Ruolo più centrale delle Zone nella vita dell’Associazione; un iter di formazione più attento alla personalizzazione dei percorsi formativi; settori che rispondono meglio alle esigenze dei ragazzi e dei capi; infine ulteriori possibilità ai rover e alle scolte di confronto e contribuzione.
Sono queste le quattro decisioni principali, le quattro svolte, assunte dai 202 Consiglieri generali dell’AGESCI, riuniti nel tendone di Bracciano dal 23 al 25 aprile, guidati dalla Capo Guida, Rosanna Birollo, dal Capo Scout, Ferri Cormio, anche se a distanza, e dall’AE Generale, Padre Davide Brasca.
Prima coi lavori delle 5 commissioni formate ad hoc e poi con il dibattito in plenaria, i consiglieri hanno passato tre giorni tra palette e chiacchiere, tra cene regionali e momenti di preghiera.
Vediamo nel dettaglio cosa hanno deciso e secondo quali modalità.
La Zona diventa centrale
Grazie ai lavori della Commissione Leonardo, avviati a valle del CG 2014 e durati due anni, si è cercato di colmare quello scollamento percepito tra la base e i luoghi in cui si esercita la democrazia associativa. In altre parole, tra le comunità capi e il Consiglio generale.
Dopo due anni di confronto, questionari e interviste ai capi, si è deciso di ridare centralità alla Zona: ogni Zona d’Italia potrà esprimere la propria visione attraverso la voce del proprio Consigliere generale. Il parlamento dell’AGESCI aumenterà la sua composizione con 200 membri eletti, garantendo una maggiore rappresentanza delle Zone. Assume poi centralità il Progetto di Zona rispetto a quello regionale, spesso considerato molto distante e difficile da attuare e incastrare nelle mille pieghe della quotidianità scout. Infine, una maggiore autonomia del Consiglio nazionale potrà sgravare il Consiglio generale da aspetti della vita associativa del tutto marginali rispetto alle sue funzioni principali.
Formarsi per crescere, non per autorizzare l’apertura delle unità
È con questo spirito che i consiglieri hanno approvato il nuovo iter di formazione per i capi. La necessità emersa era infatti quella di promuovere una formazione rispondente ai bisogni dei capi, che potesse permettere la personalizzazione dei percorsi formativi. Insomma, ogni capo deve poter scegliere il momento più giusto per partecipare a un campo e non deve farlo solo perché ha fretta di rispondere ai requisiti “burocratici” per tenere aperta l’unità.
C’è da dire che alcuni consiglieri, durante la fase di delibera, avevano chiesto ancora un anno di tempo per migliorare la proposta da votare ma la maggioranza ha invece ritenuto che il lavoro di riflessione fatto finora fosse sufficiente.
In sostanza, chi entra in comunità capi avrà davanti a sé 10 mesi di tirocinio, un periodo formativo che include la partecipazione al CFT (Campo Formazione Tirocinanti), momento che invece ad oggi spesso viene fatto coincidere erroneamente con l’intero tirocinio.
Il CFM quindi viene previsto solo alla fine di questo periodo, proprio perché la partecipazione a questo evento con un minimo bagaglio di conoscenza degli strumenti della branca può risultare più efficace.
Inoltre il CFM viene visto come requisito minimo per vedersi affidata un’unità in termini autorizzativi: l’unità potrà infatti essere affidata a un socio adulto, che abbia terminato il tirocinio e sia al secondo anno di servizio continuativo nella stessa Branca, impegnato a concludere nel medesimo anno scout la prima fase del percorso formativo con la partecipazione al CFM.
Passa da 10 a 12 mesi il tempo minimo tra CFM e CFA e inoltre si allunga fino a 3 anni il tempo utile per vedersi affidare un’unità con il solo CFM. Questo servirà a non far nascere la fretta di partecipare al CFA, anche qui per garantire una partecipazione all’evento più efficace, basata su un’esperienza associativa più lunga e concreta.
La comunità capi può affidare la conduzione di una unità a soci adulti che, avendo partecipato a CFM di diversa branca, partecipino entro il 15 gennaio a un CAM o a un CFM della branca in cui si apprestano a svolgere il proprio servizio. La Zona potrà comunque autorizzare, per un ulteriore anno, unità affidate a soci con CFM fatto 3 anni prima, che non abbiano potuto partecipare al CFA per cause eccezionali.
Infine, visto che l’obiettivo per un capo in formazione deve essere la nomina a capo, la comunità capi può affidare un’unità a un capo con CFA per i 2 anni successivi alla partecipazione allo stesso.
I settori, al servizio dell’Associazione
I consiglieri hanno poi votato alcune modifiche relative ai settori, con l’ottica di mettere la loro azione maggiormente al servizio dell’Associazione.
Ecco le principali modifiche:
I rover e le scolte chiamati a partecipare
Nella verifica della Route Nazionale 2014, fatta contestualmente al Consiglio generale 2015, i rover e le scolte chiedevano luoghi di confronto e partecipazione per gli R/S in Zona o in Regione quali occasione di lettura delle istanze del territorio, ricoprendo una funzione consultiva. Tale richiesta, che ben si sposa con un lungo percorso di riflessione sulla Branca che va avanti da diversi anni, si concretizza in una proposta in base alla quale i vari organismi associativi, attraverso gli incaricati alla Branca R/S, possono proporre alle comunità R/S occasioni autentiche di ascolto, confronto ed elaborazione di un pensiero politico condiviso.
