BUGIARDINO: LA CURA DEL TEMPO

di Antonella Cilenti e Anica Casetta

Leggere attentamente prima di prendere o pretendere impegni

Caro capo che spesso fatichi a capire quanto tempo dedicare al servizio, a come dividerti tra tante cose della vita, a comprendere le scelte che gli altri intorno a te fanno per organizzare il proprio tempo, LEGGI ATTENTAMENTE questo foglio prima di prendere i tuoi futuri impegni associativi, contiene importanti informazioni per te.

1. Cosa devi sapere prima di prenderti la Cura del tempo

Nella musica come nel servizio il tempo assume significato solo in coerenza con ciò che si vuole raccontare. Bisogna allora inquadrare il tempo del servizio: il tempo che dono fa i conti con tutto il mio me, non è un altro tempo, è sempre il mio tempo. Tuttavia è necessario riflettere sul fatto che in staff, in Comunità capi, con i ragazzi il mio tempo diventa il nostro tempo. Questo induce a delle valutazioni: parlare del mio tempo, del mio ritmo, dei miei “sì, ci sono” o dei miei “non contate su di me” è qualcosa che può allora far bene a me e alla comunità con cui condivido il mio tempo? Il tempo di ciascuno è voluto, liberato o trattenuto? Accogliere l’altro e le sue ragioni è già condivisione in Comunità capi o educare alla condivisione?

2. Indicazioni terapeutiche

Ricordate Giovanni 13,34? «Vi do un comandamento nuovo» dove la parola comandamento non è la traduzione fedele perché al suo posto dovrebbe esserci la parola ISTRUZIONE. Dal comando all’istruirsi. La terapia da usare nella cura del tempo è sostituire gli imperativi presenti nella nostra coscienza con un fare interlocutorio, soprattutto se il tempo che vogliamo comprendere è il tempo degli altri. Il risultato atteso dalla terapia è un tempo del rispetto della persona. Non c’è un impegno di serie A e uno di serie B, ci sono tante cose pregnanti nella vita di un 20enne, così come di un 40enne e di un 60enne, cose diverse, ma tutte totalizzanti o liberanti in una logica di servizio gioioso e condiviso. Come si può chiedere lo stesso tempo a tutti? C’è chi ha famiglia e chi la lascia per studiare fuori… comunque è uno sbattone!

Certo in questo rispetto è chiesta la stessa attenzione e responsabilità ai capi di esperienza e ai capi al loro primo progetto del capo. Perché si è sulla stessa barca IMPEGNATIVA di chi non giudica, ma capisce ed elabora una strategia con quello staff, con quella Comunità capi, in quel comitato di zona, con quello staff di campo. E l’anno prossimo? Altro giro, altra corsa, si cambia tutto, o quasi, negli staff visti i turn-over alla velocità della luce! Ci vuole malleabilità per stare sulla barca! Ma come si fa? Quali sono gli strumenti per accogliere e accettare i tempi della coscienza?

3. Dosi e modo d’uso (come avere cura del tempo mio e altrui)

La dose raccomandata richiede l’assunzione personale e comunitaria alternata di 3 principi attivi: la preghiera, l’umiltà, la pazienza. Se vi sembrano non sufficientemente pragmatiche si consiglia di:

1) regalare una trottola agli impulsivi delle nostre comunità, un tempo tra il pensiero e la parola potrà migliorare la qualità della relazione;

2) far sedimentare sempre un’esperienza o una discussione, prima di prendere una decisione Ha da passà ’a nuttata

3) mettere nel proprio Progetto del capo di tacere volutamente ogni tanto o di forzarsi a parlare per chi non si esprime mai;

4) ascoltare senza filtri, quante volte ci facciamo una nostra idea sui tempi degli altri? magari poi scopriamo che è un’idea completamente errata?

5) leggere MOMO di Michael Ende.

4. Sovradosaggio ed effetti indesiderati

Ma la cura è solo quella per il mio – importantissimo – tempo? Bisogna istruirsi nel porre a se stessi prima che agli altri alcune domande: qual è il peso specifico del mio tempo? È misurato su di me, sulle mie esigenze, sulle mie scelte, sulle mie priorità? Dobbiamo essere rispettosi anche di noi stessi, dell’equilibrio che richiede il tempo dedicato alle nostre vite. Con quale intensità il tempo risuona in me? Forse è questo che fa la qualità del mio tempo: il coinvolgimento, il movimento, il sentimento che ne nasce dal viverlo e condividerlo. Il cuore percepisce questo mio tempo? Questo richiede una serena analisi, una costante riprogettazione e tanta lealtà. Le nostre stanchezze così non saranno attribuite a patologie altrui.

5. Scadenza e Conservazione

E se poi alla fine invece sulla disponibilità di un altro capo c’è un problema conclamato da tutti (staff, Comunità capi), un’analisi non soggettiva, un problema per cui si rischia di mettere a rischio tutta la barca? Se si ha l’impressione che ostinarsi con la cura non abbia senso? Allora si inviterà comunitariamente il capo a rivedere le sue scelte di servizio.

6. Avvertenze e precauzioni

Per giungere a questo, prima di segnalare un non funzionamento della cura all’autorità competente (AC&AC, autrici del bugiardino), si ricordi di compilare il seguente format.

È stato dedicato un tempo opportuno a

  • un tempo personale di sospensione del giudizio?
  • un tempo a due per confrontarsi?
  • un tempo comunitario per cercare nuove soluzioni i in cui ognuno si senta rispettato nel suo donarsi?
  • un tempo illuminato per tutti per prendere decisioni che riguardano il bene comune?

Attenzione: non utilizzare la Cura del tempo ad anno scout troppo inoltrato

TENERE la Cura del tempo ALLA PORTATA E ALLA VISTA DI TUTTI I CAPI

Ci sono brani in 3/4 o in 4/4. Che differenza fa? L’accento. Chi decide dove vanno gli accenti?

[Foto di Marco Belardinelli]

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