Il nostro territorio, la nostra storia

C’è stato un momento ben preciso, anzi due, che hanno cambiato la vita a noi delle zone terremotate: il 20 e 29 maggio 2012. Ormai è passato un anno, alcune cose sono state fatte, molte altre sono ancora da fare. Sicuramente il forte cambiamento che ha subito il nostro territorio ci ha spinto a nuove riflessioni, come persone e come scout. L’esperienza del terremoto sta facendo rivivere in noi una sensibilizzazione della nostra terra, come bene da ricostruire e curare, che ormai sembrava assopita. Così ho provato a capire come hanno agito e reagito i branchi e i cerchi dei due gruppi di Mirandola, la mia città in questi mesi, cosa hanno detto e fatto e quali cambiamenti hanno notato i vecchi lupi e le coccinelle anziane nei “loro” bambini.

Ho da subito capito che l’intenzione dei capi non è stata quella di forzare una riflessione su quello che è accaduto e sull’importanza di riscoprire il territorio, ma piuttosto di fare delle esperienze significative, come ci insegna il nostro essere scout. Mi ha stupito molto la voglia dei lupetti e delle coccinelle di recuperare il loro senso di appartenenza, che fisicamente è stato duramente colpito e che ha cancellato tanto di quello che c’era, partendo proprio dalla sua storia, custodita dai loro nonni, dalle persone anziane. Sì, quelle persone che fino a qualche decina di anni fa erano il faro della famiglia e che ora, in questa era ultra moderna, sono gli ultimi, per poi riscoprire, quando sentiamo il bisogno di identità, che sono il legame più forte tra noi e la nostra terra.

Così, durante l’avvento, i nostri branchi e cerchi hanno fatto visita alle case degli anziani di Mirandola portando dei presepi e ascoltandoli. Successivamente hanno fatto delle interviste alle loro nonne e ai loro nonni, sentito storie e guardato foto della nostra città com’era quando ancora tutto era dipinto di bianco e nero. Infine sono andati a Monte Sole, nei luoghi dell’eccidio del 1944, per ascoltare testimonianze di un “nonno sopravvissuto”. Emozionante è stato sentire da una sorellina del cerchio dire: “Abbiamo una cosa in comune con loro: anche noi siamo sopravvissute!

Queste esperienze hanno suscitato l’interesse dei lupetti e delle coccinelle ed hanno dato il la ad altre attività di “protagonismo sul territorio”, come pensare a quello che servirebbe alla nostra città (spazi verdi, negozi, nomi delle vie, ecc.); alle “regole/atteggiamenti” che dovrebbe avere un buon cittadino; alla raccolta di fondi da destinare a chi è in difficoltà a causa del terremoto.

Anche questo, tutto questo, ha aiutato e sta aiutando le bambine e i bambini, con più consapevolezza, a sentirsi parte attiva del territorio dove sono nati, dove stanno crescendo e dove probabilmente vivranno la loro vita. Come? Partendo dall’ascolto dell’esperienza e della storia del nostro territorio (che è solo nostra!), provando a capire cosa si può fare per ricostruire e migliorare, per poi attivarsi di conseguenza secondo le proprie capacità: osservare, dedurre e agire.

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