Ma Fazio era scout?

[di Alberto Fantuzzo]

No, non Fabio Fazio, il conduttore di “Che tempo che fa” di Rai 3 (secondo me, con quel fisichetto, rischierebbe di schiattare alla seconda notte in tenda…).Nemmeno Antonio Fazio, ex governatore della Banca d’Italia, finito sotto inchiesta per alcuni imbarazzanti passaggi di proprietà di banche italiane, condannato nel 2011 (ci sono almeno 3 articoli della Legge Scout che mi sembrano difficilmente abbinabili all’ex Governatore).

No, mi riferisco a Giuseppe Fazio, l’ispettore, il braccio destro del commissario Montalbano.A vederlo così come appare nei telefilm o come mi sembra leggendo i libri di Camilleri, Fazio è un tipo fedele (art.2 della Legge Scout), con grande spirito di osservazione (campione del Gioco di Kim fin da piccolo?). Non  solo. Ogni volta che il commissario gli chiede qualcosa, lui è sempre pronto (“estote parati”), col suo foglietto di appunti in mano, a fornire al suo capo le indicazioni che gli servono…

Mi sono sempre chiesto se essere scout, o essere stato scout, possa fare la differenza.Non necessariamente come elemento di vantaggio per vincere nelle competizioni della vita.Non penso che, conoscendo un albero dalla corteccia o sapendo accendere un fuoco, ci si possa garantire un posto di lavoro a tempo indeterminato.

Mi chiedo invece se l’esperienza scout, contribuisca davvero a costruire persone che liberamente e coscientemente crescono, migliorano e contribuiscono a lasciare il mondo un po’ migliore,.
In altre parole, che senso ha “fare” gli scout (come dicono molti nostri ragazzi) o, meglio, essere scout? Serve a qualcosa e se sì, a cosa?

Ho provato allora a rileggere con pazienza il nostro Patto Associativo, cercando in quanti punti il nostro impegno educativo di capi si differenzia rispetto al panorama delle altre proposte educative.A prima vista i punti che ci distinguono potrebbero essere molti: dai 4 punti di B.-P. all’interdipendenza tra pensiero ed azione, dal metodo attivo (fatto di esperienze) alla vita all’aperto, dalla vita comunitaria alla cittadinanza attiva, …. e così via.

Fuori dalle nostre sedi c’è un mondo di proposte, di esperienze, di associazioni che fanno in parte e forse meglio quello che proviamo a fare noi. Ad esempio molte società sportive propongono un metodo e delle esperienze per mantenere la salute e per accrescere la forza fisica; molte associazioni che si occupano di ambiente propongono attività di vita all’aperto, e alcune sicuramente con più competenza di noi (basti pensare al Club Alpino Italiano).

Ma una cosa forse c’è che connota in maniera chiara ed inequivocabile la nostra proposta: lo scouting.
All’inizio del suo libro Scouting for boys, B.-P. scrive: “Con il termine scouting – scautismo – si intendono l’opera e le qualità dei pionieri, degli esploratori e dei soldati di frontiera”.

La domanda allora è: siamo dei pionieri in grado di accamparsi da cittadini responsabili nelle città di oggi? Degli esploratori capaci di scoprire senza timori le profondità di senso di cui oggi c’è bisogno? Delle sentinelle che sanno stare sulle frontiere che la società odierna ci pone dinnanzi?

Faccio notare che il termine scouting non viene mai citato esplicitamente nel Patto Associativo.Ciononostante tutto il Patto Associativo è intriso di riferimenti allo scouting, così come definito da B.-P. e successivamente attualizzato dalla nostra Associazione.

Non è forse scouting, educare all’accoglienza ed alla diversità (cfr. punto sulla vita di gruppo)? Non è forse da pionieri educare oggi all’affettività e all’amore (punto sulla coeducazione)? E quanto occorre essere esploratori “dentro” per avventurarsi nell’educazione ad un rapporto diretto, semplice ed essenziale con la natura (punto sulla vita all’aperto)? Non è forse di grande attualità e “di frontiera” educare alla fratellanza universale (a questo punto cercatevi da soli il riferimento….)? E quanto coraggio serve per educare alla fede coloro che sono lontani dalle nostre chiese, andandoli a scovare là dove vivono la loro ricerca di senso?

E come definire chi oggi è disposto ad impegnarsi, in educazione e anche in politica, per il bene comune, con coerenza e senza tornaconto, con spirito di servizio e non secondo logiche di potere?  In particolare il punto sulla scelta politica, nella sua interezza, è un ripetuto richiamo all’impegno diretto e disinteressato, in controtendenza rispetto al pensiero dominante, per chi abbia voglia di abitare con responsabilità la propria città, di difendere i diritti di chi vi abita, di dare voce a chi è messo in disparte, di operare per il cambiamento e per il miglioramento.

Di scouting abbiamo parlato a più riprese, negli ultimi anni in Associazione, prima, durante e dopo il campo nazionale E/G del 2003, durante il dibattito per la nuova progressione personale in Branca E/G, con il Progetto Nazionale 2007-2011, su alcuni numeri di PE del 2009, ed in particolare con il convegno nazionale “Il bosco, l’acqua, la città: le sfide dello scouting”.E nonostante se ne sia parlato tanto, sembra sempre che non basti, che occorra chiarire, spiegare, fare degli esempi, perché, come capita spesso in educazione, è bene non dare nulla per scontato e  ripetere i concetti.

Esistono nella tradizione scout alcune “triplette” (3 concetti che sintetizzano una attenzione metodologica: ad esempio esperienza – simbolo – concetto). Quella classica che caratterizza lo scouting è: osservare, dedurre, agire.Vorrei sottolineare il primo dei tre verbi: osservare, perché la capacità di essere attenti è cruciale per un buon inizio.

Nel “Dizionario Etimologico on line” la derivazione di OSSERVARE è questa: “osservàre = lat. OBSERVARE, da OB che ha il senso di avanti, sopra, attorno e SERVARE custodire, salvare, guardare, anche nel senso di tenere gli occhi addosso. Considerare, tanto con gli occhi fisici che con quelli della mente. D’onde il senso secondario di MANTENERE LA PROMESSA, obbedire, …. adempiere un obbligo”.

Non vi pare che ci sia qualcosa di molto familiare? Non pago, sono andato a curiosare su wikipedia.it e ho scoperto che, digitando “osservare” ti vengono proposti alcuni riferimenti. Al primo posto c’è “occhio nudo”, ma al 4° posto troviamo “Promessa scout”, addirittura due posizioni prima di “birdwatching”.Non vi sembra una simpatica coincidenza che il termine “osservare” venga abbinato da un sito così generalista, quasi con naturalezza, alla Promessa scout?

Tutto ciò premesso confermo la mia supposizione: Fazio era scout! Per favore qualche capo della Sicilia, passando da Vigata, gli chiede conferma? Grazie.

Alberto Fantuzzo

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