DOVE È LA PACE?

di Luigi Pasotti

Membro pattuglia nazionale Settore Giustizia, Pace e Nonviolenza

I nuovi orizzonti del Settore Giustizia, pace, non violenza

È inutile girarci intorno: la pace ci sembra una condizione acquisita, bisogna aprire la finestra e guardare fuori dalla comfort zone in cui viviamo noi europei, per riconoscere che la Pace non c’è, anzi. Dopo la scelta del Consiglio Generale 2021 di ridare centralità ai temi del Settore Giustizia, Pace e Nonviolenza, che piste di lavoro seguire allora oggi? Spesso all’interno della pattuglia nazionale ci siamo detti che come scout in fondo non dobbiamo fare cose nuove, ma dobbiamo farle con una diversa consapevolezza, con l’intenzionalità di usare l’azione educativa e il metodo tenendo lo sguardo aperto all’orizzonte globale.

Gli strumenti che siamo abituati a usare sono già potenti: basti pensare all’esperienza del servizio, ai milioni di volti di “scartati” che incontriamo nelle nostre attività. Fatto il primo passo, quello dell’incontro del volto, siamo in grado di leggere con le nostre comunità capi e R/S quali meccanismi locali e globali provocano ferite così profonde all’umanità? Siamo capaci di essere “Samaritani dell’ora prima”, per usare un’espressione di don Tonino Bello, in grado anche di riconoscere le cause dell’ingiustizia?

Abbiamo le Strategie nazionali di intervento approvate sempre allo scorso Consiglio generale, sulla cittadinanza, sul creato, sulle relazioni: tutti campi su cui rinnovare le nostre prassi e costruire competenze. Perché, come ci ricorda l’enciclica Laudato si’, “Tutto è connesso”, tutto può essere affrontato con la cultura della cura.

Così, possiamo ricomprendere l’impegno per la legalità e per la giustizia che ci vede a fianco di Libera, per lottare con forza contro la violenza mafiosa, anche nelle sue espressioni moderne che infiltrano l’economia e le istituzioni. Possiamo rileggere l’essere amici della natura nelle innumerevoli connessioni che legano alla pace l’uso delle risorse del pianeta, educando a vedere le ricadute sul cambiamento climatico, sulla biodiversità, sulla desertificazione. Anche qui abbiamo intuizioni già realizzate, come le “Cambuse critiche”, che non attendono altro che diventare prassi diffusa.

L’ambito delle relazioni è quello che meglio si presta a ridare sostanza alla scelta della nonviolenza: non solo una rinuncia alle armi, ma un modo di porsi di fronte ai conflitti, un modo di comunicare, di cui sentiamo l’urgenza nel tempo della comunicazione ostile sul web. Anche la relazione con le istituzioni rientra in questo ambito: abbiamo la possibilità di valorizzare la nostra partecipazione al movimento per la pace italiano, tramite la Rete italiana pace e disarmo di cui facciamo parte, riscoprendo il valore della disobbedienza appreso da don Milani. In fondo non dobbiamo fare altro che aderire al sogno di B.-P. di “contribuire allo sviluppo della pace e della felicità nel mondo”.

[Foto di Martino Poda]

Nessun commento a "DOVE È LA PACE?"

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

    I commenti sono moderati.
    La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
    La moderazione non è immediata.
    I tuoi dati personali, che hai fornito spontaneamente, verranno utilizzati solo ed esclusivamente per la pubblicazione del tuo commento.