CERTIFICATO DI SANA E AUTENTICA RELAZIONE

di Anica Casetta

«Non so cosa dirti del ping-pong. Io sono sicuro che se lo spezzi nel mezzo e se in conseguenza di ciò non avrai più nessun ragazzo d’intorno non morrà nessuno. Avrai più tempo per pensare. Più silenzio, e in più pian piano andrai costruendo quell’immagine di prete più vera e degna di te che con l’andare del tempo attirerà col suo valore intrinseco»
Don Lorenzo Milani, lettera a don Ezio Palombo, 1955

Partirei da un caposaldo della nostra infanzia/adolescenza, dal passe-partout per inseguire sogni di gloria sportiva: il certificato di sana e robusta costituzione.

Ben sappiamo che non ci garantisce che ci qualificheremo per le prossime Olimpiadi, ma certifica che abbiamo le carte in regola per provarci.

Io lo vorrei tanto trovare un medico, o un altro professionista più adatto, che attestasse che ho le carte in regola per potermi giocare in relazioni a livello olimpico con un approccio sicuro e sereno. Insomma vorrei un certificato di sana e autentica relazione.

Vorrei che questo professionista mi aiutasse a fare un’anamnesi che coinvolgesse tutta la mia vita, tutte le dimensioni che mi definiscono, aiutandomi a prendere coscienza che in ognuna di queste mi definisco non solo per quello che faccio, ma per le persone con cui lo faccio.

L’anamnesi indaga le mie abitudini di vita relazionale, cioè il mio bagaglio di partenza, un po’ il mio stile di stare nelle relazioni. Vorrei con sicurezza rispondere che con l’altro non mi sento solo di condividere un luogo, uno spazio, una situazione, ma mi sento proprio mischiata, disposta a impastare le nostre vite condividendo gioie, facendomi carico delle fatiche e dei silenzi, appoggiando e dissentendo all’occorrenza. E vorrei quindi anche affermare di non dubitare mai del valore della mia vita e di quella altrui, di pensare che valgano allo stesso modo, non per una questione di ruoli, ma di dignità.

Malattie attuali o pregresse? Sicuramente qualche problemino di credibilità qualche volta lo ho avuto. Quante volte ho pensato di dedicarmi all’altro, di essere limpida, appassionata, pronta ad amare e invece mi sono ritrovata a tradirmi clamorosamente perché… perché a volte è difficile esserci nella relazione e starci nonostante tutto, perché per riuscirci devo essere motivata, pronta a rivedermi costantemente, un giorno a tirare e un altro a mollare e non sempre mi pare di avere la forza d’animo e la lucidità per esserlo.

Sto cercando inoltre di curare un’ostinata ricerca di benevolenza, condita di compiacenza, di tanti sì, di tanta paura di uscire dalle grazie dell’altro per essere stata schietta e vera, erroneamente pensando che l’essere autentica sia un rischio un po’ alto da correre e che l’essere radicale chiuda porte ed eriga muri. E invece don Lorenzo Milani lo spiega chiaramente nella lettera a don Enzo Palombo, che è una questione di valore e non di presa di posizione: «In più pian piano andrai costruendo quell’immagine di prete più vera e degna di te che con l’andare del tempo attirerà col suo valore intrinseco».

A questo punto, se fossi nel professionista di prima, mi prescriverei un controllo del grado di libertà delle mie relazioni. È un esame piuttosto invasivo, ma va fatto. Consiste nel chiedermi quanto mi sento libera di abitare una relazione, di essere autenticamente io, di mettere la mia debolezza nelle mani degli altri e di accogliere quella altrui: I care you & I care me.

Credo che il professionista di cui sopra debba essere uno proprio bravo, che si intenda di sfumature di relazioni, di interconnessioni mani-cuore-piedi-occhi-pancia-testa, che ne sappia tanto anche di me… un profilo non facile da reperire.

Forse forse, e non vorrei apparire presuntuosa, servo proprio io ad attestare, dopo un’anamnesi e qualche controllo scrupolosi, lo stato di salute delle mie relazioni. E allora più certificati per tutti, indispensabili per il servizio, come per tutto il resto che è la mia vita… con investimento economico nullo, ma con quello di cuore alle stelle!

Tocca a Noi

Con quali ragazzi sei davvero in relazione? E con quali capi della Co.ca.?

[Foto di Nicola Cavallotti]

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