AGESCI e accoglienza

di Vincenzo Pipitone

Anni ‘70-’80
Fino agli anni ‘60 la formazione degli alunni con disabilità veniva affidata per lo più a enti privati, spesso religiosi, e solo dagli anni ’70 si registrano interventi legislativi per all’inserimento di tutti gli alunni nelle scuole pubbliche. Nel 1975 il Consiglio generale dà mandato perché si avvii una riflessione sul tema dell’accoglienza dei bambini e ragazzi con disabilità; dal convegno Per una educazione non emarginante (Bracciano, 2-3 ottobre 1976) parte un decennio di sperimentazione. Nei primi anni Ottanta l’associazione inizia a dare un senso più ampio al termine accoglienza, come accogliere chi è più svantaggiato (bambini e ragazzi sfavoriti dalla condizioni sociali ed economiche). Si aprono Gruppi nei quartieri più disagiati.

Anni ‘80-’90

Tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi del nuovo decennio, l’Agesci riflette sui migranti, sui profughi, sui rifugiati. Il settore Internazionale stimola le Comunità capi e i clan a progettare occasioni di servizio. Nel 1985 parte il progetto Riini Taaba (Condividiamo lo stesso piatto), gemellaggio con le Associazioni Guide e Scouts del Burkina Faso. Il Consiglio generale del 1990 istituisce la commissione studio sul tema degli immigrati extracomunitari. L’anno dopo il Consiglio generale riflette su Scautismo e immigrazione extracomunitaria: alcune esperienze europee.

Anni  ’90

Il mondo è scosso dalla guerra nell’ex Jugoslavia. Nascono i progetti Operazione volo d’aquila (Albania) e Operazione gabbiano azzurro (Bosnia). Si affaccia il tema dell’accoglienza nei gruppi degli stranieri di altre religioni, etnie e culture. 

Anni Duemila

L’accoglienza dei migranti nelle Unità diventa un tema centrale; multiculturalità, interculturalità, dialogo ci interrogano e spesso mettono in crisi le nostre strutture identitarie. Si torna a parlare di accoglienza dei disabili con il seminario Scautismo e handicap (Roma, 1-2 Giugno 2005).

Dal 2010 a oggi

Mentre assistiamo all’“emergenza sbarchi” il Convegno fede 2013 ha tra gli altri l’obiettivo di «leggere gli interrogativi e le prospettive che provengono dal mutato contesto sociale e religioso». Il Consiglio generale (mozione 18.2013) dà il via libera alla nascita della Commissione Dialogo interculturale e interreligioso, per contribuire a «un’approfondita riflessione sugli aspetti culturali, antropologici, spirituali, ecclesiali e pedagogici del dialogo interculturale e interreligioso». La commissione redige il documento Esploratori dell’Invisibile, condiviso dal Consiglio generale 2015. Il 13 giugno 2015 l’Agesci incontra papa Francesco, il quale invita a «fare ponti in questa società dove c’è l’abitudine di fare muri». Al Consiglio generale 2017 con la strategia nazionale di intervento “accoglienza”, l’associazione rimette al centro la sfida dell’accoglienza per «farsi capaci di educare i ragazzi e le ragazze alla relazione personale nello spirito della reciprocità (non solo includere, ma anche lasciarsi accogliere) e contribuire attivamente a creare contesti aperti». A giugno 2018 si torna a parlare di disabilità, della possibilità di proporre uno scautismo per tutti, senza esclusioni, con il convegno Con il tuo passo, percorsi di accoglienza in AGESCI. Il Consiglio generale 2019 (mozione 54.2019), all’unanimità fa proprio il documento La scelta di accogliere, che esplicita le motivazioni che ci chiamano a gesti di accoglienza di sé e dell’altro: accoglienza scelta di giustizia.

Si ringraziano Sergio Bottiglioni, Incaricato al coordinamento del Centro studi e ricerche nazionale, e fra’ Carletto Muratori per la consulenza. Per approfondire: https://archivi.agesci.it

[Foto di Valentina Enea]

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