3. MANI ABILI

di Alessandro Vai

Per combattere il pericoloso spreco di capitale umano – dice B.-P. sempre nel Libro dei capi – lo scouting dovrebbe equipaggiare anche il ragazzo più sprovveduto di una discreta dose di speranza e abilità manuali per incamminarsi sulla strada della vita. Vita all’aria aperta, pionerismo, specialità e brevetti – non assegnati sulla qualità dell’obiettivo raggiunto, ma sull’impegno profuso per ottenerli – sono quindi strumenti per incuriosire e sviluppare competenze, ma non rappresentano il fine della proposta scout. Il medesimo orientamento hanno quindi anche le attività di osservazione e deduzione, e quelle espressive – canto, disegno, rappresentazioni – vissute come occasione di felicità coi propri ragazzi e che permettono di elevare il tono dei loro pensieri. Può suonarci anacronistico il richiamo di B.-P. a supportare il ragazzo nel passaggio da questi hobbies a un vero e proprio lavoro. Ma ci racconta il livello di cura e intenzionalità educativa che B.-P. immagina per il capo nel proporre ogni attività. Niente meno che piccole occasioni – un azimut da calcolare e un semplice canto corale dell’intera squadriglia – per equipaggiarsi sulla strada delle proprie aspirazioni più grandi.

«Ma tu non sei scout?!». Quante volte un amico si è rivolto a noi così quando non siamo riusciti a riparare qualcosa? La capacità manuale, assieme all’uniforme e al vivere per boschi, è forse una delle caratteristiche che ci inquadra di più come scout. E tu vai loro a spiegare che non è proprio così, perlomeno nell’accezione di saper fare tutto e subito. Non primeggiamo infatti in ogni tecnica, né allo stesso tempo siamo dei tuttologhi, capaci di fare tutto, e tutto male. Semplicemente sappiamo che anche attraverso occasioni semplici in cui la manualità entra in gioco, possiamo far sperimentare ai nostri bambini e ragazzi quei tratti di osservazione, curiosità, spirito, creatività che sono propri del carisma dell’uomo e della donna della Partenza.

La vita all’aria aperta, così come le nostri sedi mai esempi di design d’interno, offrono occasioni infinite al capo che desideri proporle ai ragazzi con intenzionalità educativa. E in mezzo alle loro mani ci sono anche le nostre, suggerendo il modo più furbo per portare l’acqua nell’angolo di squadriglia al campo, inventando un travestimento con due bottiglie e qualche pezzo di stoffa, riparando a fine riunione la ruota della bici del don rimasto a piedi. E chiedendo, quando non sappiamo come fare. Alla fine, al di là di tutto, mostrando che sono i piccoli fallimenti i passi necessari sulla strada della nostra libertà, mentre si impara un nuovo nodo così come quando si cresce.

 

[Foto di Dario Cancian]

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