Educare all’affettività per uscire da se stessi

La proposta educativa che viviamo nei nostri branchi/cerchi come aiuta i bambini a sviluppare e a vivere serenamente  la loro affettività ?

Sicuramente ogni capo di Branca L/C saprà individuare gli obiettivi e gli strumenti più adatti, partendo, ad esempio, da quello che ci suggerisce l’articolo 4 del Regolamento Metodologico:

“[…]I capi, nel costruire itinerari individuali e comunitari, devono rispettare il mistero della persona e i suoi tempi di crescita:

nella scoperta gioiosa del proprio corpo come dono di Dio e nella confidenza con esso;

nella scoperta della diversità dell’altro, nell’arricchimento reciproco del vivere insieme;

nel superamento della ruolizzazione stereotipata dei sessi, nell’attenta valorizzazione degli elementi personali.[…]”

Gli incaricati regionali (durante un loro incontro del novembre 2011) hanno provato ad individuare un esempio di percorso in 3 tappe che vi offriamo come piccolo contributo e che speriamo possa essere di stimolo per ulteriori approfondimenti.

 

1 – scoperta del proprio corpo

–         Attività che lungo tutto l’anno permette di scoprire il corpo che cambia; attraverso varie attività (giochi di kim, attività motorie…) c’è una scoperta della propria fisicità, e realizzazione o aggiornamento di una propria carta d’identità  (giocando, per esempio, a conoscere le proprie misure: larghezza delle braccia, lunghezza del passo… )

–         scoperta sensoriale e fisica, rinnovo carta d’identità

–         pedagogia del successo (aumentare la propria autostima) attraverso l’uso delle specialità: faccio le cose e le faccio bene

–         giochi di contatto: disegnare la sagoma del proprio corpo su un foglio con l’aiuto di un compagno,

–         creazione della relazione: attività di espressione sui sentimenti.

–         “Il cieco”: a coppie, uno con gli occhi bendati viene guidato dal compagno a sperimentare col tatto, con l’olfatto… e gli altri sensi le cose intorno, con successiva riflessione: paura/ sicurezza, piacere/schifo, mi è piaciuto tale stimolo… per imparare a parlare delle proprie sensazioni ed arricchire il proprio linguaggio (Linguistica: se hai la parola, hai la percezione)

2 – uscita dall’essere centrati su di sé per arrivare alla scoperta dell’altro

Esempio di un’attività da realizzarsi in uscita e che si suddivide in più punti:

  1. io sento qualcosa: giochi di kim, dove cerco di suscitare delle emozioni, ricordi o paure attraverso il riconoscimento di rumori, odori, sensazioni tattili che al bambino e alla bambina dicono qualcosa
  2. condivido con l’altro uguale a me: condividiamo le emozioni, i ricordi, ci raccontiamo cosa abbiamo sentito stando a piccoli gruppi di genere
  3. scoperta degli altri punti di vista: insieme nel gruppetto, costruiamo una storia inserendo all’interno di questa le cose che ho percepito nel primo gioco, cercando di arrivare a una condivisione di quanto tutti hanno provato
  4. incontro l’altro e lo ascolto: raccontiamo la nostra storia al gruppo dell’altro sesso, incontrandoci con loro
  5. troviamo gli elementi uguali e diversi: la nostra storia e la loro storia: cosa c’è di uguale e cosa c’è di diverso? (I capi più in gamba sapranno notare le differenze non solo di contenuto ma anche di modalità di raccontare, da parte dei maschi e delle femmine!).
  6. facciamo una storia insieme: proviamo fare una storia insieme ora, bambini e bambine

3 – integrazione tra genitalità e affettività

Obiettivo educativo: “dall’emozione al sentimento” che a sua volta si può declinare in altri due punti: impariamo a far chiarezza dei termini (anche come capi!); emozioni: quali sono, cosa comportano.

Utilizzando due racconti dei nostri Ambienti Fantastici (“La corsa di Primavera” e “Due Coccinelle al mare”) proporre un percorso alla scoperta delle emozioni:

– fisico: trasmettere un emozione usando il corpo (toccando la faccia…)

– chiedere ai bambini di sperimentare un’attività che loro credono sia da bambine e viceversa

– espressione sugli stereotipi uomo/donna

– interpretazione disegnata di una storia d’amore

– uso di “emoticons” con un gioco: “oggi mi sento… “

Per il solo Consiglio degli Anziani: tradurre i gesti e chiarire quale sia il termine da usare per definire: “amico”, “mi piace”, “innamoramento”, “ti amo”, “ti voglio bene”, . . .

Si potrebbe, ad esempio, aiutare i bambini a tradurre e raccontare i gesti che vivono e vedono in famiglia.

Nota finale (da tenere bene a mente durante la programmazione di staff): l’educazione all’amore e l’affettività non ha niente da spartire con i processi di apprendimento scanditi in precisi passaggi logici, dove è sufficiente un buon programma per ottenere un prodotto educativo finale soddisfacente. «Le strade per cui ciascuno scopre e realizza la sua vocazione all’amore sono le più diverse e talvolta assolutamente misteriose, come misteriose sono le vie attraverso le quali Dio chiama a sé i suoi figli» (Lorenzini R. Educare all’amore).

Zeno Marsili

Incaricato nazionale Branca L/C

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