AGESCI 2034. Pensare l’impensabile

di Oscar Logoteta

Un po’ di coraggio, tutti insieme, oggi

Spesso mi capita di pensare a come sarà l’ingresso di mio figlio nei lupetti. E mi capita di pensare che a educarlo ci sarà un Akela che, un tempo, era mio lupetto quando io ero Akela. Eh sì, mi sa è ora di fare una pausa come capo in servizio, che poi non vorrei che quello che abbiamo raccontato in Sogniamo ancora!, che dal Sogno si passi al Sonno, capiti anche a me! Dunque, molti anni fa, andava di moda una app per il telefono, era l’Harlem Shake che potremmo definire sia stato il nonno di TikTok – musica, balletti, nonsense. Correva l’anno 2014. Nel 2014 andava forte Facebook – ora abitato soprattutto dai boomer, dalla generazione X e da alcuni tardo-millennials. Questo audience è generalmente esperto semplicemente in tutto e quasi tutti laureati all’università della Vita. I giovani oggi – e magari anche tu, giovane capo che stai leggendo ora, che magari quando hai letto Harlem Shake forse hai un po’ sorriso ricordando i tempi di quando eri in clan – hanno abbandonato Facebook perché occupato dalla compagine di cui sopra. Primo pensiero per il futuro: largo totale ai giovani e a chi sa stare con loro, cioè a quei capi che, pur avendo anni e anni di servizio alle spalle, non pensano di avere la scienza infusa e mettono la propria esperienza al servizio delle nuove generazioni di capi, incoraggiandoli al proprio meglio. Perché questo è il loro tempo… I giovani, tutti, con i loro errori, con la loro energia, con la loro spensieratezza. Spensieratezza… Questo punto merita una riflessione. Abbiamo già detto dalle nostre pagine che per fare il capo serve una profonda leggerezza, e serve essere testimoni consapevoli di scelte definitive; sappiamo – e sapremo – i danni che questo periodo pandemico – perché anche questo è stato uno spartiacque – ha fatto e farà sui nostri giovani: non dobbiamo riprendere da dove abbiamo lasciato ma dobbiamo pretendere da noi e dalle nostre comunità capi, un nuovo inizio: con coraggio prendere delle nuove strade! Faccio mie le parole del libro Nella fine è l’inizio – di cui consiglio la lettura a tutti – di Giaccardi e Magatti, editrice il Mulino – in cui si dice che l’errore più grande che si possa fare ora è pensare di dover recuperare il terreno perduto e riprendere da dove avevamo lasciato. Gli autori ci dicono che dobbiamo avere un approccio nuovo e integrale a tutto: come educatori AGESCI, lo penso declinato alle nostre attività e al pensiero educativo verso i nostri ragazzi. Penso dunque a mio figlio, a quando sarà lupetto, che avrà a che fare con quell’Akela, mio ex lupetto. Un capo che ha resistito ed è ancora lì, nonostante il Covid, nonostante lo Scautismo a distanza e nonostante la depressione che ha colpito tanti giovani adulti. A questo Akela dico solo GRAZIE. Luca, grazie davvero. Concedetemi allora di spingermi un po’ più in là, e pensare a quando mio figlio sarà magari in Comunità capi, nel 2034, vent’anni esatti dopo l’Harlem Shake. Immagino dunque un’associazione dove magari sarà normale fare alcune cose online e altre in presenza – senza che nessuno si scandalizzi troppo. Dove saranno ormai prassi alcune attività di ecologia integrale perché la nostra associazione, con un percorso nato e cresciuto dal basso, ha saputo cogliere le sfide educative del suo tempo: del pensare globale e dell’agire locale. Un’associazione che è sempre pronta a ribadire senza se e senza ma, il nostro ripudio a ogni forma di guerra e che abbia contribuito a ridurre i fondi destinati alle spese militari. Capi che sappiano essere sempre promotori di pace. Una AGESCI 2034 che ha al suo interno sempre di più capi educatori sia a livello civico che ambientale. Una AGESCI 2034, che quattro anni dopo l’AGENDA 2030, ha dato il suo contributo affinché i 17 goal dell’agenda venissero rispettati dal mondo, e ce l’ha fatta! Tutti i capi AGESCI che si promettono sempre di essere Fratelli Tutti e di ritrovarsi a festeggiare tutti assieme la Giornata mondiale del Servizio di cui AGESCI è stata fondatrice. Un’associazione che sarà sempre dalla parte degli ultimi, dalla parte di più deboli, dei senzatetto, dei carcerati, degli immigrati – perché, come era stato scritto in un documento di molti anni prima, la Scelta di Accogliere “Noi, capi e capo dell’AGESCI, “scegliamo di accogliere” perché lo facciamo da sempre”. Di indignarci sempre per i morti in mare ed essere in grado di saperlo dire, al di sopra di ogni qualsiasi tipo di strumentalizzazione politica, perché i morti in mare non sono un affare di destra o di sinistra, sono un crimine contro l’umanità tutta.

In questa AGESCI 2034 sono infine convinto che mio figlio vivrà in una Chiesa che saprà riconoscere sempre di più i laici, il ruolo delle donne e che riconoscerà che è famiglia qualsiasi nucleo di persone dove al centro ci sia Dio che è amore puro. Una Chiesa che ha camminato e si è interrogata in un percorso, in cui l’AGESCI ha dato il suo contributo in seguito al più grande convegno fede mai fatto.

Come dite? Alcune proposte vi risuonano familiari? Mah, forse avete ragione. Serve semplicemente avere un po’ di coraggio, tutti insieme oggi.

[Foto di Nicola Cavallotti]

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