Probabilmente negli ultimi tempi, vi sarà capitato di imbattervi nel termine “discernimento” senza capire però esattamente cos’è e cosa c’entra con noi. Per questo abbiamo chiesto una mano a Barbara Battilana e Matteo Spanò, i Presidenti del Comitato nazionale dell’AGESCI, per inquadrare al meglio il tema e cercare di metterlo in connessione con le vite delle nostre comunità capi.
Cari Barbara e Matteo, ci spiegate in poche parole cos’è il discernimento e perché l’AGESCI lo ha posto al centro del prossimo anno associativo?
Come tutti i passi che l’AGESCI compie, anche questo documento – “Discernimento, un cammino di libertà“ – che viene consegnato alle comunità capi, è parte di un percorso. Nasce da una sensibilità dell’intera Associazione che matura, prende forma e si traduce in un impegno per tutti, in una direzione comune.
Il passo che precede l’elaborazione di questo documento è rappresentato dalle mozioni 41 e 45 del Consiglio generale 2015, con le quali si chiese al Comitato nazionale e al Consiglio nazionale di avviare un’ampia riflessione in particolare sul tema dei capi in situazioni che eravamo soliti definire ‘eticamente problematiche’, portando a sintesi il pensiero sociale, ecclesiale e associativo.
In questa riflessione siamo stati aiutati dall’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” che ha portato la nostra riflessione ad approfondire il discernimento.
Abbiamo individuato in questa pratica tipica dei gesuiti, una strada che permette alle nostre comunità capi, di essere comunità che accompagnano, sostengono ed integrano i capi nell’essere testimoni del Vangelo e autentici interpreti delle scelte del Patto Associativo.
Quali specificità può offrire l’Associazione su questo tema?
La nostra vocazione educativa ci predispone già al discernimento, perché nelle nostre attività siamo continuamente chiamati alla ricerca del vero, del giusto, del bene. Una ricerca che non può essere solitaria e senza punti di riferimento e non può prescindere dalle nostre scelte di fondo. È la consapevolezza di questo dinamismo che ha portato l’AGESCI ad affidare la responsabilità educativa non al capo, ma ad una comunità di capi il cui compito, se ben ci pensiamo, altro non è che una costante opera di discernimento e di scelta.
Nell’Amoris Laetitia, il discernimento va di pari passo con l’accompagnare e con l’integrare… che cosa vuol dire per noi scout?
Ci ricorda lo stile con cui siamo chiamati a vivere nelle nostre comunità la scelta di affidare una responsabilità educativa e la consapevolezza di accoglierla. È lo stile del non essere autoreferenziali, del non “bastare a se stessi”, della consapevolezza che è saggio intrecciare il proprio sguardo con quello di altri, nella comunità scout, nella comunità ecclesiale, nella comunità di vita.
Un percorso di questo tipo è pensato solo per chi pensa di avere nodi irrisolti, situazioni problematiche da affrontare?
Il documento di cui parliamo e il percorso che si propone alle Comunità capi nasce – come abbiamo detto – in risposta alla richiesta da parte delle stesse comunità capi di avere sostegno e orientamento in situazioni problematiche, di fronte a fragilità personali. Ma è maturato come la proposta di un cammino di cristianità per l’intera Associazione, per tutte le oltre 2.000 comunità che custodiscono l’identità pedagogica dello scoutismo cattolico.
I cammini di discernimento prevedono punti di arrivo condivisi? Affidando le scelte dei capi al discernimento personale, non c’è il rischio che l’Associazione non giunga a posizioni condivise su temi importanti?
L’obiettivo non è promuovere percorsi individuali e soluzioni personali e neanche fornire indicazioni associative. La corretta pratica del discernimento ci guida a costruire comunità non autoreferenziali, come per definizione non è la comunità capi, e ad essere capi non autoreferenziali, come per definizione non è il capo scout.
Il termine ‘discernimento’ – si leggerà nel documento – indica il “processo che precede la scelta e la rende possibile come scelta veramente umana“, veramente evangelica, veramente scout. In questo processo entrano, con tutto il loro essenziale valore, la nostra realtà umana e storica, il Vangelo e il Patto associativo.
Spesso pensiamo al discernimento come un percorso personale di scelta, in realtà esso trova il suo senso nella costruzione comunitaria della scelta e trova il suo luogo privilegiato sia nella comunità capi che nella comunità cristiana in cui siamo inseriti.
C‘è anche in programma un evento dedicato alle comunità capi, in cosa consiste? c’è da prepararsi?
È un itinerario lungo un intero anno associativo. Serve per vivere insieme uno stesso cammino di libertà. L’abbiamo scandito così. Da ottobre a dicembre sarà per tutte le Zone e le Regioni il tempo dell’approfondimento. Il tempo di Natale sarà tempo di preghiera e di comunità.
Tra gennaio e febbraio 2018 saremo tutti impegnati nello studio e nella riflessione, sarà il tempo del discernimento personale che ci renderà tutti capaci di sperimentare lo scegliere insieme, in libertà e responsabilità. Il 16, 17 e 18 marzo, tutte le comunità capi d’Italia saranno in cammino per condividere, per giocare, per pregare e per scegliere. A giugno 2018, rileggeremo l’esperienza che potrà portare a ulteriori elaborazioni e riflessioni. Ora a voi preparare il cuore e lo zaino per partire!
Scarica il documento “Discernimento: un cammino di libertà
Visita il sito delle Comunità capi in cammino
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