Incaricato regionale Branca R/S Lombardia
Era la seconda edizione del Bergheil. Si era svolta un po’ così, iniziando da due lezioni teoriche in Casa Scout a Milano. Erano pensate come incontri tecnici, addirittura avevamo dovuto portare due cordini di 8 millimetri con due moschettoni a ghiera. Parlammo di abbigliamento, alimentazione, pronto soccorso, sicurezza, meteo… tuttavia Max Delfi, responsabile e ideatore del Bergheil, ci accolse chiedendoci in che modo alla mattina, uscendo per andare al lavoro o a scuola, guardassimo il mondo. Con che stile osservassimo l’orizzonte, le nuvole, le piante sul nostro percorso. Se fossimo diritti e respirassimo fieri oppure rimanessimo piegati e riflessivi sui nostri passi. Dal primo momento, insomma, aveva voluto marcare il modo.
Lo stile del capo e della capo che vanno in montagna è lo stile sicuro e rassicurante di chi si avvicina alla montagna con rispetto e umiltà, pronto a far fatica. Di chi osserva i piccoli segni che il Creato ci regala. Questo subito ci è passato ed è stata la cosa più vera ed emozionante. Poi il Bergheil ha avuto compimento nell’uscita pratica: una salita notturna in Val Codera, accompagnati da una guida alpina. Indimenticabile. I primi passi spinti sui gradini, mi ricordo la luna…lo scricchiolio delle foglie secche sotto i nostri piedi: “Vedete, è da un po’ che non piove. Ascoltate, osservate, annusate”, così ci parlava Matteo, la Guida… E, ancora, sapete individuare il nord? Anche se c’è buio? Ma quella vetta quanto potrebbe essere alta? E quelle luci in lontananza in quanto tempo le raggiungeremo? Poi l’arrivo a Codera e il pernotto in Centralina. Alla mattina di buon’ora, cartina alla mano prender le coordinate, orientare una mappa, individuare le cime più alte e vicine e immaginare un percorso. Essere a turno capocordata, trovare la traccia migliore, controllare il passo degli altri, verificare la direzione, arrivare in un gola attrezzata, usare i cordini preparati durante le serate milanesi, salire alla vetta!
Bergheil! Bergheil è il saluto che ci si scambia una volta raggiunta una cima, con i compagni di cordata e con chiunque condivida, in quel momento, la stessa sensazione. Lì, stanchi, mangiare un po’ di formaggio, pane e speck, per poi scendere per un’altra strada da cercare per ritornare a Codera. Cenare alla locanda e crollare sulla stuoia. Il giorno dopo ripartire per un piccolo servizio a Cola, incontrare qualche valligiano, sposare tronchi, fissare una staccionata. Ritornare a valle in tempo per l’ultima Messa. I ricordi sono ancora vividi perché è stata un’esperienza indimenticabile, un insieme di montagna, incontro, fatica, gioia, scoperta, tecnica… un’occasione per migliorare il modo l’essere capo della branca R/S.
Questa formula è durata ancora un anno…poi, non so bene perché, tutto è saltato. Bergheil chiuso, pattuglia ambiente dismessa…tutto alle ortiche. Un peccato, ma è rimasto come un tarlo nell’orecchio… E, infatti, dopo una decina d’anni, da Incaricati regionali della branca R/S, abbiamo avuto l’opportunità di rimetterci la testa. Perché? Sicuramente il ricordo è stato fondamentale, ma soprattutto – ci siamo detti – i capi R/S vanno in montagna con i giovani e riteniamo debbano saperlo fare nel miglior modo possibile, capendo la bellezza della strada, ma anche i rischi e le insidie. L’ambizione è stata creare un micro corso di sicurezza in montagna in stile R/S, quindi senza tralasciare l’importanza della Route e della spiritualità della Strada. Questo perché saper vivere la montagna è la via maestra per sfruttare al meglio le potenzialità metodologiche della Strada.
Semplicemente, quindi, abbiamo riaperto il Bergheil. Quest’anno siamo arrivati alla quarta edizione. Quattro anni fa abbiamo utilizzato la formula originale: due serate di formazione teorica, tenute da un capo e una capo esperti di montagna (e istruttori Cai), e un’uscita con ben due guide alpine. Come mai coinvolgere le guide alpine nonostante la presenza di capi istruttori CAI? Semplicemente perché le guide sono le persone professionalmente più indicate nonché le uniche abilitate a tenere corsi di formazione (gli istruttori Club alpino italiano possono tenere corsi solo nell’ambito dei corsi Cai, a meno di deroghe specifiche).
I risultati sono stati ottimi! Una settantina di iscritti per le due serate teoriche, e una quindicina per l’uscita! Feedback da parte dei capi partecipanti entusiasta, e anche la guida alpina ha colto grandi potenzialità nell’interazione con AGESCI, tant’è che l’anno dopo abbiamo potuto beneficiare di un cofinanziamento per la promozione della montagna di Regione Lombardia (Regione amministrativa, non Agesci) e Collegio delle guide alpine del valore di circa 6 mila euro, che ci permesso di coinvolgere in un’uscita in ambiente una ventina di guide e accompagnatori di media montagna, suddivisi a coppie nelle nostre 12 Zone lombarde. Quindi il Bergheil si è trasformato in due serate formative e in sei uscite effettive.
Negli ultimi due anni abbiamo modificato ancora il taglio della proposta. Pensando che già molti capi avessero partecipato alla versione estiva, abbiamo deciso di proporre un’uscita in invernale. Ci siamo detti: i Clan e i Noviziati devono sempre essere sulla strada e camminare anche d’inverno, che è poi il momento in cui la montagna si fa più ostica e in cui i capi RS devono essere ancora più consapevoli e attenti. La formula ha previsto, visto la specificità invernale dell’uscita, l’iscrizione di una sola persona per Zona che potesse poi fare da cassa risonanza proprio in Zona.
Sicuramente abbiamo ancora tanto da fare, ma la strada intrapresa ci sembra possa essere quella giusta. Come migliorare? Abbiamo visto quanto la questione sicurezza sia sempre più centrale nell’elaborazione della proposta educativa (il tema è stato affrontato anche a Consiglio generale), e abbiamo anche rilevato dalla route nazionale quanto l’ambiente educativo della Strada venga vissuto e interpretato diversamente lungo lo stivale. Un’idea: potremmo lanciare il Bergheil a livello nazionale, programmando dei corsi di sicurezza in montagna con il collegio delle guide alpine nazionale? Abbiamo delle esperienze da raccontare e l’impegno paga. I nostri obiettivi da capi RS sono quelli di educare i giovani a diventare uomini e donne che vivono nel mondo come buoni cittadini, consapevoli, cristiani, impegnati servendo. Per far ciò abbiamo la Strada come maestra. Usiamola sempre, in autunno, inverno, primavera e estate. Facciamo che la strada sia la route! in sicurezza!! Perché è troppo bella e non possiamo fermarci.
[Foto di Andrea Pellegrini]
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