Il lavoro come talento

Per il vocabolario dell’Enciclopedia Treccani, il talento è “ingegno, predisposizione, capacità e doti intellettuali rilevanti, specialmente in quanto naturali e intese a particolari attività”, e l’etimologia della parola risale alla parabola del Vangelo di Matteo (Mt, 25, 14-30), nella quale i talenti (che nel mondo antico erano unità di misura di massa o di peso) affidati dal padrone ai propri servi sono simbolo dei doni di Dio all’Uomo.

Nello scautismo, i talenti sono fonte d’impegno, da mettere al servizio della propria comunità, per lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato, e come tali sono presenti nell’obiettivo principe: educare il ragazzo ad essere un ‘buon cittadino’.Se riteniamo questo principio applicabile ad ogni ambito della vita quotidiana e della convivenza sociale, anche in campo professionale – con le dovute eccezioni, causate soprattutto dall’attuale crisi del mercato del lavoro – si è chiamati a mettere in opera i propri talenti, per svolgere delle attività che assicurino al singolo una retribuzione per il sostentamento quotidiano, e alla comunità la possibilità di crescere grazie all’operato di ogni lavoratore.

Ma l’occupazione principale di un individuo non riesce probabilmente ad attingere a tutti i talenti e soddisfare tutte le passioni del singolo; per tali motivi, ci impegniamo in altre attività, attraverso le quali contribuiamo al benessere comune e delle quali è spesso difficile determinare il valore, non necessariamente in termini di corrispettivo economico, ma anche e soprattutto come impatto positivo nella vita delle persone con cui entriamo in contatto.C’è quindi da chiedersi quale sia il vero valore del lavoro e su quale base vada calcolato: da un punto di vista meramente economico, è la legge della domanda e dell’offerta a stabilire il valore di ogni bene o servizio, che viene convenzionalmente tradotto in valore monetario per facilitarne la retribuzione; ma tale conversione non produce altro effetto che portare a domandarci quale sia, conseguentemente, il valore del denaro.

In un suo recente discorso sulla necessità di adottare il principio della sobrietà come guida della propria vita, il presidente dell’Uruguay, José “Pepe” Mujica, ha illustrato la sua opinione a riguardo, sostenendo che il valore del denaro corrisponde al tempo impiegato per guadagnarlo e che la vera libertà corrisponde alla possibilità di godere del proprio tempo. Un richiamo per nulla velato, insomma, al noto modo di dire “il tempo è denaro”.In effetti, Mujica non è il primo ad usare il tempo come unità di misura: già dagli anni ’80 esistono delle associazioni, che in Italia prendono il nome di banche del tempo (clic), nate per diffondere la cultura della collaborazione basata sulla reciprocità e sulla solidarietà. Esse hanno come scopo la valorizzazione sociale del territorio di appartenenza ed un sempre maggiore coinvolgimento dei cittadini nelle attività di servizio e miglioramento delle condizioni di vita della comunità: la loro particolarità è che, per pagare i servizi scambiati tra i consociati, viene usato… il tempo!

In queste associazioni, infatti, ore e minuti sono considerati come una moneta per facilitare lo scambio differito nel tempo: chi offre oggi un servizio, ad esempio di giardinaggio, per un’ora, avrà diritto in futuro a ricevere un altro servizio, per lo stesso quantitativo di tempo, da parte di un qualsiasi altro socio; inoltre, in molte banche del tempo vige il principio dell’eguaglianza tra le prestazioni: un’ora di babysitting vale tanto quanto un’ora di assistenza informatica o di consulenza legale. Ad ogni talento è quindi assegnato lo stesso valore in quanto necessario a soddisfare un bisogno altrui, a prescindere dal valore monetario solitamente attribuito alla prestazione svolta.Questo spirito “pratico” di cooperazione e di condivisione è alla base del modello economico che viene comunemente denominato sharing economy, nuovo paradigma ormai affermato in tutto il mondo e che in Italia comincia ad affacciarsi principalmente grazie ad aziende private che ne divengono ambasciatrici, soprattutto attraverso mezzi informatici, come TIMEREPUBLIK: una banca del tempo digitale globale, basata su una piattaforma online, nata per superare alcuni dei limiti delle banche del tempo tradizionali, quali, ad esempio, la scarsità numerica della tipologia di talenti disponibili – per cui determinate esigenze non riescono ad essere soddisfatte all’interno della cerchia di iscritti – o la necessità di avere a disposizione un luogo fisico dove effettuare gli scambi. Inoltre, in quanto strumento digitale, TIMEREPUBLIK favorisce la partecipazione di utenti più giovani, solitamente poco attratti dalle piccole banche del tempo locali, fornendo loro la possibilità di utilizzare uno strumento social che gli permetta di entrare in contatto sia con altri utenti appartenenti alla loro stessa area geografica (con un’eccezionale ricaduta sul territorio in termini di richieste di servizio soddisfatte), sia con utenti di qualunque altra parte del mondo, contribuendo a creare in loro un maggior sentimento di cittadinanza globale.

Lo sanno bene gli R/S del Lazio, che hanno avuto la possibilità di incontrare TIMEREPUBLIK al Forum R/S regionale dello scorso gennaio: i ragazzi, inizialmente solo curiosi, ma alla fine molto interessati, hanno aderito alla piattaforma con il solito entusiasmo e la voglia di partecipare tipici degli scout, scegliendola anche come startup (impresa innovativa) più interessante del Forum!“C’è vera condivisione solo nella povertà. C’è vera ricchezza solo nella condivisione”, ci ricorda l’arcivescovo Roger Etchegaray: in effetti, di talenti ne abbiamo tutti, nessuno escluso, e di strumenti che facciano da cassa di risonanza per le esigenze della comunità ce ne sono ormai di tutti i tipi; alcuni di questi ne facilitano anche lo scambio regolato, al di fuori di un sistema economico cui siamo ormai legati a doppia corda…perciò, che cosa aspettiamo a metterci ulteriormente in gioco, mettendo a frutto i nostri talenti e contribuendo al benessere comune? [scritto da Alessio Salzano – https://twitter.com/alessiosalzano]

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