Progetto Policoro: dopo vent’anni chi se n’è accorto?

Ci sono dei momenti, quando le cose vanno velocemente e non si trova il tempo di condividerle.
Ci sono delle piazze, che una volta molto frequentate, oggi sono diventate deserte.
Ci sono delle relazioni che se una volta “incendiavano il mondo” oggi non riescono a fare luce ad un metro.
Ci sono dei progetti che per avere mani e piedi hanno bisogno di risorse economiche significative.
Ci sono ……… delle cose che durano nel tempo, altre no.

Progetto Policoro, nasce come attenzione verso le regioni del Sud Italia, ma dopo venti anni, ha una nuova piazza:  l’Italia  intera, dove 200 animatori di comunità realizzano continui flash mob per la promozione di un lavoro che sappia vestire la dignità umana.

Progetto Policoro dal 2003, collabora con la Fondazione Tertio Millennio delle Banche di Credito Cooperativo per la realizzazione di Laboratorio Sud (tutoraggio delle cooperative e delle imprese e la pubblicazione di testi sull’esperienze consolidate). Dal 2011 nasce una collaborazione con la Fondazione Operti per la formazione al microcredito, la messa in rete di esperienze di microcredito diocesano e la realizzazione di un Fondo Diocesano di Garanzia per il microcredito. Grazie alle convenzioni stipulate con le Banche di Credito Cooperativo e la Banca Etica, il “Microcredito-Progetto Policoro” si è sviluppato in 15 Diocesi. Solo da questo percorso sono nate circa 200 imprese che hanno creato più di 300 posti di lavoro.

Progetto Policoro ha formato, dal 1996 ad oggi, 875 giovani abilitandoli all’incontro di altri giovani con un approccio di simpatia, con un interesse verso una fragilità giovanile (quella occupazionale) comunicando che la loro passione ha radici nel proprio credo. Questi stessi giovani (tra i quali ci sono diversi capi dell’Agesci) hanno incontrato  durante questi anni, nelle Parrocchie, nelle scuole, nelle piazze, nelle fiere, migliaia di giovani italiani e stranieri.

Progetto Policoro ha saputo, in questi dieci anni,  contrastare e combattere il vero nemico, soprattutto delle regioni del Sud: il localismo. Fenomeno dove il male, attraverso piccoli centri di potere, ha il controllo totale del territorio e di tutto ciò che tenta di insediarsi per produrre economia.

Progetto Policoro è anche gesti concreti come la Cooperativa “Collina del Sole” nata ad Arghillà (RC), uno dei territori più difficili dell’intera Calabria.  La cooperativa è fatta di gente semplice: mamme di famiglia, laureandi e laureati che da più di un anno  stanno lavorando nella Cooperativa senza ricevere nessun compenso. E’ composta da persone impegnate nella evangelizzazione e nel volontariato. Nasce grazie ai terreni offerti dall’Istituto Sostentamento Clero, con l’accompagnamento del Progetto Policoro in fase di start-up e si è sviluppata grazie ai tanti della comunità parrocchiale che hanno messo a disposizione quanto necessario per far produrre la cooperativa. Alcune delle attività configurabili come artigianato e manifatturiero sono orientati alla creazione di prodotti non solo riconducibili al commercio, ma con una connotazione educativa grazie all’utilizzo di materiali poveri reperibili in natura perché i bambini tornino ad innamorarsi della natura. Ma la cooperativa è anche progettazione di equitazione integrata che favorisca l’integrazione delle diverse etnie Rom presenti nel territorio e quindi agisce come prevenzione al disagio giovanile. Il logo della cooperativa è rappresentato da un sole che bacia le colline per indicare l’attività di agricoltura; raggi particolari sono presenti in questa immagine per sottolineare l’attività artigianale ed  è presente, in uno dei raggi, il segno della croce che vuole indicare l’appartenenza ad una comunità che si riconosce in questo segno. Sotto il logo la frase: Una intuizione che diventa impresa e speranza per il futuro. Non è uno solo uno slogan perché Sonia, Giovanna, Paola, Bianca, Angelo, Marco, Francesco, Felice, Luca, Laura e Mariella e altri giovani che concorrono occasionalmente al lavoro,ogni mattina si svegliano e, senza pretendere nulla in cambio, scommettono sul loro futuro con la consapevolezza e la dignità di chi non vuole affidare al caso la propria vita.

L’Agesci dialoga con il Progetto Policoro attraverso l’esperienza e l’impegno nell’evangelizzare le nuove generazioni e rappresenta un luogo dove poter approfondire argomenti come:

1)      L’analisi tra il rapporto tra capo educatore e mondo del lavoro per comprendere quanto lo scautismo, se i capi non fossero costretti per motivi di lavoro a lasciare il proprio territorio,  potrebbe essere ospitato nelle tante realtà di periferia alle quali,oggi,viene negato l’annuncio del Vangelo e opportunità educative.
2)      L’idea di lavoro che hanno i nostri rover e scolte e come nella comunità di clan/fuoco viene affrontato il capitolo “Lavoro”.
3)      Il contributo di un percorso pedagogico ed educativo che sostiene le vocazioni dei nostri ragazzi attraverso gli strumenti metodologici della specialità, dei brevetti, degli incarichi, dei posti d’azione, dell’affidamento di compiti nella comunità di clan/fuoco e che consideri  lo stesso concetto di comunità declinato con uno sguardo al cooperativismo ed all’impresa.
4)      Progetto Policoro è anche indicato nel Progetto Nazionale come riferimento nel promuovere il diritto al lavoro.

L’Agesci, al tavolo nazionale, attualmente è rappresentata da Antonio De Luca. Un capo che sta svolgendo il servizio di animatore di comunità nella Diocesi di Benevento.

[scritto da Gino Arcudi]

Nessun commento a "Progetto Policoro: dopo vent'anni chi se n'è accorto?"

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

    I commenti sono moderati.
    La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
    La moderazione non è immediata.
    I tuoi dati personali, che hai fornito spontaneamente, verranno utilizzati solo ed esclusivamente per la pubblicazione del tuo commento.