Le 4 svolte dell’AGESCI – Pillole del Consiglio Generale 2016

Ruolo più centrale delle Zone nella vita dell’Associazione; un iter di formazione più attento alla personalizzazione dei percorsi formativi; settori che rispondono meglio alle esigenze dei ragazzi e dei capi; infine ulteriori possibilità ai rover e alle scolte di confronto e contribuzione.

Sono queste le quattro decisioni principali, le quattro svolte, assunte dai 202 Consiglieri generali dell’AGESCI, riuniti nel tendone di Bracciano dal 23 al 25 aprile, guidati dalla Capo Guida, Rosanna Birollo, dal Capo Scout, Ferri Cormio, anche se a distanza, e dall’AE Generale, Padre Davide Brasca.

Prima coi lavori delle 5 commissioni formate ad hoc e poi con il dibattito in plenaria, i consiglieri hanno passato tre giorni tra palette e chiacchiere, tra cene regionali e momenti di preghiera.

Vediamo nel dettaglio cosa hanno deciso e secondo quali modalità.

 

La Zona diventa centrale

Grazie ai lavori della Commissione Leonardo, avviati a valle del CG 2014 e durati due anni, si è cercato di colmare quello scollamento percepito tra la base e i luoghi in cui si esercita la democrazia associativa. In altre parole, tra le comunità capi e il Consiglio generale.

Dopo due anni di confronto, questionari e interviste ai capi, si è deciso di ridare centralità alla Zona: ogni Zona d’Italia potrà esprimere la propria visione attraverso la voce del proprio Consigliere generale. Il parlamento dell’AGESCI aumenterà la sua composizione con 200 membri eletti, garantendo una maggiore rappresentanza delle Zone. Assume poi centralità il Progetto di Zona rispetto a quello regionale, spesso considerato molto distante e difficile da attuare e incastrare nelle mille pieghe della quotidianità scout. Infine, una maggiore autonomia del Consiglio nazionale potrà sgravare il Consiglio generale da aspetti della vita associativa del tutto marginali rispetto alle sue funzioni principali.

 

 

La Capo Guida, Rosanna Birollo, abbraccia Carla Di Sante, la presidente della Commissione Leonardo

La Capo Guida, Rosanna Birollo, abbraccia Carla Di Sante, la presidente della Commissione Leonardo

 

Formarsi per crescere, non per autorizzare l’apertura delle unità

 È con questo spirito che i consiglieri hanno approvato il nuovo iter di formazione per i capi. La necessità emersa era infatti quella di promuovere una formazione rispondente ai bisogni dei capi, che potesse permettere la personalizzazione dei percorsi formativi. Insomma, ogni capo deve poter scegliere il momento più giusto per partecipare a un campo e non deve farlo solo perché ha fretta di rispondere ai requisiti “burocratici” per tenere aperta l’unità.

C’è da dire che alcuni consiglieri, durante la fase di delibera, avevano chiesto ancora un anno di tempo per migliorare la proposta da votare ma la maggioranza ha invece ritenuto che il lavoro di riflessione fatto finora fosse sufficiente.

In sostanza, chi entra in comunità capi avrà davanti a sé 10 mesi di tirocinio, un periodo formativo che include la partecipazione al CFT (Campo Formazione Tirocinanti), momento che invece ad oggi spesso viene fatto coincidere erroneamente con l’intero tirocinio.

Il CFM quindi viene previsto solo alla fine di questo periodo, proprio perché la partecipazione a questo evento con un minimo bagaglio di conoscenza degli strumenti della branca può risultare più efficace.

13040853_604852773000419_2937830261775760735_oInoltre il CFM viene visto come requisito minimo per vedersi affidata un’unità in termini autorizzativi: l’unità potrà infatti essere affidata a un socio adulto, che abbia terminato il tirocinio e sia al secondo anno di servizio continuativo nella stessa Branca, impegnato a concludere nel medesimo anno scout la prima fase del percorso formativo con la partecipazione al CFM.

Passa da 10 a 12 mesi il tempo minimo tra CFM e CFA e inoltre si allunga fino a 3 anni il tempo utile per vedersi affidare un’unità con il solo CFM. Questo servirà a non far nascere la fretta di partecipare al CFA, anche qui per garantire una partecipazione all’evento più efficace, basata su un’esperienza associativa più lunga e concreta.

