Esercizi pratici da fare con i ragazzi per imparare ad aprire nuove vie
Pancia piatta in poche settimane e senza troppi sacrifici? Ecco tutti i segreti. Bere molta acqua a digiuno, mangiare poco e spesso, allenare gli addominali, assumere potassio, ridurre lo stress, mangiare lentamente, ridurre sale e zuccheri… Speravo che i segreti fossero uno o due, per esempio mangiare lentamente e assumere potassio. Quindi gustarsi una banana con calma avrebbe portato al miracolo della pancia piatta. E invece no! Occhio a quanto e quando mangi, a che cosa mangi, ma anche a quanto bevi. Poi allena gli addominali, ma poi sudi e perdi sali, però attenzione ai sali che reintegri… mica fanno tutti bene. E in tutto ciò dovresti ridurre il livello di stress?
La faccenda è tremendamente complessa, tanti i fronti in cui impegnarsi. Questa questione della pancia piatta mi riporta alla ormai nota definizione dell’oggi: una realtà complessa (a proposito, avete letto l’articolo precedente? Se non lo avete fatto, tornate due pagine indietro e poi ci rivediamo qui!). Pare che per questa realtà a volte non ci si senta del tutto adeguati. Soprattutto come educatori. Sarebbe di grande utilità trovare un elenco di segreti per affrontare al meglio questa complessità, allenando i ragazzi all’orientarsi fra le novità, basandosi non sulle nozioni incamerate quanto sulle abilità affinate. Tra i segreti ci sarà sicuramente l’allenamento che favorirà lo sviluppo delle nostre – e delle loro – capacità, che cercherà di tirare fuori il meglio. Potrebbe essere allora che l’allenamento assomigli all’educazione e allenare a educare? Allenare oggi è educare all’oggi complesso, in cui tante sono le componenti da considerare che entrano in relazione tra loro con meccanismi in continuo e rapido cambiamento. Allenare oggi è anche pensare a domani educando al gusto per il futuro. Bene, sia chiaro che tra gli allenatori del complesso siamo annoverati anche noi! Non preoccupatevi però, questa “nuova etichetta” non ci obbligherà a un altro meeting per allenatori di 5/7 giorni presso il centro federale. Pare che un’attenta osservazione, una riflessione condivisa e un’appassionata messa in opera del nostro metodo scout possano fare molto. Proviamo a scambiarci qualche segreto sui consigliatissimi da promuovere tra i nostri ragazzi, e non solo. Osservare con il gusto di scoprire quanto accade e ci accade, cercando di smontare la complessità in “pezzi” per poi magari scoprire che questi li conosciamo e li sappiamo maneggiare. Tenendo però bene a mente, proprio come insegna la vicenda di san Francesco di cui parliamo nelle pagine precedenti, che semplice non significa facile!
Esercizi: innumerevoli occasioni di scoperta di ambiente e territorio, abbondanti opportunità di affrontare temi attuali, potenziamento degli interessi. Guardarsi dentro con la capacità di leggere la nostra personale complessità fatta di sicurezze e forze su cui far leva e di fragilità di cui prendersi cura e, con la consapevolezza che ognuno è una variabile del sistema e, come tutte le variabili, quando varia, fa mutare il sistema. Esercizi: abbondanti opportunità di confronto, numerose occasioni di mettersi alla prova personalmente e collettivamente, dosate ma significative occasioni di rilettura personale. Muoversi con i pensieri e con le azioni lasciandosi stupire dal nuovo perché opportunità, individuando strade per il futuro e soluzioni nuove quando la via non è segnata. Esercizi: abbondanti sedute di risveglio dell’impegno-cipide, potenziamento dei muscoli della progettazione, tonificazione di avventura, sfida, gioco, iniziativa, servizio, strada. Ricalcolare il percorso, valutare e scegliere. Se serve, valutare e scegliere di nuovo, non rimanendo immobili davanti al cambiamento inatteso, ma rispondendo con flessibilità e giocando nuove competenze… Senza lasciarli soli perché, lo dice anche Papa Francesco, «non si può fare un cambiamento senza educare al cambiamento». Esercizi: serie ripetute di verifica e rilancio, abbondante vita all’aria aperta, imprese a colazione, pranzo e cena, ripetizioni singole e collettive di “estote parati”. Pensare e fare insieme perché questo mondo lo abitiamo insieme e la responsabilità del suo futuro dev’essere condivisa, perché, pur nella complessità delle relazioni, spesso il coraggio per avventurarsi, per cambiare e per costruire il Bene lo si trova insieme. Esercizi: svolgere il programma delle fasi precedenti insieme ad altri, eventuali modifiche al programma d’allenamento vanno individuate, discusse e realizzate insieme. Guardare al futuro con serenità e speranza, orientarsi anche se la via non è chiaramente tracciata e per fortuna non lo è e il domani si può sognare e immaginare. Esercizi: approfondita valutazione di inclinazioni, sogni, aspettative, potenziamento delle competenze, le più varie e attuali, iniezioni quotidiane di fiducia e speranza. Mi permetto di condividere anche il segreto 0 (seppur scontatissimo): un allenatore fuori forma non fa una gran bella figura. Alleniamoci allora anche noi, insieme e insieme ai ragazzi, a vivere questo oggi e a sognare un domani nell’ottica di trasformare il cambiamento in miglioramento, lasciandoci stupire anche e soprattutto dai ragazzi. La direzione è chiara, perseguiamola con stile. Il nostro! E per la pancia piatta come restiamo? Ci proviamo? Io sì, e anche in questo scampolo di estate che rimane al mare ci andrò, comunque vada.
Non cedere al terrapiattismo
Dice il demografo Alessandro Rosina: «Viviamo in un mondo di complessità crescente, con scenari del tutto inediti. E se non gestiamo la complessità, ci troviamo a scadere nell’iper-semplificazione (e i giovani diventano… terrapiattisti). Nessuno di noi è in grado di immaginarsi quello che sarà il mondo tra 50 anni. Un quindicenne che vede il lavoro che svolge il padre, difficilmente può farsi un’idea di quale sarà il suo lavoro, al massimo può ipotizzare quali lavori non ci saranno più. Quindi dobbiamo dare ai giovani non solo il desiderio di costruire il proprio percorso di vita, ma anche la possibilità di aggiornare mappe e coordinate di riferimento, la meta-competenza che serve per orientarsi». Per saperne di più guarda l’intervento Per un futuro educativo e sostenibile. Tra invecchiamento e denatalità. Quale ruolo dell’educazione che guarda al futuro di Alessandro Rosina, demografo dell’Università Cattolica, che lo scorso marzo ha incontrato capi e Consiglieri generali nell’ambito del percorso Per un futuro educativo e sostenibile verso il Consiglio generale 2021. Educare è fare alleanze
[Foto di Nicola Cavallotti]
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