La Cerniera Funziona

di Laura Bellomi

Non c’è discernimento senza scelta, ma non c’è scelta senza ascolto e interpretazione: oltre a fare il punto sulla riforma Leonardo a tre anni dalla sua introduzione (vedi box in fondo all’articolo o a pagina 30 della rivista cartacea) il Convegno Zone dello scorso settembre voleva essere un momento di ascolto e confronto sull’educare. Tra l’altro in un posto altamente significativo come la Cittadella dei Focolari a Loppiano (Firenze). Quello che vi proponiamo di seguito non è il racconto della tre giorni (la cronaca, con le foto e i video, la trovate su agesci.it e sui social di Pe), quanto una sintesi degli spunti emersi. Serve un po’ di concentrazione ma crediamo possa valerne la pena.
Stare dentro all’Associazione, al Paese, alla Chiesa.
Sintetizzerei così il messaggio della prima tavola rotonda, “Pensieri condivisi per camminare lontano”, con padre Giacomo Costa, direttore della rivista Aggiornamenti sociali, e Chiara Sapigni, già presidente del Comitato nazionale Agesci. Il titolo dell’incontro riprendeva le parole del Papa al Sinodo dei giovani dello scorso anno e l’idea era approfondire i processi di costruzione del pensiero.

Come e dove si costruisce il pensiero associativo? Si è partiti da una constatazione: la formazione del pensiero e la capacità di aggregare e fare sintesi con le idee degli altri, sono imprese non da poco. «I luoghi associativi deputati a questa funzione sono i Consigli. Chi ha un ruolo di rappresentanza deve sentirsi portavoce degli altri, non solo del proprio pensiero», ha detto Chiara Sapigni ricordando anche l’esperienza vissuta come assessore alle politiche sociali del Comune di Ferrara. «Ascoltatevi, in Zona: l’ascolto è più importante di qualsiasi documento, è un incontro di libertà, richiede umiltà e pazienza», ha aggiunto padre Costa.
Per costruire pensiero, quindi, gli slogan non bastano. Anzi, non servono. «Stiamo lontani dalla banalizzazione, motiviamo i ragionamenti a partire dai valori, Legge e Promessa innanzitutto», ha detto ancora Chiara Sapigni.
Dopo che tutti parlano, qualcuno deve però prendersi la briga di tirare le fila. «Ascoltare tutti e cogliere i “nuclei vitali” del discorso di ciascuno, interpretando e chiedendo poi all’Assemblea di riconoscere quanto sintetizzato, è compito dei responsabili», ha sottolineato il gesuita. Due poi, sempre secondo padre Costa, sono gli strumenti fondamentali per l’interpretazione dell’oggi: «Parola di Dio e piedi per terra. Queste sono le fonti per leggere la realtà, per sentire ciò che accade e capire ciò a cui Dio chiama». Servono quindi “luoghi” per discernere. Costa e Sapigni suggeriscono di interagire con le parrocchie e le altre associazioni, anche per mettere a disposizione le ricchezze che abbiamo all’interno dell’associazione.
Tante le domande da parte dei capi. Un dubbio su tutti: se il discernimento è un processo lungo, come fare quando la vita va di fretta? «Diamo spazio alla rappresentanza, ascoltiamo ma poi decidiamo, altrimenti vige l’assembleismo», ha detto Chiara Sapigni. «I tempi delle scelte non coincidono con i tempi frenetici della quotidianità. Ma la vita è così – chiuso Costa – meglio sbagliare che rimanere fermi senza fare niente».
In scia con la tavola rotonda, l’Osservatorio altre religioni ha poi lanciato un’indagine sull’accoglienza di ragazzi di altre confessioni e religioni. Come lavoriamo in vista della Partenza? Quali le difficoltà e i bisogni formativi dei capi? Cosa perderemmo se non accogliessimo ragazzi di altre confessioni o religioni?
Altolà, poi al funzionalismo: la tavola rotonda, “Fedeltà e sostegno: la missione della Zona”, ha visto protagonisti Johnny Dotti, imprenditore sociale e Giovannella Baggio, già Capo Guida Agesci. Con uno spunto fra tutti: la domanda, nella vita, non può essere “Serve” o “Non Serve”? Bisogna andare in profondità, stare dentro le questioni. Dotti ha esordito sparigliando le carte: «Prima di discutere di fedeltà bisogna capire cos’è la comunità. Perché oggi parliamo di comunità ma agiamo secondo pratiche d’immunità. In una società funzionale, che ci vuole individui separati, il rischio è diventare una comunità efficiente, ma non generativa. Comunità è un modo di abitare l’esistenza, una scelta di natura antropologica. Non basta essere fedeli al fazzolettone, noi siamo battezzati che condividono un cammino esistenziale. Se la comunità è autoimmune, chiusa, non sta “dentro” al Paese. Bisogna essere missionari fra tutti i giovani: uscite dall’enclave scout».
Con Giovannella Baggio il discorso si è concretizzato sulle strutture associative, a partire dalla Zona che è «luogo di fedeltà: fedeltà alla propria storia, alla formazione personale, ai valori dello scautismo e del guidismo, al futuro». Zona quindi è «respiro profondo, appartenenza». Per questo è importante lo stile con cui la si vive. Deve essere motivante, servono contenuti ben declinati ma anche atmosfera e stile: «Che tutto abbia significato e, allo stesso tempo, stimoli al significato». La Zona, ha aggiunto sempre Giovannella, è fedeltà alla ricerca di un equilibrio di vita: «Fare i capi non è facile, abbiamo bisogno di contenuti e umanità. La persona matura sa trovare l’equilibrio di vita fra servizio, famiglia, lavoro, che vuol dire serenità interiore». Si parla quindi di fedeltà non all’Agesci, quando «all’essere uomini e donne che dicono Eccomi agli altri per tutta la vita», sottolinea l’ex Capo Guida. «Elaborate pensieri e azioni trinitarie: siate missionari delle esperienze d’insieme, che tengono uniti spirito, corpo e intelligenza. Onorare la tradizione è far sentire ai bambini l’acqua sulla testa, non essere “criceti efficienti” dell’Associazione», chiude Dotti. Un esempio di azione trinitaria? Presto detto: il camminare, che tiene appunto insieme spirito, corpo e intelligenza.
«Il Convegno è stato una sosta lungo il cammino – hanno poi riconosciuto i presidenti Barbara Battilana, Vincenzo Piccolo e l’assistente generale padre Roberto Del Riccio al termine del Convegno – Siamo continuamente chiamati a rileggere la nostra esperienza, non per cambiarla ma per riappropriarcene. Molti sentimenti abitano oggi il nostro cuore. La serenità, venuta dagli spazi che ci hanno ospitato, la sorpresa, nata dall’ascolto reciproco, la meraviglia scaturita dal riconoscerci nelle diversità dell’altro. Il Convegno è stato una sosta preziosa lungo il nostro cammino. La Zona è custode e sostegno dei gruppi e il nostro mandato è di far diventare sempre più la nostra Zona il luogo della fedeltà ai valori della Promessa e del Patto Associativo. Il luogo che sa sostenere le nostre scelte, che incoraggia continuamente le Comunità capi».
Se essere associazione è condividere un vissuto e concretizzare valori condivisi, allora dopo la fase dell’ascolto arriveranno quelle dell’interpretazione e della scelta. Sulle note di “Manda me”, colonna sonora del Convegno firmata dal nostro redattore Mattia Civico, la tre giorni si conclude con i gruppi di lavoro che affidano i contributi dei laboratori #RiformaLeonardo e il proprio impegno all’Associazione. Da Loppiano ognuno si dirige a casa. A colpo d’occhio, l’Associazione è viva e in cammino.

