DA GERUSALEMME A EMMAUS: 11 KM DI VITA VERA

di Paolo di Tota

Pattuglia nazionale E/G

Come Associazione abbiamo raggiunto una nuova e importante tappa: nell’educazione alla vita cristiana siamo proprio come i discepoli di Emmaus, sempre in cammino e in cammino con i ragazzi. … e su questo non ci piove! Ma se i discepoli sul sentiero con Gesù non fossero solamente due?
Se da una parte ci fosse Cleopa – i capi reparto – e dall’altra al posto di un solo discepolo ci fosse un’intera squadriglia? Non sarebbe questo un modo per vivere, incontrare, raccontare e generare nuove avventure, nuovi sentimenti, nuove competenze e nuovi incontri?

Prendiamo per esempio la squadriglia Castori, che i capi reparto hanno deciso di mandare in missione perché hanno bisogno di un momento insieme, senza capi e senza altre squadriglie, per appianare alcune divergenze nate nell’ultima impresa.

Sono ragazzi in gamba, ma qualche volta si fanno prendere un po’ la mano dalla competizione e se la prendono l’uno con l’altra anche per piccoli errori. Vista la loro competenza in campismo i loro “Cleopa” decidono di mandarli a costruire un ponte di corde sospeso su un piccolo fiumiciattolo a pochi chilometri dalla sede.

Già il cammino li mette alla prova: a metà strada la squadriglia inizia a dividersi, i più piccoli Damiano e David non reggono il passo, così Nicolò e Davide, capo e vice, decidono di ridistribuire il cibo e la tenda per alleggerire i due.

Arrivati montano subito la tenda che i più piccoli guardano con occhi lucidi dato che è la prima volta per loro, per di più senza capi.

Nel posizionarsi in tenda decidono di sistemarsi con i più piccoli al centro, uno a destra e l’altro a sinistra del capo squadriglia, la notte così passa liscia senza paura.

Il giorno dopo, ognuno con il suo posto d’azione, iniziano a montare il ponte di corde, purtroppo però David, sempre sbadato, cade in acqua e non ha ricambi; una maglietta la rimediano, ma ormai David ha il morale a terra e, seduto in un angolo, non vuole più mettersi in gioco; è così che Nicolò ha un’idea geniale: anche lui si toglie le scarpe e a piedi nudi decide di chiedere a David di dargli una mano a costruire il ponte direttamente dal fiume. Mentre sono all’opera succede anche un’altra cosa importante: Giorgio chiede finalmente scusa a Damiano per come lo aveva trattato nell’impresa precedente, quest’ultimo aveva proprio bisogno di quelle parole.

Ponte pronto, l’onore a David di passare per primo, così almeno arriva all’altra riva tutto asciutto questa volta!

Prima di ripartire c’era anche da leggere un brano del Vangelo nella busta della missione: il paralitico guarito. Giorgio, il liturgista di squadriglia, fa notare agli altri che solo insieme si possono compiere grandi imprese, come scoperchiare un tetto e portare un letto pesante fino a Gesù. La squadriglia Castori torna a casa con un’avventura in più nello zaino, competenza e spirito di squadriglia alle stelle.

Cosa c’entra questa storia con l’Educare alla vita cristiana? Nulla a occhi poco allenati, è una normale missione di squadriglia come quelle che vivono i nostri ragazzi.

Forse la scelta dei capi reparto potremmo definirla “profetica”? Serviva questa esperienza per rimettere in carreggiata la squadriglia. In ogni momento della vita di squadriglia e reparto i ragazzi si sperimentano nello stile delle dimensioni; in una semplice missione di squadriglia possono fare esperienza di Gratuità, Alterità, Creatività, Custodia e noi, accanto a loro, aiutarli a rileggerle.

Educare alla vita cristiana è proprio questo in fondo: camminare sul sentiero con i nostri ragazzi come compagni di viaggio, un viaggio a cui si aggiunge anche Gesù proprio per farci comprendere che vivere un’esperienza vera, incontrare nuove o vecchie persone, raccontare e raccontarsi quanto fatto ci porterà poi a generare un vortice di emozioni e di Bene che ci darà nuova linfa per altre esperienze in cammino.

E voi quali capacità e quali dimensioni riuscite a individuare in questa storia e in tutte quelle che vi raccontano le vostre squadriglie con la loro vita?

[Foto di Martino Poda]

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