Dare un segnale di forte presenza sul territorio, nel cuore della Capitale: questo l’obiettivo dell’evento “Lo scout ti sPiazza!” organizzato dalla zona Centro Urbis di Roma lo scorso 21 aprile, un evento che ha visto come protagonisti più di 1.100 scout romani, scesi in piazza per conoscere e farsi conoscere, per testimoniare il proprio impegno sociale, per dire “ci siamo anche noi”.
A raccontarci l’esperienza Valeria e Luca, i responsabili di Zona.
“Abbiamo scelto di organizzare un evento in piazza per concludere il progetto triennale, fortemente incentrato sul territorio. In questi tre anni ci siamo impegnati per lo sviluppo dello scautismo e per costruire una rete solida con le altre realtà del territorio, sia laiche sia cattoliche”.
Le vostre Piazze sono state le ville cittadine (Villa Borghese, Villa Ada, Parco della Caffarella, Giardini di Castel Sant’Angelo): perché proprio questi luoghi?
Altri obiettivi che avevate in mente?
Durante gli anni scorsi abbiamo cercato di costruire una mappa del nostro territorio che è davvero molto articolato ed eterogeneo. Roma è un territorio vasto e complesso, con grosse differenze tra i vari quartieri che la nostra zona ingloba. Diciamo che attraverso l’evento i gruppi della zona hanno avuto un’occasione in più per confrontarsi e raccontarsi le proprie diversità. In più abbiamo fatto rete con altre associazioni, come ad esempio i comitati di quartiere o la Misericordiae, che ha messo a disposizione le ambulanze e i punti di primo soccorso. L’evento è stato sicuramente un primo passo per costruire quelle sinergie che ora coltiveremo per il futuro rendendole attive nel prossimo progetto.
Tirando un po’ le somme: c’è stata una ricaduta effettiva sulla cittadinanza?
La nostra massiccia presenza nelle ville ha sicuramente avuto il suo impatto. Siamo entrati in contatto con tantissimi cittadini: alcuni già ci conoscevano, per altri siamo stati un’assoluta scoperta! Col senno di poi, sarebbe stato meglio strutturare l’evento su tutta la giornata, e non solo sulla mattina, per intercettare ancora più persone.
E i ragazzi come hanno vissuto l’evento?
La parola che ci viene in mente, come spesso succede in questi casi, è “entusiasmo”! Già il solo fatto di ritrovarsi in così tanti è stato per loro significativo. E presentarsi in maniera così forte alla cittadinanza è stato per loro anche un motivo di fierezza e vanto.
Cosa ha guadagnato la vostra zona da quest’evento?
La nostra zona ha riscoperto l’entusiasmo di poter costruire insieme. Attività, confronto – anche duro – e condivisione sono state parole chiave sia durante la preparazione che nel giorno dell’evento. Inoltre subito dopo l’evento c’è stato il nostro convegno capi per la riscrittura del progetto di zona. Partendo dall’esperienza concreta, sono venute fuori molte idee interessanti costruite con l’aiuto dei capi che hanno partecipato e di tre testimonianze che ci hanno guidato nei lavori di gruppo: quelle di Marco Sala (ex presidente del comitato nazionaleAGESCI), Leonardo Becchetti (docente di Economia all’Università di Roma Tor Vergata) e Diego Mattei s.j. (gesuita, assistente ecclesiastico di uno dei nostri gruppi). La presenza sul territorio, la piena partecipazione ai processi decisionali, l’impegno del costruire il presente per garantire un futuro migliore: ecco alcune delle linee guida elaborate dal convegno capi che ci guideranno nell’esperienza educativa dei prossimi anni.
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