 

Box Riforma Leonardo, a che punto siamo

di Daniela Dallari e Sobrero,
Commissione Grande Nibbio

Il Consiglio Generale (CG) del 2020 prevede un passaggio importante di verifica della Riforma Leonardo, quella che, partendo dal documento del 2015 sulla Riforma dei percorsi deliberativi, ha portato il CG del 2016 ad approvare la modifica della nostra struttura associativa. La novità più importante, e forse di maggiore impatto, è stata la variazione della composizione del CG, a cui partecipano oggi consiglieri eletti nelle singole Zone. Questo cambiamento ha portato nell’immediato e concretamente ad una riduzione della distanza percepita tra livello nazionale, di cui il CG è l’organo deliberativo più importante, e la cosiddetta “base associativa” ovvero le Comunità capi e le Zone.
Al centro della riforma c’è infatti la sfida di farsi ponte per congiungere i territori, favorire la
contribuzione e garantire la rappresentanza reale e fedele delle istanze delle CoCa.
Dal 2016 ad oggi c’è stato molto lavoro per accompagnare la Riforma nei suoi diversi aspetti; particolarmente delicato è stato il passaggio dal sistema dei progetti al sistema delle Strategie nazionali d’intervento e delle Azioni prioritarie regionali, che ancora non ha raggiunto una piena attuazione.
La riforma ha comunque cominciato a camminare da subito con passo spedito e già il CG del 2017 ha accolto voci nuove provenienti direttamente dalle Zone. Questa nuovo tipo rappresentanza ha avuto e avrà bisogno di essere interpretata al meglio, per incarnare lo spirito di una associazione che ha una dimensione nazionale. Nel 2018 e 2109 il CG ha proseguito il lavoro di approfondimento, pervenendo a modifiche statutarie, mentre le modifiche regolamentari sono in programma per la sessione del 2021. Segnaliamo in particolare il documento sulla figura del consigliere generale e la linea del tempo
sulle modalità di lavoro in Zona e Regione.
Infine il convegno Zone di Settembre 2019 è stato un appuntamento importante per fare il punto su come la riforma sia stata fino a ora concretizzata e vissuta, con un focus particolare sulla definizione dei ruoli e dei processi nella formazione del pensiero associativo. Al CG del 2020 è previsto un primo step di verifica: come ci si arriverà? Per prepararlo è stata costituita una commissione, chiamata Grande Nibbio, che ha il compito d’identificare gli strumenti di verifica in itinere per i diversi livelli: Gruppo, Zona , Regione.
Da qui al CG quindi tutti i livelli saranno chiamati a interrogarsi su come sta camminando la
Riforma: se davvero sta modificando i percorsi decisionali, incentivando la contribuzione di tutti alla costruzione del pensiero associativo; se ha migliorato la rappresentanza dei territori a livello nazionale; se, riducendo la distanza tra i livelli, sta permettendo un’azione più rapida senza comprometterne la profondità.
Il cuore della nostra associazione è l’azione educativa e lo scopo delle strutture è sostenere e mantenere questo centro: facciamo in modo che sia compito di tutti che siano vissute con
competenza e passione.

 

 

[Foto di Andrea Pellegrini]

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