispettare, un corpo che è strumento di vita perché strumento di quell’Amore che si è fatto carne.
Siamo fatti di valori, intesi come doti intellettuali e morali, da scoprire, coltivare, arricchire. Valori che un giorno ci faranno sentire appartenenti a quelle scelte che ci sono care come scout, come cittadini, come cristiani.
Siamo fatti di un alito di vita3 che ci rende costantemente amati e ci ricorda che siamo mani, corpo, mente e spirito per radicare presso noi stessi e dimorare in mezzo agli altri.
1. Coltissima citazione da Boris, la serie tv, che indica la tendenza in fotografia a illuminare tutto, senza distinzioni, senza ombre, con un effetto di appiattimento.
2. Da Boris all’Infinito di Leopardi è un attimo.
3. Siamo partiti con Boris per arrivare a Genesi 2,7.
Testi per post-it
La stampante 3D ci sta nella cassa di squadriglia?
Sapessi cucire, riparerei la tenda
… E questa pandemia?
Servizio al prossimo e a noi stessi
Oggi ho già fatto servizio, non sparecchio!
Cadere fa paura. Forse no
Quest’anno la ginnastica la facciamo on line
«Tieniti pulito, dentro e fuori» (B.-P.)
[Illustrazione di Ilaria Orzali]
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