La comunità capi può affidare la conduzione di una unità a soci adulti che, avendo partecipato a CFM di diversa branca, partecipino entro il 15 gennaio a un CAM o a un CFM della branca in cui si apprestano a svolgere il proprio servizio. La Zona potrà comunque autorizzare, per un ulteriore anno, unità affidate a soci con CFM fatto 3 anni prima, che non abbiano potuto partecipare al CFA per cause eccezionali.

Infine, visto che l’obiettivo per un capo in formazione deve essere la nomina a capo, la comunità capi può affidare un’unità a un capo con CFA per i 2 anni successivi alla partecipazione allo stesso.

 

I settori, al servizio dell’Associazione

I consiglieri hanno poi votato alcune modifiche relative ai settori, con l’ottica di mettere la loro azione maggiormente al servizio dell’Associazione.

Ecco le principali modifiche:

  • Il settore Specializzazioni diventa settore Competenze, cambio che valorizza l’offerta e13041216_605286469623716_2298099178946064021_oducativa e formativa, introducendo il concetto della competenza, che non copre esclusivamente aspetti di natura tecnica ma anche di capacità e abilità correlate ad aspetti educativi e formativi. Viene prevista la possibilità di nominare Incaricati alle competenze anche a livello regionale, chiarendo così il rapporto con il territorio, con particolare riferimento ai rapporti tra basi e regioni; tutti i campi regionali dovranno attenersi a linee guida nazionali, in modo da offrire uniformità negli eventi.
  • Il settore Internazionale diventa promotore di iniziative, facilitatore di relazioni e azioni a supporto delle Branche, con il coordinamento degli ICM.
  • Il settore Pace, Nonviolenza, Solidarietà cambia nome in Giustizia, Pace e Nonviolenza e vengono ampliati gli ambiti di intervento, che ora diventano: l’educazione del buon cittadino, la pace, la cura dell’ambiente, casa comune dell’uomo, la giustizia sociale, la promozione dei principi costituzionali e l’impegno politico come propulsori di cambiamenti nei territori, il consumo critico. Il tutto, in affiancamento con le Branche;
  • Si affidano agli Incaricati alle Branche, in particolare l’R/S, le competenze sugli eventi all’estero per i soci giovani, prima affidate al settore Internazionale;
  • L’Incaricato alla Comunicazione acquista anche le competenze dell’Incaricato alla Stampa non periodica mentre alcune sue funzioni, più amministrative, passano alla Fiordaliso;
  • Sono definite le relazioni dirette tra il settore di Protezione Civile, il Coordinamento Metodologico e la Formazione Capi per offrire un supporto maggiormente efficace all’azione educativa e formativa; prevista inoltre la possibilità della diarchia;
  • Settore Nautico: si specifica il coordinamento progettuale che esiste tra il settore, le Branche, la formazione e il territorio, anche per aumentare
    la sensibilizzazione su tale proposta;
  • Le competenze dell’Incaricato allo Sviluppo passano all’Incaricato al Centro Studi e Ricerche;
  • Si specifica che i principali destinatari della proposta dei Foulard Bianchi sono gli R/S e si istituiscono gli incaricati regionali.

 

I rover e le scolte chiamati a partecipare13055899_605543562931340_5551183329521853332_o

 Nella verifica della Route Nazionale 2014, fatta contestualmente al Consiglio generale 2015, i rover e le scolte chiedevano luoghi di confronto e partecipazione per gli R/S in Zona o in Regione quali occasione di lettura delle istanze del territorio, ricoprendo una funzione consultiva. Tale richiesta, che ben si sposa con un lungo percorso di riflessione sulla Branca che va avanti da diversi anni, si concretizza in una proposta in base alla quale i vari organismi associativi, attraverso gli incaricati alla Branca R/S, possono proporre alle comunità R/S occasioni autentiche di ascolto, confronto ed elaborazione di un pensiero politico condiviso.

In tali occasioni i rover e le scolte sono chiamati a contribuire alla vita dell’Associazione e delle realtà in cui vivono, attraverso l’esercizio della rappresentanza e l’assunzione di responsabilità e impegni comuni.

