Con l’aiuto di Allah

di Chiara Bonvicini

Responsabile di Zona Trentino Alto Adige

«La promessa ad Allah» era il titolo sfidante con cui già nel febbraio 2012 un giornale trentino presentava la nascente esperienza di forte collaborazione fra Agesci Trentino – Alto Adige e scout dell’Associazione Scout Musulmani (ASMI) di Trento, che si è poi consolidata nel corso di questi anni. È un rapporto in continuo sviluppo, che ha anticipato e ora persegue la prospettiva indicata nel documento La scelta di accogliere, in particolare per due aspetti: la disponibilità della nostra associazione a collaborare con altre realtà e la volontà di «accogliere l’altro con la sua storia, il suo presente e il suo desiderio di futuro», «nella disponibilità ad essere accolti a nostra volta».

A distanza di sette anni – un tempo disteso, perché, è scritto sempre ne La scelta di accogliere, «l’accoglienza richiede costanza e continuità» – ci risulta utile ripercorrere il nostro impegno, che l’associazione ha fatto proprio insieme alle esperienze simili vissute in altre Zone, per essere «costruttori di ponti e non di muri».

L’avvio risale al settembre 2011 e ci porta nella base scout di Pralungo, alla periferia di Trento, dove il branco del Gardolo ha condiviso due giornate di campo con una trentina di coetanei dell’Asmi, definiti in italiano lupetti, anche se il nome arabo sarebbe Ashbal (cucciolo di leone) e Zaharat (fiorellino).

La collaborazione, favorita da un’attenzione reciproca costante, è proseguita poi ogni anno nell’organizzazione e nella realizzazione di eventi come la Caccia di primavera e il Thinking day in diverse località della regione.

Due momenti particolarmente forti sono stati la veglia R/S sul tema della preghiera del Convegno Fede a Trento nel 2013 e il campo regionale E/G del 2019.

Nella prima occasione il confronto fra la sensibilità cristiana e quella musulmana ha profondamente commosso e motivato alla conoscenza reciproca, come ricordano ancora molti dei capi presenti: in particolare ha destato emozione un cerchio di persone che rendevano conto della propria fede e della propria relazione con Dio dando le spalle al pubblico, e che poi si sono girate rivelando la propria diversa appartenenza religiosa. C’è davvero tanto in comune e ciò che ci differenzia ci dà il desiderio di approfondire ancora.

Sull’altopiano di Folgaria, dove si è tenuto nell’estate del 2019 il Campo regionale E/G, una squadriglia di esploratori dell’Asmi ha partecipato invece per qualche giorno alle attività all’interno del Reparto più vicino. L’esperienza ha avuto l’effetto di rilanciare l’entusiasmo del gruppo ASMI e ha consentito agli esploratori dell’AGESCI di incontrare altre sensibilità. «L’attività mista – confida Zouhaier Chebbi del gruppo ASMI trentino – ci abitua ad abbattere i pregiudizi, a conoscere persone nuove e condividere le diverse esperienze: insieme il frutto è più saporito».

Lo scorso anno la richiesta è stata quella di accompagnare i capi dei bambini d’età L/C, che avevano espresso l’esigenza di rafforzarsi dal punto di vista metodologico, dal momento che il loro metodo scritto in arabo risultava loro più complesso: desideravano condividere oltre alla teoria dei testi anche la sua applicazione nel metodo e la Zona e la Formazione capi hanno risposto dando loro un capo di riferimento, esperto nel metodo L/C, al quale si sono rivolti con domande e richieste di confronto. Zona e Regione hanno portato questa richiesta al Comitato attraverso la Foca nazionale e così due capi ASMI hanno potuto partecipare come uditori al Campo di Formazione Metodologica del dicembre 2019 sempre a Pralungo (proprio lì dove era iniziato il cammino). Un’esperienza stimolante per lo staff dei formatori, preceduta da un incontro di programmazione che ha dimostrato la capacità di adattarsi di tutti i partecipanti, e che si è conclusa con soddisfazione e con lo sviluppo di nuove relazioni.

Accogliere per noi è dunque innanzitutto favorire la formazione e il sostegno di gruppi di altre religioni e accompagnare l’impegno educativo di chi arriva da lontano, trovandosi spesso in difficoltà nei nuovi contesti; in questo senso lo scautismo si è rivelato e continuerà a rivelarsi come un elemento comune che ci può dare l’opportunità di un arricchimento reciproco.

Il più recente passo di questa storia che stiamo scrivendo è avvenuto nel dicembre scorso, quando capi AGESCI e ASMI si sono trovati insieme a festeggiare l’arrivo a Trento di una famiglia siriana proveniente dal campo di Tel Abbas, in Libano, grazie all’esemplare formula dei corridoi umanitari. Essere lì, scout cattolici e musulmani insieme, ci ha dato la consapevolezza di essere fratelli che accolgono altri fratelli: questa è anche una forte promessa di impegno per il futuro.

[Foto di Martino Poda]

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