Sentire di avere un corpo, seguire la mappa che ci porta alla sua conoscenza, intuire la trama che ci trascende e ci mette in relazione con gli altri facendo affiorare emozioni, percezioni, profondità.
Questo il tema centrale del seminario “A corpo libero” che ha visto coinvolti gli incaricati regionali alle Branche, i Settori, gli ICM e la Formazione Capi il 28 gennaio a Roma, presso l’Oratorio San Paolo.
Un seminario che rappresenta il secondo appuntamento dedicato al tema, dopo quello del gennaio 2016 in cui, con il contributo del prof. Alberto Pellai e del prof. Marco Deriu, erano stati affrontati i temi dell’educazione all’affettività e alla sessualità e delle trasformazioni della società sulle questioni di genere. Appuntamenti che si inseriscono nella più ampia riflessione che stanno conducendo l’Area Metodo e la Formazione Capi sul tema della coeducazione–educazione all’affettività, in seguito ad alcune recenti mozioni del Consiglio Generale.
Il seminario si è aperto con il contributo, in plenaria, di Stefano Costa, neuropsichiatra infantile e capo e formatore in Associazione, che ha raccontato come vi sia unità tra corpo e mente e sottolineato come in quanto educatori siamo chiamati a prestare attenzione ad alcuni aspetti quali:
Subito dopo, i capi hanno potuto scegliere uno tra i 7 laboratori proposti, ognuno con un focus specifico. Un corpo che, talvolta indefinito, lascia scoprire la sua armonia e la sua bellezza. Un corpo che ha la sua saggezza, parla e ci parla, senza parole. Un corpo come lavagna su cui segnare ferite, conquiste, legami. Un corpo malato, che chiede cura e amore. Un corpo sano che può crescere, mantenersi e rigenerarsi. Corpi maschili e femminili che sanno vivere e orientare le proprie pulsioni. Corpi esposti, in mostra, per dire chi siamo e che esistiamo.
Un alfabeto emotivo da imparare, il nostro essere fragili e preziose creature, a immagine di Dio.
Dopo una sintesi mimata del risultato dei laboratori, è stato il turno di Padre Roberto Del Riccio, gesuita, Rettore del Pontificio Seminario Campano Interregionale, AE CFA e nello staff nazionale dei Cantieri di Catechesi. Padre Roberto ha condotto un intervento dal titolo “L’incarnazione: Dio si fa corpo?”, che è iniziato con alcune domande: cosa vede Dio del corpo? Qual è il punto di vista di Dio? Dove mettiamo l’anima? Una delle risposte è stata che nella fede cristiana il corpo non è luogo di eventi senza importanza.
Padre Roberto ha poi spiegato come al posto della contrapposizione tra parte materiale e parte spirituale, è più giusto contrapporre l’uomo ripiegato su se stesso (nel peccato) e l’uomo aperto alla relazione con Dio.
Il punto di approdo del suo intervento è che l’uomo perfetto è la mescolanza dell’anima con la carne, plasmata a immagine di Dio. Siamo pertanto chiamati a sentirci corpo, a farci corpo, abitando il corpo come con-tatto, come appartenenza, come dono. Sii ciò per cui ti ho fatto, ci chiede il Signore.
Valeria Leone
foto di Marco Dondero
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