Caro Papa Francesco,
sono stato contento di aver affrontato un viaggio, più o meno lungo, per venire a trovarti in Piazza San Pietro. Per essere franco, così come il nome che hai scelto richiede, mi aspettavo di ascoltarti qualche minuto in più. Non sono rimasto deluso perchè comunque mi sono sentito gratificato dalle tue parole che però hanno anche evidenziato la necessità di conoscerci meglio.
Sono certo che ci saranno altri modi e occasioni per colmare questa lacuna e sono altresì certo che più ci conosceremo e più diventeremo fratelli inseparabili. All’inizio del tuo Pontificato, tra le altre, hai pronunciato tre parole che ho fatto subito mie perchè mi convincevano, e mi convincono ancora, come modus relazionale: Grazie, Permesso, Scusa!
Grazie
per le parole buone che ci hai rivolto ricordando la bontà, la validità e l’incisività del nostro metodo educativo, perchè rafforzano ancora di più l’intenzionalità che mettiamo nel testimoniare la nostra scelta di servizio.
Grazie
per averci considerati capaci di costruire ponti in una società ormai incline ad alzare muri: quelli del silenzio, dell’indifferenza, dell’odio razziale, della non accoglienza..giusto per citarne alcuni che sembrano essere i più duri a cadere. Faremo tutto ciò che serve per non deludere il tuo accorato appello e siamo certi che il nostro comune agire ci permetterà di infrangerli e faciliterà la
costruzione, a noi tanto cara, di quella “strada verso la felicità” che il nostro B.P. ci ha indicato a suo tempo.
Grazie per averci definiti collaboratori efficaci nell’accompagnamento delle famiglie nella crescita dei loro “fanciulli” ma in questo momento particolare direi soprattutto dei nostri/e rover/scolte che ci chiedono risposta concreta e cristiana a quelle istanze che sono ben riassunte in quella formidabile “Carta del Coraggio” scritta a San Rossore…e che ha fatto storcere il naso a qualcuno…ma non importa perchè siamo consapevoli che quella risposta ci sarà. La daremo, appunto, con coraggio, cioè mettendoci il cuore, altrettanto consapevoli di agire, come in ogni cosa che facciamo, non con azioni di immagine ma sporcandoci le mani.
Voglio credere che quando ci hai esortato a “non accontentarci di essere presenza decorativa” lo hai fatto per rivolgerti, più che a noi, ai nostri Vescovi e A.E.per rammentare loro di non considerarci tali. A tal proposito accolgo con gioia e responsabilità il tuo invito a pregare per te…lo sto già facendo…ti chiedo però un dono speciale:
Permesso per pregare prima per loro (Vescovi e A.E.) perchè credo che ne abbiano bisogno più di te.
Grazie, infine, per averci “promossi” persone capaci di presenza e testimonianza preziosa per la Chiesa e per la capacità di dialogo con tutti. Non ci costa nessuna fatica e lo facciamo normalmente a maggior ragione perchè la scelta cristiana del nostro P.A.ci indirizza già all’ecumenismo e più in generale al dialogo con le altre religioni.
Abbiamo un sogno in comune, se ricordo bene ancora le tue parole: l’unità di tutti i Cristiani! Sai una cosa…la dimensione profetica che ha sin qui caratterizzato le nostre scelte più importanti e
significative ci incoraggia su questo cammino.
Ora io non so quanto il buon Dio mi concederà vita terrena…spero il tempo giusto per gioire del regalo, che so già essere il più grande e prezioso che potrei mai ricevere,cioè quello che, senza
cambiare l’acronimo che identifica la nostra Associazione, faccia assumere alla “C” di AGESCI il significato di “Cristiani”.
Scusaper la mia esuberanza. Ti abbraccio fraternamente.
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