Ha senso parlare del tempo, quando si parla di sviluppo e di territorio? A nostro avviso sì, perché il nostro “fare scautismo” si lega strettamente al tempo che mettiamo a disposizione del nostro servizio.
Sant’Agostino diceva: «Che cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più». E con ogni probabilità noi siamo nelle stesse condizioni… Quel che però ciascuno di noi sa bene è l’uso che fa del proprio tempo: un uso che dice anche il valore che ognuno riconosce alle “cose” che fa, proprio a partire dalla quantità e dalla qualità del tempo che vi dedica. Ci sono porzioni del nostro tempo che “dobbiamo” destinare a incombenze che magari eviteremmo volentieri, o che sono necessarie per sopravvivere (per esempio il lavoro, sul quale abbiamo pochi margini di decisione). Ma vi è anche un tempo che è lasciato direttamente alle nostre scelte, e proprio quel tempo dice la verità su noi stessi, sul nostro modo di vedere la vita in generale e su come vogliamo spendere la nostra, perché la nostra vita è fatta di tempo e dunque il tempo è vita. Riprendendo un vecchio adagio, potremmo dire: “Fammi vedere come impieghi il tuo tempo e ti dirò chi sei”. Il tempo “dovuto” come pure il tempo “donato”, che include anche quello “sprecato” nell’ottica del Vangelo, di chi “dà senza contare”.
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