In tali occasioni i rover e le scolte sono chiamati a contribuire alla vita dell’Associazione e delle realtà in cui vivono, attraverso l’esercizio della rappresentanza e l’assunzione di responsabilità e impegni comuni.
La relazione del Comitato nazionale
Il Comitato nazionale, nella sua annuale relazione, ha toccato vari argomenti, tutti centrali e importanti per la vita dell’Associazione: dal tema della partecipazione, su cui ha lavorato in particolare la Branca R/S in questi anni, alla memoria della splendida giornata in Piazza San Pietro con Papa Francesco, lo scorso 13 giugno; dall’impegnativo ruolo di costruttori di ponti, che il Santo Padre ci ha affidato, al tema della libertà, mai così centrale nelle nostre vite e nel racconto dei media, a causa degli ultimi attentati terroristici; dalla sfida, offerta dal Giubileo della Misericordia, di essere coraggiosi nell’ordinario quotidiano a quella relativa alle frontiere; infine, il Centenario dello scautismo cattolico, occasione per ritrovare il senso di una scelta e il valore delle nostre radici.
Inoltre, nella replica, i presidenti, Marilina e Matteo, hanno lanciato alcuni dei temi su cui si lavorerà nel prossimo anno: l’applicazione concreta della revisione dei percorsi deliberativi, che apre nuove strade e nuove sfide; il lancio di un convegno sullo scautismo cattolico, nell’ambito del centenario, che vedrà le Zone protagoniste; l’intenzione di rispondere con azioni concrete all’emergenza migranti, un tema su cui l’AGESCI deve essere presente con forza. Il primo passo in questo senso l’ha compiuto il Consiglio Generale, facendo proprio il documento della Regione Trentino Alto Adige “Appello per un’Europa solidale”.
Le chiamate al servizio e le altre deliberazioni
Durante questo Consiglio generale, sono stati chiamati al servizio alcuni capi, ecco i risultati delle votazioni:
– eletta Donatella Mela come Capo Guida
– confermato Matteo Spanò come Presidente del Comitato nazionale
– eletta Maria Paola Gatti come Incaricata nazionale alla Formazione Capi
– eletto Nunzio Zagara come Incaricato nazionale alla Formazione Capi
– eletta Maria Iolanda Famà come Incaricata nazionale alla Branca E/G
– eletta Giorgia Sist come Incaricata nazionale alla Branca R/S
– eletto Luca Contadini come componente della Commissione economica
Tra le altre decisioni, citiamo la trasformazione del Centro Documentazione in Centro Studi e Ricerche, l’abolizione del pantalone tecnico tra i capi dell’uniforme, la possibilità di usufruire del fondo immobili estesa anche ai gruppi, il mandato al Consiglio Nazionale di promuovere la conoscenza del Codice Etico per l’eventuale adozione ai livelli periferici, il riconoscimento formale della Comunità Basi AGESCI (51 basi di cui 32 gestite dall’AGESCI).
Le cerimonie
Nei 3 giorni di Consiglio generale ci sono state anche alcune cerimonie importanti per la memoria e la vita dell’Associazione: il 23 aprile si è ricordato San Giorgio, con un’effigie del santo scortata da un cavaliere a cavallo; il 24 aprile alle ore 12, il branco Roccia della Pace dell’Anguillara 1 e il cerchio della Grande Quercia del Roma 171, in contemporanea con centinaia di branchi e cerchi in tutt’Italia, hanno eseguito il Grande Urlo e il Grande Saluto, per ricordare i cento anni di lupettismo. Subito dopo i novizi del Flaminia 1 hanno costruito un ponte al centro del grande cerchio dei consiglieri generali, per ricordare le parole di Papa Francesco e per anticipare lo svelamento della pietra celebrativa del centenario dello scautismo cattolico. Nella stessa cornice, è stata conferita la benemerenza a Giampaolo Mora, Daino, Aquila Randagia, consegnata nelle mani del figlio Andrea Mora dalla Capo Guida, Rosanna Birollo, e dall’AE Generale, padre Davide Brasca. Infine, il 25 aprile, al termine dei lavori, la Capo Guida – giunta al termine del suo mandato – ha salutato e ringraziato i consiglieri e, tramite loro, tutta l’AGESCI, per questi anni di servizio intensi e proficui.
[Leggi anche il resoconto social del Consiglio Generale 2016] [Foto di Francesco Mastrella]
2 Commenti a "Le 4 svolte dell’AGESCI - Pillole del Consiglio Generale 2016"
Agesci Emilia Romagna » Blog Archive » Pillole di Consiglio Generale 2016 8 Maggio 2016 (10:08)
[…] dettagliatamente le decisioni prese e le strade aperte, Proposta Educativa ha pubblicato una prima sintesi degli eventi salienti. Una lettura interessante per rimanere a contatto con l’associazione e […]
Appello per un'Europa solidale - Proposta Educativa 9 Maggio 2016 (10:53)
[…] Questo appello è stato fatto proprio dall’AGESCI, in occasione del Consiglio Generale 2016. […]
La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
La moderazione non è immediata.
I tuoi dati personali, che hai fornito spontaneamente, verranno utilizzati solo ed esclusivamente per la pubblicazione del tuo commento.