Il bello a 360°

di Letizia Malucchi

Quella che ci ha accolto in una sera di febbraio stranamente tiepida non era certo la Milano che mi sarei aspettata. Il traffico sì, certo, ma non tutti quei casermoni e quelle aree boscose e buie. E la poca gente in giro, niente negozi, a così pochi metri dalla stazione di Rogoredo. Forse per questo mi è sembrato ancora più luminoso il grande faro che illumina l’ingresso di Nocetum e la sua chiesetta, e ancora più luminosa l’accoglienza che ci è stata riservata dalle consacrate che abitano questo luogo meraviglioso. Ci trovavamo immersi nella periferia sud della città, negli ultimi anni tristemente nota per essere diventata grande piazza di spaccio. 

Nelle parole di Gloria Mari è stato facile immaginare quanto, andando anche di poco indietro nel tempo, questo luogo sia stato difficile da abitare: prima del loro arrivo Nocetum era una chiesina nel fango e una cascina isolata in periferia, rifugio precario per senza fissa dimora, luogo di spaccio e prostituzione, mal collegato e non illuminato. Ma scavando ancora nel passato, secoli prima, quella che oggi si chiama Valle dei Monaci era un territorio su cui passava l’omonimo cammino che portava dal centro di Milano alla Via Francigena e, grazie anche ai monaci della vicina abbazia di Chiaravalle che curavano la terra e assistevano l’anima delle persone, aveva contribuito molto alla vita di Milano. E così ancora oggi a Nocetum una comunità di consacrate affiancate da laici, volontari e professionisti ha custodito e realizzato il sogno di portare avanti questa forma di monachesimo nella città. 

Un sogno che ha le sue fondamenta nella ricerca del bello, nella salvaguardia del creato e del patrimonio storico, ma soprattutto nella cura dell’uomo a 360°. Un sogno custodito per anni nella preghiera da una comunità guidata da una donna, suor Ancilla Beretta, capace di leggere i segni e quella strada che il Signore stava indicando loro.

L’associazione Nocetum nasce nel 1998, con lo sguardo attento alla conoscenza del territorio e alla cura del creato, e con le porte aperte alle persone più disagiate, senza paura di vivere con loro e di immergersi appieno nella loro realtà. Perché, ci spiega Gloria, l’obiettivo della presenza sul territorio di questa comunità era proprio prendersi cura dell’uomo nella sua integrità: corpo, anima e ambiente in cui vive, riconoscendolo come opera meravigliosa e unica del Creatore. 

Tutto nasce in una preziosa e antica chiesetta, che diventa la sede di quel gruppo di preghiera. E, quando i tempi sono maturi, anche la cascina scalcinata lì a fianco entra a far parte del progetto, con il suo carico di fatica e soddisfazione. 

Mi sembrava di risentire davvero quella sgradevole sensazione di quando sei al campo e piove e tutto è umido, e tutto ciò che hai addosso è umido, e continuerà a esserlo fino a quando non spunterà il sole, mentre Gloria ci raccontava quei primi duri anni vissuti con suor Ancilla nella cascina. Cinque anni senza riscaldamento, con il tetto che ogni tanto faceva acqua, disagi che Gloria ci narra scherzando, facendo un parallelismo con un eterno campo scout. Con il sorriso sulle labbra e la convinzione che le difficoltà nel condurre una vita semplice insieme ai loro poveri, erano state parte di quella dimensione spirituale che aveva permesso loro di comprendere a fondo il senso di ciò che stavano facendo. Della grandezza di quel sogno che stavano realizzando. 

E piano piano tutto questo bene, sospinto dalla Provvidenza e dalla solidarietà di una rete di associazioni, laiche e cattoliche, e di enti pubblici sul territorio, trova un suo spazio per prendere fiato e respirare aria nuova: si viene a sapere sui giornali quanta solidarietà silenziosamente viene fatta ogni giorno, si trovano i fondi per ristrutturare la casa. 

L’associazione inizia a vincere progetti e bandi, forma la cooperativa sociale e trova una sua dimensione operativa sempre più ampia nel territorio; nascono la bottega, un laboratorio di trasformazione prodotti e una cucina professionale, si possono assumere i primi dipendenti. 

Adesso a Nocetum c’è anche una comunità educativa mamma-bambino, convenzionata con il Comune di Milano, che punta a guidare verso l’autonomia queste persone – che spesso vengono da situazioni molto complesse – accompagnandole con figure professionali. 

E ancora, il miracolo quotidiano continua a prendere forma tra la gente di questa comunità: recentemente il Comune di Milano ha concesso a Nocetum un ettaro di terreno che è stato impiegato per arricchire il verde della periferia consentendo anche l’ingresso di Nocetum nella filiera agroalimentare. La coltivazione di orti e frutteti ha permesso la lavorazione di prodotti “dal campo alla tavola” che dà lavoro a molte persone in difficoltà. Per restituire la dignità a tante donne che sono state ospiti a Nocetum è stato fondamentale poter accedere a questi spazi di rendita economica e formazione professionale. E, ama ricordarci Gloria, tutto questo è partito dall’ascolto attento dei bisogni del territorio, dalla spontaneità del lanciarsi nell’avventura e da uno sguardo aperto verso il futuro.

Ciò che tiene in equilibrio questi due binari di bellezza naturalistica e cura dell’uomo è proprio che tutto è in relazione”, quindi l’aiutare un povero deve andare di pari passo con il cercare di rendere bello l’ambiente che ci circonda; bello per noi e bello per lui, bello non per estetismo formale ma per quella stessa cura che qualcuno ha messo nel far crescere quel ramoscello, quella rosa. Non è un caso che Gloria faccia parte della commissione nazionale della Conferenza episcopale italiana per la cura del creato e che, quando è stata pubblicata l’enciclica di Papa Francesco Laudato sì, la realtà di Nocetum si sia sentita chiamata a farsene divulgatrice, entrando anche a far parte della rete Comunità Laudato sì. L’esperienza di Nocetum è veramente una prova di quanto il concetto di ecologia integrale sia una proposta vera e vincente.  E davvero opere così sulla Terra ci fanno capire quanto “tutto è connesso”, che non si può separare l’amore per l’ambiente dall’amore per gli uomini, e che la crisi ambientale e la crisi sociale sono due facce della stessa medaglia. E se sono attento, se sono in ascolto dell’altro tramite un rapporto vero e autentico, sono anche in ascolto del creato e di ciò che mi circonda.

Sentinelle fra città e campagna

Nocetum è il toponimo latino di un’area a sud di Milano in cui anticamente erano presenti un bosco di noci e un luogo di culto. Ed è proprio qui, al limitare tra la città e la campagna, che nel 1998 suor Ancilla Beretta, Gloria Mari e un gruppo di laici danno vita all’Associazione Nocetum (www.nocetum.it), che pone al centro l’accoglienza, l’ospitalità, l’ecumenismo, la salvaguardia del Creato, la formazione dei volontari e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale. Nocetum si trova all’interno della Valle dei Monaci (www.valledeimonaci.org), confina con il parco della Vettabbia e dal 2006 è Punto Parco Agricolo Sud Milano. Dal 2010 nasce Nocetum società cooperativa sociale, per rispondere in modo più strutturato alla promozione del territorio e ai bisogni della persone, attualmente mamme in difficoltà con i loro bambini. Nel 2020 Nocetum ha aderito alla rete Comunità Laudato sì (https://comunitalaudatosi.org), di cui fanno parte realtà che si fanno promotrici di un nuovo modello di pensiero e di trasmissione delle conoscenze a partire dall’enciclica di Francesco.

[Foto di Martino Poda]

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