di Andreina Del Grosso
Incaricata nazionale alla Comunicazione
La promessa è un impegno di onore. Scriveva padre Agostino Ruggi d’Aragona. Per ognuno di noi, guide e scout, scegliere di poterla pronunciare è un dono, rinnovarla insieme ad alcune delle storiche guide dell’AGI, una grazia.
Un luogo importante, una data significativa, una cerimonia al di là del tempo nonostante la data certa del 28 dicembre e ottant’anni di storia, racconti e testimonianze.
Non importa quante volte sia stata in quel luogo o con chi. Questa cerimonia è stata un momento unico e irripetibile, di cui sentire il privilegio di esserne una testimone. Da una parte alcune giovani guide di Gruppi scout di Roma, come lo sono stata io trent’anni fa, dall’altra parte le “ragazze dell’AGI” come le ha definite sorridendo Cecilia Lodoli, donne che hanno pronunciato la promessa nel 1944, come Cecilia, e negli anni a seguire, ma nonostante il tempo, loro sono le ragazze dell’AGI, a ricordare quelle prime otto ragazze che in quel giorno, durante l’occupazione tedesca, scelsero di dire Eccomi! Scelsero di diventare delle guide e pronunciarono la loro promessa nelle catacombe di Priscilla, per impegnarsi nella costruzione di un mondo migliore, di pace, speranza e rinascita, diffondere il buono e l’ottimismo. Fu una scelta coraggiosa per le generazioni future. Così come lo è ancora oggi: giovani donne che camminano sulla loro pista per prendere un impegno sul proprio onore, per fare del proprio meglio.
Se chiedete a una guida o a uno scout, che sia ancora in associazione o sia stato solo di passaggio, se ricorda il momento della propria Promessa, molto probabilmente risponderà di sì. E il bello della promessa è che ogni volta che si rinnova rievoca emozioni, ricordi, volti delle persone che si sono incontrate lungo il percorso, dei capi di fronte ai quali l’abbiamo recitata la prima volta o di chi abbiamo accompagnato tenendo il guidone di squadriglia. A tutte queste sensazioni aggiungete la suggestione di camminare tra i cunicoli delle catacombe, ascoltando la storia dei primi cristiani che scelsero quei luoghi per seppellire i propri defunti, tra i quali ci furono martiri e santi, vedere la semplicità di loculi ormai vuoti e l’arte, sopravvissuta nei secoli, di piccole cappelle, fermarsi e raccogliersi in cerchio. Ascoltare il saluto di Daniela Ferrara e Fabrizio Marano, Capo Guida e Capo Scout d’Italia, che ricordano i nomi di Giuliana di Carpegna, Lella, Maria Pia, Beatrice, Prisca, Monique, Orietta, Josette e Mita, le prime ragazze della squadriglia Scoiattoli che pronunciarono la loro promessa davanti a padre Ruggi in quel luogo ottant’anni fa, intonare il canto Insieme e rinnovare la Promessa. Sentire le stesse parole pronunciate all’unisono dalle Presidenti del Comitato nazionale e le Capo Guida, gli Incaricati nazionali del Comitato, la Responsabile regionale del Lazio, alcuni rappresentanti dell’FSE e del MASCI, ma soprattutto loro Giovanella Baggio, Lucina Spaccia, Anna e Federica Frattini, Edda Bolzonella, Kathy Calzia, insieme a Veronica, Sara, Irene, Arianna, Sofia e Maria che reggono le fiamme dei loro gruppi. Il Canto della Promessa, gli sguardi commossi, parole, ricordi e testimonianze, la benedizione di Monsignor Miglio. Ci sentiamo accompagnati da una profonda gratitudine nei confronti di chi ci ha preceduti e una fiduciosa speranza nelle scelte di chi proseguirà il cammino dopo di noi.