 

La relazione del Comitato nazionale

13087151_605996382886058_8080412387722602757_oIl Comitato nazionale, nella sua annuale relazione, ha toccato vari argomenti, tutti centrali e importanti per la vita dell’Associazione: dal tema della partecipazione, su cui ha lavorato in particolare la Branca R/S in questi anni, alla memoria della splendida giornata in Piazza San Pietro con Papa Francesco, lo scorso 13 giugno; dall’impegnativo ruolo di costruttori di ponti, che il Santo Padre ci ha affidato, al tema della libertà, mai così centrale nelle nostre vite e nel racconto dei media, a causa degli ultimi attentati terroristici; dalla sfida, offerta dal Giubileo della Misericordia, di essere coraggiosi nell’ordinario quotidiano a quella relativa alle frontiere; infine, il Centenario dello scautismo cattolico, occasione per ritrovare il senso di una scelta e il valore delle nostre radici.

Inoltre, nella replica, i presidenti, Marilina e Matteo, hanno lanciato alcuni dei temi su cui si lavorerà nel prossimo anno: l’applicazione concreta della revisione dei percorsi deliberativi, che apre nuove strade e nuove sfide; il lancio di un convegno sullo scautismo cattolico, nell’ambito del centenario, che vedrà le Zone protagoniste; l’intenzione di rispondere con azioni concrete all’emergenza migranti, un tema su cui l’AGESCI deve essere presente con forza. Il primo passo in questo senso l’ha compiuto il Consiglio Generale, facendo proprio il documento della Regione Trentino Alto Adige “Appello per un’Europa solidale”.

 

Le chiamate al servizio e le altre deliberazioni

Durante questo Consiglio generale, sono stati chiamati al servizio alcuni capi, ecco i risultati delle votazioni:

– eletta Donatella Mela come Capo Guida
– confermato Matteo Spanò come Presidente del Comitato nazionale
– eletta Maria Paola Gatti come Incaricata nazionale alla Formazione Capi
– eletto Nunzio Zagara come Incaricato nazionale alla Formazione Capi
– eletta Maria Iolanda Famà come Incaricata nazionale alla Branca E/G
– eletta Giorgia Sist come Incaricata nazionale alla Branca R/S
– eletto Luca Contadini come componente della Commissione economica

 

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Tra le altre decisioni, citiamo la trasformazione del Centro Documentazione in Centro Studi e Ricerche, l’abolizione del pantalone tecnico tra i capi dell’uniforme, la possibilità di usufruire del fondo immobili estesa anche ai gruppi, il mandato al Consiglio Nazionale di promuovere la conoscenza del Codice Etico per l’eventuale adozione ai livelli periferici, il riconoscimento formale della Comunità Basi AGESCI (51 basi di cui 32 gestite dall’AGESCI).

 

Le cerimonie

Nei 3 giorni di Consiglio generale ci sono state anche alcune cerimonie importanti per la memoria e la vita dell’Associazione: il 23 aprile si è ricordato San Giorgio, con un’effigie del santo scortata da un cavaliere a cavallo; il 24 aprile alle ore 12, il branco Roccia della Pace dell’Anguillara 1 e il cerchio della Grande Quercia del Roma 171, in contemporanea con centinaia di branchi e cerchi in tutt’Italia, hanno eseguito il Grande Urlo e il Grande Saluto, per ricordare i cento anni di lupettismo. Subito dopo i novizi del Flaminia 1 hanno costruito un ponte al centro del grande cerchio dei consiglieri generali, per ricordare le parole di Papa Francesco e per anticipare lo svelamento della pietra celebrativa del centenario dello scautismo cattolico. Nella stessa cornice, è stata conferita la benemerenza a Giampaolo Mora, Daino, Aquila Randagia, consegnata nelle mani del figlio Andrea Mora dalla Capo Guida, Rosanna Birollo, e dall’AE Generale, padre Davide Brasca. Infine, il 25 aprile, al termine dei lavori, la Capo Guida – giunta al termine del suo mandato – ha salutato e ringraziato i consiglieri e, tramite loro, tutta l’AGESCI, per questi anni di servizio intensi e proficui.

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[Leggi anche il resoconto social del Consiglio Generale 2016] [Foto di Francesco Mastrella]

2 Commenti a "Le 4 svolte dell’AGESCI - Pillole del Consiglio Generale 2016"

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