EDUCATORI ON-LIFE

di Alessandro Vai

Che ci piaccia o meno, i ragazzi vivono tra realtà e digitale

Quando ascolto un intervento sulla comunicazione digitale tra giovani e le dinamiche sociali che ne derivano, nel momento stesso in cui preparo la penna per gli appunti immagino una platea composta dai miei Clan degli anni passati che, ridacchiando, mi dicono Eccolo li è arrivato il boomer…neanche con un libretto delle istruzioni semplificato riusciresti a capirci.

Non è tuttavia questione di capi vecchi vs giovani. Provando a penetrare la giungla della comunicazione digitale dei nostri ragazzi, ci sentiamo tutti pesci fuor d’acqua, data la velocità e la molteplicità di piattaforme disponibili. Non è neanche una questione di mera tecnica. Non basta frequentare un social network per poterne comprendere le dinamiche con cui i nostri ragazzi interagiscono. È una svolta culturale. Ma per noi capi è davvero necessario stare al passo di tutto questo?

Sul digitale spesso capi e ragazzi remano in verso opposto. E anche tra capi, a volte, sembra ci siano differenti correnti. Eppure se riusciamo a ricondurre queste forze apparentemente opposte a quello che in fisica si dice un “momento di coppia” – due forze applicate contemporaneamente ma in verso opposto, come quando si spingono i pedali di una bicicletta – troveremo l’equilibrio. E la risposta sta nel ricercare la nostra andatura specifica anche nel mondo di questa nuova comunicazione. Perché non tenere buoni tutti i mezzi che abbiamo per promuovere l’umano, che vuole gioire, piangere, nascondersi, urlare, giocare, sempre e comunque anche all’interno di un’immagine e di un video, dietro ogni filtro e ogni frase?

Diciamo questo perché sappiamo che la vita si trova da un’altra parte. È generosa di doni semplici, si nutre di fatica e cura, rivolge il cuore al Cielo e gli occhi alla natura. Conosciamo il petto che si riempie di fiato durante un canto insieme, il sudore di un gioco vissuto spalla a spalla, la stanchezza di fine giornata a discutere su un capitolo di Clan, la soddisfazione per il nostro primo angolo di squadriglia. Mettendo sul piatto questa vita, potremmo ben dire ai nostri ragazzi che i tempi e i ritmi del digitale non sono umani. Che il guizzo degli occhi sulla notifica appena arrivata rappresenta il primo ostacolo a un ascolto sincero. Possiamo fargli intravedere che esporre se stessi al continuo confronto virtuale con gli altri è estenuante e lascia svuotati. Che un amore e un’amicizia si nutrono di desideri, di sguardi rubati, di silenzi e di movimenti, che sono difficili da comunicare senza il nostro corpo. In cuor mio, sono convinto che sono tutte cose che sanno già dentro di loro, ma che è nostro compito ricordargli.

Per chi tra noi capi è più critico, credo sia il momento di coltivare il dubbio che anche attraverso le nuove modalità di comunicazione possano incanalarsi sentimenti maturi, amorevoli, responsabili. Facendosi incuriosire da bambini e ragazzi – anche qui vale il protagonismo, giusto? – e provando a percorrere con loro strade nuove, che integrano e ampliano le nostre attività. Il digitale è uno strumento pronto per permeare il loro quotidiano, mitigando così il rischio -che spesso denunciamo – di una proposta di scautismo occasionale.

Per questa esperienza che è frutto di continua interazione tra realtà e digitale, gli esperti parlano di on-life. Quando il noviziato si perde – vittima dei tempi di latenza del gps – tra le viuzze del centro storico cercando con il navigatore la parrocchia del paese, il Maestro dei Novizi recita il salmo 121 “Alzo gli occhi verso i monti, da dove mi verrà l’aiuto?” indicando il campanile sopra i tetti delle case. L’esperienza comanda, ma il digitale supporta. Oppure facilita la condivisione, come ad esempio con un canale youtube dei maestri di specialità del Reparto, composto di video di nonni, genitori, amici, che spiegano come si ripara la gomma di una bici, piuttosto che a cantare in coro. Riduce la distanza tra vita con e senza il fazzolettone, come la realizzazione di un calendario dell’avvento digitale in branco, dove ogni casellina è un video affidato a ciascun lupetto, che racconta il dono ricevuto da Gesù nell’anno trascorso.

Durante la pandemia, il prof. Lancini ci diceva che i ragazzi, avendo spazi vitali sempre più limitati nel reale, invadono le praterie inesplorate del digitale. Come in tutte le cose, da educatori possiamo mediare questa scoperta proponendogli un utilizzo che può diventare consapevole, nel rispetto loro e degli altri.

Certo ci sentiamo impreparati. Anche se non siamo nativi, gli esperti ci dicono, tuttavia che saggi digitali si può diventare. Se poi un po’ saggi lo siamo già nell’analogico, c’è speranza anche per noi. Su internet troviamo tante occasioni di formazione specifica su come vivere la comunicazione digitale in ambito educativo, rapportato alle differenti età e capacità di bambini e ragazzi (vedi box qui a fianco).

Non avere paura che sennò ti deconcentri, devi far coincidere i pesi e i baricentri. L’impegno di coppia per un singolo momento: due le forze in gioco, un solo movimento… canta Frankie Hi-Nrg in Pedala. Che questa bicicletta l’abbiamo voluta o meno, affrontiamo insieme, capi e ragazzi, con equilibrio, anche questa salita.


Per diventare saggi digitali. O almeno provarci!

  • Virtualmente, Un corso per abitare il digitale in modo virtuoso. Ri-costruire un etica digitale attraverso la pratica nel web? Il Prof. Rivoltella del CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia – Università Cattolica del Sacro Cuore) ripercorre le 7 virtù in un percorso con schede, approfondimenti, video, ulteriori spunti. E’ possibile essere giusti e forti nel mondo liquido del digitale? C’è posto per la speranza? Il prof ci prova, noi abbiamo trovato il corso un vero cambio di prospettiva su questi temi. https://learn.eduopen.org/eduopenv2/course_details.php?courseid=488

  • Educare i ragazzi oggi e domani tra pandemia, tecnologia e individualismo. Il prof. Matteo Lancini, psicoterapeuta e presidente della Fondazione Minotauro, ci aiuta a rileggere l’esperienza vissuta da bambini e ragazzi durante e dopo il covid in un mondo che si muove tra reale e digitale. https://www.youtube.com/watch?v=UDjhe_xpiqY

  • Custodi digitale, Progetto di educazione familiare digitale. Sebbene rivolto in prima battuta a genitori e insegnanti, offre tantissimi spunti concreti. Interessante anche la sezione sulla cittadinanza digitale, pensandola per ragazzi di reparto e noviziato. https://www.custodidigitali.it/

  • Wild digital west, Intervista a Enea Montoli. Un nostro capo ci racconta come e perché il mondo digitale può entrare nelle nostre attività. Su PE, 07/21 p.33, https://www.agesci.it/?wpfb_dl=54443

[Foto Roma 100]

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