Riemergiamo alla luce trovandoci proprio nella Basilica di San Silvestro dove ad accoglierci c’erano, fra tutti, Cecilia Lodoli, con la sua energia, la sua forza, il suo sguardo illuminato e gioioso, e tante guide e scout che si preparavano a salutare chi ha fatto la storia della nostra Associazione. Ci contagiamo a vicenda con la gioia di esserci. La celebrazione della Messa è la conclusione perfetta di questo percorso. Pregare nei luoghi dove è nato il cristianesimo, anche questo un grande privilegio. Ricorderò per sempre l’emozione che ha contraddistinto l’offertorio: non solo simboli ma pezzi di vita. Uno zuccotto da coccinella di Anna Frattini, la lanterna e le coccinelle di Giovanella Baggio, i brani di padre Ruggi per la veglia d’armi di Lucina Spaccia, la rosa del deserto per raccontare l’impegno in Africa per il ruolo della donna da parte di Cecilia Lodoli, quando era nel Comitato mondiale Wagggs. Le parole dell’omelia di Monsignor Miglio ci ricordano il rinnovato impegno e l’importanza di offrire ancora oggi un servizio educativo ai più e meno piccoli mettendo a disposizione questa ricchezza accumulata e sperimentata insieme in tutti questi anni. Giovanella Baggio ha il difficile compito di chiudere questo momento, le sue parole sono semplici, limpide, arrivano al cuore e hanno il dono di farci sentire fieri di essere parte di tutto questo. Non le riporto, vi invito a leggere il suo intervento insieme a quello di Capo Guida e Capo Scout qui https://www.agesci.it/2023/12/28/80-anni-dopo-di-nuovo-nelle-catacombe-di-priscilla-a-roma-per-la-nostra-promessa/
Con il Settore Competenze del Lazio concludiamo rievocando canti storici dell’AGI perché sappiamo bene che è una cerimonia ma anche una festa e non c’è modo migliore di viverla che contagiandoci di gioia e di allegria, tra abbracci, foto, saluti, occhi lucidi.
Cecilia è l’animatrice della festa, sembra non sentirli i suoi 99 anni di età, ma con le sue parole ricorda a tutti i presenti l’immensa esperienza di vita che ha donato al guidismo e allo scautismo. E proprio nell’anno in cui ci apprestiamo a festeggiare un’altra importante ricorrenza come quella dei 50 anni dell’Agesci, è Cecilia che ringrazia proprio l’Agesci perché grazie a quella scelta profetica del 1974 si sono unite due grandi realtà associative cattoliche italiane: le guide e gli scout insieme erano un sogno e ora sono il presente e il futuro.
Ho avuto la grande opportunità di incontrare Cecilia Lodoli altre volte, la prima volta qualche anno fa, sempre a San Silvestro, per una cerimonia di rinnovo delle Promesse con l’Agesci Lazio (quante esperienze ci regala il servizio!) e l’ultima qualche mese fa per registrare la sua intervista insieme a Daniela Ferrara, che vi invito a guardare insieme alle altre testimonianze (https://www.agesci.it/80anniagi/) che proprio per la celebrazione dell’ottantesimo dell’Agi ci siamo impegnati a raccogliere, con il contributo soprattutto di rover e scolte di tutta Italia, con l’intenzione per tenere vivo e teso questo filo che lega le generazioni passate a quelle future. Un ringraziamento particolare a Daniela e Fabrizio in primis per avermi offerto questa grande opportunità, a Berna e Camilla, Tiziana, Fulvia e Cinzia della Segreteria nazionale, che hanno contribuito a questo progetto in maniera fattiva con tanta passione.
Concludo la giornata domandomi se le otto ragazze dell’AGI il 28 dicembre di ottanta anni fa avrebbero mai immaginato che la loro scelta sarebbe arrivata fino a noi, creando sentieri per migliaia di altre ragazze italiane. Io le ringrazio di cuore, perché la loro scelta ha segnato un percorso per le ragazze di tutta Italia che ci ha permesso di essere le donne che siamo oggi.
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