Chi l’ha detto che siamo i dominatori della Terra?

di Padre Roberto del Riccio

Assistente Ecclesiastico Generale

È una falsità a cui credono ancora in molti: per il cristianesimo l’essere umano deve dominare e sottomettere quanto esiste.

Non meraviglia che tra i molti convinti di questa falsità ci siano coloro che rifiutano la fede cristiana, se non addirittura la religione in assoluto. Infatti, se parecchi respingono il cristianesimo e la Bibbia, è spesso anche a causa di questa falsità. Sorprende invece che la stessa convinzione sia condivisa da tanti cristiani, cattolici compresi. Certo, ci credono, perché sono sinceramente convinti che sia una verità della nostra fede e hanno le loro buone ragioni. Di fatto quando la Bibbia racconta le origini del mondo viene usato ben due volte il verbo «dominare». All’inizio Dio lo usa come parlando a se stesso: «l’uomo […] dòmini» sulle specie animali (Genesi 1,26). Poi è utilizzato da Dio per affidare all’uomo il suo compito. In questo caso all’uomo è detto non solo di dominare gli altri viventi, ma addirittura di sottomettere la terra (Genesi 1,28). Dobbiamo riconoscere che per secoli è prevalsa un’interpretazione di queste parole, che oggi la comunità cristiana riconosce essere stata fuorviante. E così la falsa convinzione che secondo il cristianesimo l’uomo non solo possa, ma addirittura debba sfruttare selvaggiamente la natura si è imposta. Da qui alla strumentalizzazione ideologica del dominio umano sulla natura con i suoi perversi effetti politico, sociali ed economici il passo è stato breve. Le tragiche conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Eppure l’ideale biblico riguardo al creato non mette l’uomo come centro e fine ultimo del mondo. Tantomeno propone alla specie umana il dominio incontrastato sulle altre specie viventi o la dispotica sottomissione della terra da parte sua.
Al contrario, la Bibbia mette in scena il sogno di Dio per la terra e i suoi abitanti. Un sogno, che non è limitato alla sola umanità. Nel sognare, Dio ha davanti agli occhi ogni essere che esiste sulla terra e la terra stessa come casa comune di tutte gli esseri viventi. Di più, Dio sogna anche per ciò che è oltre la terra ed esiste nell’universo. Agli occhi di Dio ogni realtà che esiste è preziosa in se stessa. Solo alla luce di questo sogno del Dio amante della vita si può interpretare nel suo significato autentico il comando rivolto all’uomo di sottomettere la terra e di dominare le altre specie animali, cioè di governarle.
Per comprendere in sintonia con il sogno di Dio per tutto il creato le parole sottomettere e dominare, ci è d’aiuto ricordare un altro passaggio, in cui la Bibbia mette in scena questo sogno. In questo secondo caso, nel racconto biblico Dio prepara la terra con la sua vegetazione come fosse un giardino. Poi affida questo giardino all’uomo, affinché lo lavori e lo custodisca. L’uomo è, dunque, incaricato di mantenere la terra un luogo bello e ospitale non solo per sé, ma anche per gli animali che Dio farà abitare insieme a lui. È un po’ come se Dio avesse detto all’uomo: «Ti consegno la terra e i suoi abitanti, perché tu possa farla diventare sempre più abitabile, lasciandola migliore di come te l’ho affidata». Ecco allora che da questa seconda scena appare ancora più evidente il motivo per il quale all’uomo è stato dato il comando di sottomettere e dominare. Non per essere un dittatore che usa tutto come se fosse di sua proprietà, ma per essere, come Dio, l’amorevole custode di tutto quanto esiste. È una forma di governo della realtà, cioè una maniera di condurla verso il bene possibile. Così, a vantaggio del bene comune può essere necessario che chi governa debba dominare e sottomettere qualcosa, pensiamo ad esempio agli sforzi che i ricercatori stanno compiendo per contrastare il Coronavirus. Non può però mai essere il vantaggio esclusivo della specie umana il criterio che determina le scelte. Il fine è sempre perseguire il bene di tutto il cosmo, di cui l’essere umano è uno degli abitanti.
Presentandoci il sogno di Dio sulla creazione, il cristianesimo ci mostra due modi totalmente differenti di governare il mondo. C’è un modo autoritario e autoreferenziale di governare, in cui l’uomo è il centro e la misura di tutto. L’uomo si mette al posto di Dio e in un delirio di onnipotenza considera le altre realtà esistenti a lui inferiori: esse non sono più finalizzate a Dio, ma solo all’uomo. Allora con i suoi comportamenti l’essere umano nega la preziosa originalità di ogni cosa e di ciascun vivente, che finiscono per essere ridotti solo a mezzi utili per soddisfare esclusivamente i bisogni della nostra specie. C’è invece un modo mite, che consente a ogni realtà di essere se stessa, partecipando con la propria specificità alla danza della vita. È il modo di Dio, al quale l’uomo è chiamato a somigliare. 

Nella vita all’aria aperta, vissuta con lo stile scout, proponiamo ai nostri lupetti, coccinelle, guide, esploratori, rover e scolte questo modo di abitare la natura. Nella misura in cui ciascuno lo farà proprio, potrà contribuire a rendere il mondo quel “paradiso terrestre” che Dio sta sognando e cercando di realizzare, da quando creò tutto ciò che esiste.

[Foto di Matteo Bergamini]

 

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