RICORDATI CHE BAGHEERA TI HA VOLUTO BENE!

di Rossella D’Arrigo e Gianni D’Elia

Pattuglia nazionale Branca L/C

Fiducia reciproca e riconoscimento

La relazione è uno spazio da condividere in continuo divenire, non è mai uguale a sé stessa: a guardarlo a occhio nudo, lo spazio tra una persona e l’altra sembra vuoto, ma se lo sguardo si fa attento, si percepirà invece denso e attraversato da infinità di legami.

La relazione ci regala incontri inaspettati, fatti di diversità e unicità che col tempo imparano a conoscersi e, liberamente, amarsi. È esperienza di gratuità, potente e delicata allo stesso tempo, generatrice di sentimenti, emozioni, gesti e codici comunicativi intraducibili in contesti diversi da essa. «I pensieri infantili sono sottili. A volte sono così affilati da penetrare nei territori più impervi arrivando a cogliere, in un istante, l’essenza di cose e relazioni. Ma sono fragili e volatili, si perdono già nel loro farsi e non tornano mai indietro. […] Una moltitudine innumerevole di associazioni, intuizioni, connessioni e vere e proprie folgorazioni infantili restano nascoste sottoterra, scavando un labirinto di canali che non arriveranno mai alla luce del sole, perché privati della dignità che nasce dal credere nella propria capacità di pensiero» (F. Lorenzoni, I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica, Sellerio Ed. 2019).

Un bambino è capace di grandi cose, quindi, ma chi può aiutarlo a dare forma e sostanza ai suoi sogni? «Qualcuno che capisce gli stati d’animo di chi non ha parole …o di chi non le ha ancora» (Adriana Antolini, Fiaba, mito, arte, teorie scientifiche: alcune forme umane del conoscere, Lectio Magistralis, Università degli Studi di Genova 2019), che conosca il linguaggio della Parlata Nuova, il rumore della primavera, che annuncia la novità e la libertà di giocare insieme adulti e bambini. La relazione è reciprocità, è unione di sogni e visioni, è condivisione di successi e delusioni, è spazio generativo perché «il gioco che ambedue giocano è serio e ricco di significati» (Dal Manuale della Branca Lupetti e Coccinelle, cap. 1.2) in questo senso la relazione può ritenersi complementare: si costruisce con i pezzetti di vita dell’altro generando altra vita vissuta assieme.

È la cura e il calore che la famiglia Scoiattolo offre a Cocci accogliendola con gioia e semplicità nella propria tana.È il linguaggio di Gesù: «Fissò lo sguardo su di lui e lo amò», amore incondizionato e gratuito che ama a prescindere senza attendere risposta, esperienza concreta di vita cristiana e del primo annuncio. «Le relazioni possibili in una comunità di branco/cerchio sono molteplici, nascono e si intrecciano tra loro come una rete, fatta di tanti nodi e connessioni: ogni comunità narra la propria storia e segna la propria traccia nel tempo e nel luogo dove è inserita» (Manuale della Branca Lupetti e Coccinelle, cap. 1), generando esperienze feconde e irripetibili che faranno sempre parte di coloro che le hanno vissute.

In questo senso l’Ambiente Fantastico diventa esperienza di mondo: in branco/cerchio i fratellini e le sorelline vivono esperienze autentiche grazie alle quali conoscono sé stessi giocando insieme all’altro in un continuo processo in cui si scoprono unici e diversi, abitando lo spazio dell’incontro con tutte le sue sfaccettature, potenzialità e difficoltà. È esperienza dell’inedito che sgorga dall’incontro: è la vita di un altro fratellino e sorellina come me che con i suoi vissuti mi interpella e mi permette di scoprirmi nuovo ogni volta; è la vita di un vecchio lupo/coccinella anziana che testimonia che non esiste solo il mondo degli adulti, ma il mondo di tutti dove a ciascuno è riconosciuto il diritto di essere pienamente sé stesso. In questa reciproca fiducia e riconoscimento, ogni lupetto e coccinella impara a costruire il proprio quotidiano scoprendo che ogni giorno la giungla e il bosco rivivono negli spazi che abitano insieme agli altri e che diventano trame da imbastire nelle relazioni che si costruiscono e vivono fuori dalla tana e dalla sede.

«I bambini posseggono delle cose piccole, proprio come loro: un piccolo letto, piccoli libri colorati, un piccolo ombrello, una piccola sedia. Però vivono in un mondo grandissimo» (B. Alemagna, Cos’è un bambino, Ed. TopiPittori 2008)dove anche loro hanno il diritto di essere “grandi”: di fare sogni grandi, di realizzare cose grandi, di progettare cose grandi, giocando in branco e in cerchio anche con noi “grandi”! Noi adulti quanto siamo capaci di pensare grande assieme a loro?

[Foto di  Alessandro Casagrande]

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