COMPAGNI DI STRADA

di Padre Roberto Del Riccio

Assistente ecclesiastico generale

È il modo di partecipare insegnatoci da Dio, che in Gesù si è fatto uno di noi

Si può partecipare in molti modi. Potremmo dunque chiederci: «esiste un modo cristiano di partecipare alle cose?». Secondo un cristiano anonimo del secondo secolo, i cristiani non hanno un modo proprio di partecipare alla vita sociale: «I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere» (Lettera a Diogneto). Eppure, se consideriamo con più attenzione lo stile con cui Papa Francesco ci invita ad essere chiesa, cioè comunità dei discepoli del Signore Gesù, ci accorgiamo che forse una propria maniera di partecipare i cristiani ce l’hanno.

Per Papa Francesco c’è una parola attraverso la quale possiamo esprimere con chiarezza lo stile cristiano di partecipare. Questa parola è sinodalità, che «non designa una semplice procedura operativa», per esempio il sinodo come assemblea. Sinodalità, invece, indica la forma specifica «in cui la Chiesa vive e opera» (Commissione Teologica Internazionale, La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa, Città del Vaticano 2018, n. 42).

Sinodalità è però oggi parola alla moda. Oserei dire che è addirittura un termine abusato. Questo non aiuta, perché molti la usano, pochi però ne hanno fatto davvero esperienza. Tra questi pochi ci siamo noi scout. Come il respirare o il vedere, noi abbiamo cominciato a vivere la sinodalità prima di sapere che si chiamava così. Sin dal primo momento in cui siamo entrati nel “grande gioco” dello scoutismo abbiamo camminato insieme ad altri. Lo abbiamo fatto nel concreto senso di giocare, lavorare, fare strada insieme, condividendo freddo e caldo, acqua e cibo, tristezza e gioia, ma soprattutto condividendo un ideale. Camminavamo insieme senza sapere che questo modo di procedere in greco si indica con la parola sýnodos. È una parola che nasce dall’unione del prefisso sýn (con) al sostantivo odos (via, strada, cammino) ed esprime con forza un preciso modo di fare strada, quello fatto insieme in «unione, connessione, coesione, completamento, complessità, contemporaneità». Ecco allora che un padre nella fede, Ignazio di Antiochia, può rivolgersi ai membri della comunità cristiana di Antiochia chiamandoli sýnodoi, «compagni di viaggio». Per noi sinodo, sinodalità, sýnodoi prima di essere parole, sono un’esperienza concretamente vissuta. Abbiamo imparato a “camminare insieme” ad altri, diventandone compagni, facendo parte insieme a loro di una comunità: partecipando.

La sinodalità concretamente sperimentata, allora, non solo permette di capire cosa Papa Francesco sostiene, ma soprattutto consente di sentire una profonda affinità tra l’esperienza scout genuinamente vissuta e la maniera propria della Chiesa e dei suoi membri di partecipare: essere compagni di quel viaggio verso il Padre, di cui il Signore Gesù è «la via» (Gv 14,6).

Nello stile sinodale di partecipare c’è tuttavia un paradosso: più importante della meta è il cammino condiviso. A causa di tanti imprevisti si può anche non arrivare nel luogo che ci eravamo proposti di raggiungere. L’essenziale è però aver camminato insieme, non aver lasciato nessuno da solo, abbandonato alla sua fatica e alla sua solitudine. Quanta tristezza quando, dopo un’estenuante cammino, chi ha fatto più fatica è arrivato alla meta da solo, perché i più capaci e forti, volevano assolutamente arrivare e farlo per primi. Tutta un’altra cosa, quando si trova il modo di essere realmente e fino in fondo sýnodoi, compagni di strada.

È lo stile del Dio che in Gesù Cristo si è fatto uno di noi. Solo così poteva camminare insieme a noi, ed essere compagno di strada di ciascun uomo e di ciascuna donna, soprattutto di coloro che sono più in difficoltà nel viaggio della vita.

La Chiesa, la comunità dei discepoli di Gesù, è chiamata ad assumere questo stesso stile, facendosi prossima a tutti coloro che incontra nel cammino della storia. È il modo proprio di partecipare che ci insegna Dio stesso con la sua venuta tra gli uomini.

[Foto di Nicola Cavallotti]

Nessun commento a "COMPAGNI DI STRADA"

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

    I commenti sono moderati.
    La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
    La moderazione non è immediata.
    I tuoi dati personali, che hai fornito spontaneamente, verranno utilizzati solo ed esclusivamente per la pubblicazione del tuo commento.