C’è un bellissimo pezzo del teatro canzone di Gaber che si chiama La democrazia dall’album Un’idiozia conquistata a Fatica. Questo è uno di quei pezzi che se lo ascolti a 15 o 16 anni, come ho fatto io, poi in qualche modo ti segnano. Dunque, anche in AGESCI la democrazia è il metodo più… democratico che possiamo avere per eleggere persone ai vari ruoli. Ma siamo sicuri funzioni davvero?
Assemblea di zona. Numero candidati al ruolo – ambitissimo, eh – di Incaricato al metodo… Uno. Va be’, capita.
Assemblea regionale. Numero candidati al ruolo – questo sì che è super ambito – di Incaricato alla formazione capi… Uno. Ok.
E così via, per tanti altri ruoli. Un candidato. Spesso espressione del comitato. Per intenderci, quasi sempre gente molto valida. Ma mi trovo costretto a fare un paio di riflessioni: mi rendo ben conto che il tema della democrazia associativa sia un po’ più di élite, che interessa più i quadri associativi, insomma… Quelli che stanno a Roma, cioè a Bracciano, che sembrano distanti mille mila anni luce. E invece no caro capo tirocinante che forse mi stai leggendo – lasciatemi illudere – ti svelo un segreto: l’AGESCI sta aspettando te per il ruolo di Capo Scout o Capo Guida d’Italia. Sì, perché come ha detto bene il nostro attuale Capo Scout d’Italia durante un’assemblea regionale in Lombardia, Fabrizio Coccetti, noi «siamo persone in prestito a un servizio, a un ruolo». In prestito. Oggi sei Arcanda, domani con tutta probabilità sarai capo gruppo, e dopodomani responsabile di Zona. Poi magari sarai Capo Guida o Capo Scout d’Italia, chissà.
Affinché questo accada, servono persone incredibilmente “illuminate” (ma forse neanche troppo). Troppo spesso accade che i comitati – che non sono gli unici enti preposti a trovare e proporre candidati ma, di certo, sono sempre coinvolti – non abbiano come prima preoccupazione quella di proporre, suggerire e scovare candidati adatti a quel ruolo specifico, bensì – mi pare – che spesso abbiano come preoccupazione primaria quella di trovare una – una, di numero – persona che possa ricoprire quel ruolo e… Fine. Lamentandosi però del fatto che non ci sia nessuno a ricoprire ruoli associativi.
Mi appello a tutti i responsabili di Zona e responsabili Regionali d’Italia: siate scout che facciano scouting e non abbiate paura a chiamare quei capi che, a volte, sono semplicemente in attesa di una chiamata. Ci credo davvero tanto e so che funziona.
Altra riflessione: cari capi che date tanto all’AGESCI da lustri e lustri, ogni tanto, fate un passo indietro che spesso ci diciamo che non c’è nessuno disposto a ricoprire certi ruoli ma è perché lo spazio, tutto lo spazio, lo state occupando voi. La riforma Leonardo ha dato e sta dando nuova linfa alla nostra associazione, però, come spesso ci diciamo, l’associazione siamo noi. E noi, nei ruoli che ricopriamo e per come possiamo, dobbiamo fare la nostra parte a trovare capi che possano dare del vero valore aggiunto.
Il vero tema è questo: che il ruolo del quadro in AGESCI è un’esperienza arricchente e formativa. Vedere comitati di Zona dove le stesse persone si alternano da anni – sempre le stesse persone – da anni… Così l’associazione muore. Forse è arrivato il momento di aprire alcuni ruoli anche a chi non abbia concluso tutto l’iter formativo?
Forse bisogna ripensare un po’ anche a come si presentano i candidati: siamo tutti volontari che dedicano tanto a questa bella associazione, ma perché dovrei scegliere, una volta in assemblea regionale – e cara grazia che si abbia più di un candidato – tale candidato piuttosto che talaltro? Non è forse giunta l’ora che i candidati portino anche, a sostegno della propria candidatura, qual è la visione che il candidato ha su quel servizio di lì ai prossimi quattro anni?
Direi che sia ora di piantarla di votare persone solo perché sono “simpatiche” o perché “è una brava persona”. Ma basta!
A me piacerebbe avere un Incaricato al metodo o un responsabile regionale antipatico ma che abbia un’idea politica del ruolo che è nelle mie corde e mi è congeniale! Siamo tutti fratelli e sorelle scout, ognuno di noi fa del proprio meglio e se ci si candida a un ruolo e si perde, si torna al proprio servizio. Perché, come diceva Gaber, alla fine, la Democrazia, è il sistema più democratico che ci sia!
[Foto di Andrea Pellegrini]
Nessun commento a "Democrazia associativa"
I commenti sono moderati.
La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
La moderazione non è immediata.
I tuoi dati personali, che hai fornito spontaneamente, verranno utilizzati solo ed esclusivamente per la pubblicazione del tuo commento.