L’Avventura di essere Chiesa

di Cecilia Sgaravatto - Pattuglia Nazionale E/G

Il percorso di crescita che i nostri Esploratori e nostre Guide vivono in Reparto è anche cammino di fede che porta a scoprire Gesù e a sperimentare la gioia di sentirlo presente nella propria vita: noi capi li accompagniamo  nel vivere l’esperienza di fede che si apre alla dimensione comunitaria  nella comunione in Dio e nell’essere Chiesa. Le esperienze di vita scout sono infatti occasioni importanti per  comunicare  il messaggio di Gesù e accompagnare i ragazzi all’incontro con Lui:  tutti gli strumenti del metodo ci aiutano pertanto a creare occasioni di scoperta del cammino di fede e di riconoscimento della dimensione comunitaria ed ecclesiale, in cui l’esperienza di fede si esplica.

Scoprire la volontà di Dio: la fede come avventura

La fede diventa una scoperta avventurosa, specie se la si condivide con un gruppo di amici. La proposta di fede privilegia sempre la dimensione dell’esplorare, del vivere situazioni impreviste in cui sperimentarsi con le proprie capacità e il proprio intelletto. Viene così proposta attraverso la vita all’aperto, sotto il cielo stellato, in mezzo alla natura, davanti ad un tramonto o alle meraviglie della natura, in un atteggiamento di contemplazione che porti a scoprire la grandezza del creatore.

Chiesa, comunità di fedeli: la dimensione comunitaria

La Chiesa nasce da uno spontaneo senso di appartenenza per l’esperienza comune di fede e per il desiderio di vivere il Vangelo e di celebrare insieme l’Eucarestia. Nella vita di squadriglia e di reparto gli E/G possono sperimentare il senso di appartenenza e di condivisione di vita, insieme ad un clima di gioia, fiducia, aiuto reciproco e relazione. Sono le comunità in cui si progetta e si realizza, si raggiungono obiettivi comuni o si può anche fallire per poi ricominciare insieme, si creano alleanze e occasioni di perdono e di misericordia: è un’esperienza vera di comunità cristiana.

Il cammino nel progetto di Dio: il sentiero

La vita cristiana è un cammino di scoperta del progetto di Dio, in un percorso di libertà verso la pienezza della gioia. L’esperienza di questo cammino in reparto si vive attraverso il sentiero di cui i ragazzi sono protagonisti. Con la promessa scout si sceglie di aderire alla proposta di vita e di impegnarsi per vivere secondo la legge scout: è opportuno che sia proposta, celebrata e vissuta come momento forte di un cammino di fede. Ogni tappa indica, dal punto di vista spirituale:  la scoperta della realtà di fede, come la ricerca di valori e di modelli nel messaggio di Gesù; la competenza come presa di coscienza delle proprie capacità nel portare avanti la scelta di fede a livello personale, ma anche all’interno del reparto; la  responsabilità come impegno degli E/G a essere propositivi nel cammino di fede e a rispondere personalmente delle scelte fatte.

Costruire il regno di Dio: l’impresa

L’impegno del cristiano è di costruire il regno di Dio con zelo, attenzione, partecipazione. Il passaggio dal “già” al “non ancora” è anche frutto dell’azione dell’uomo. Dio chiama l’uomo a collaborare con lui. L’impresa è l’esperienza concreta in cui ogni E/G può compartecipare ad un obiettivo comune per realizzare qualcosa di importante: nasce da un progetto comune per il miglioramento di sé e della comunità, da vivere con impegno e sforzo.

La gioia del cristiano: il gioco

Seguire Gesù è esperienza di gioia.  “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 11). B.-P. diceva che lo scautismo è “un allegro gioco” in cui capi e ragazzi possono avventurarsi insieme per acquistare salute e felicità. L’esperienza di fede coinvolge la persona nel suo complesso, anche nella sfera emotiva. In adolescenza, la dimensione emotiva è predominante La felicità, il divertimento, la gioia che vengono sperimentate in una situazione di gioco possono diventare proposta di vita e stile nell’affrontare le situazioni quotidiane per far comprendere la vocazione alla gioia della vita in Dio.

Fede/Fiducia: la relazione capo-ragazzo

Dio è Amore, Colui che ama l’uomo al punto da farsi Lui stesso uomo ed ama personalmente ciascuno di, un amore di relazione, di amicizia, di confidenza. Credere in Gesù è un atto di fiducia, che scaturisce  da un’esperienza di relazione. Gesù è amico dell’uomo, amico dei ragazzi, vicino ai ragazzi, vicino ai loro problemi, alla loro umanità: trasmettere questa realtà tocca direttamente il cuore e la sensibilità dei ragazzi. Nell’esperienza di relazione del dare e meritare fiducia i ragazzi possono comprendere l’esperienza di fede dell’essere valorizzati per le loro qualità e capacità e del sentirsi amati nonostante i loro limiti. Come capi siamo meritevoli di fiducia se diventiamo adulti significativi, testimoni di  un cammino di fede maturo e impegnato, senza nascondere dubbi o difficoltà: la fede nasce quindi dalla nostra testimonianza in tutti gli ambiti di vita, dagli esempi di  servizio nella comunità parrocchiale e  nella comunità scout e soprattutto dall’amore che sapremo avere gli uni per gli altri.

 L’eucarestia e la parola di Dio: riti e cerimonie in reparto

Il metodo scout, che si avvale di un linguaggio simbolico, favorisce la comprensione della dimensione della ritualità della fede, riconducendola al suo significato profondo, attraverso gesti e simboli umani che trascendono il gesto stesso per confessare e celebrare la relazione con Dio e la fede in Gesù. Le cerimonie di squadriglia e di reparto, (promessa, alzabandiera, consiglio della legge, etc.) e il linguaggio simbolico che utilizziamo (saluto scout, uniforme, fiamma, etc.), sono esperienze concrete per comprendere che in un simbolo c’è una realtà viva di appartenenza, di senso e di verità. La spiegazione dell’insegnamento di Gesù e della parola di Dio ha anche bisogno di indicazioni chiare ed esplicite  riguardanti i sacramenti. I ragazzi hanno bisogno di trovare risposte alle loro domande e ai loro dubbi. Noi capi siamo chiamati a spiegare, oltre che a testimoniare, i valori cristiani, per questo è importante essere preparati.

Questo percorso di crescita e di fede aiuta a conoscere e ad incontrare Gesù per arrivare ad una scelta di fede personale. Non dobbiamo quindi preoccuparci, ma occuparci di creare situazioni che  accompagnino i ragazzi a scoprire la loro vocazione. Perché è Dio che tocca il cuore.

Leggi per intero “Pontefici“, il numero di PE da cui è tratto questo articolo.

[foto di Gianfranco Scagnetti]

 

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