NELLO ZAINO
Sacco a pelo, materassino, borraccia, cartina e pila frontale, fin qui ci siamo. Poi il libretto dei Salmi. E anche quelle calze calde per la mia freddolosa compagna di tenda. Quando si prepara lo zaino, l’importante è scegliere bene cosa metterci dentro. L’indispensabile? Forse. Ma a pensarci bene, l’indispensabile non basta, è dell’irrinunciabile di cui abbiamo bisogno. Perché è l’irrinunciabile che fa la differenza fra una vita “tutto a posto” e una felice, generosa, piena, grata anche nelle sue crepe. Nei mesi passati ci siamo chiesti che cosa sia la felicità, quale forma abbia, quale capolavoro abbiamo tra le mani, ora il cammino della Route nazionale delle Comunità Capi punta dritto ad Arena24, a Villa Buri e oltre, ed è tempo di chiudere lo zaino: cosa è quindi irrinunciabile per le nostre vite, cosa le rende davvero felici?
Lo scorso marzo noi redazione di Pe abbiamo partecipato al trentesimo anniversario dell’omicidio di don Peppe Diana, a Casal di Principe. Ebbene, è stata un’occasione unica per guardare in faccia la felicità, la nostra e quella dell’intero Paese. Suona strano? Eppure proprio la morte violenta di un sacerdote ha regalato a tutti noi la possibilità di scegliere di essere felici. Don Peppe, capo reparto dell’Aversa 1, poi assistente ecclesiastico del Gruppo, impegnato in vari livelli associativi e con i Foulard bianchi, aveva chiaro il suo “irrinunciabile”: il Vangelo. Il resto veniva di conseguenza. «Gli bruciava il cuore a vedere i funerali dei giovani passare per Casal di Principe e la gente nascosta dietro alle finestre», ricorda il fratello scout Nello Mangiameli. Eccolo quindi dalla parte degli oppressi, tutti i giorni, instancabilmente.
Incontrare i familiari e i compagni di una vita spesa con passione, fino in fondo, ci ha convinti di quanto sia sempre più tempo di far conoscere don Peppe nei nostri gruppi. E di spronarci e sostenerci, come Chiesa, nel cammino per riconoscerlo martire della fede. Non per farne un santino da immaginetta quanto per lasciarci guidare da chi, seguendo Gesù Cristo, aveva scelto da che parte stare: fuori dalla sacrestia, in mezzo alla vita e alle sue contraddizioni. Questo, per don Diana, l’irrinunciabile.
E per noi? Qual è il nostro irrinunciabile? Nello zaino mettiamo l’essere fedeli alla chiamata, lo stare dove la vita accade e il tenere stretta la speranza. E ancora, l’essere popolo, l’agire ed l’educare secondo la Promessa. Per ognuno di questi spunti troverete un articolo ragionato e un racconto che lascia parlare la vita. Ci sta tutto? Manca qualcosa?
Lo sapremo non appena ci metteremo per Strada, cioè – se vorremo – oggi stesso.
Questo numero è dedicato a Peppe e a quanti in questi trent’anni hanno continuato a camminare sulle vie della legalità, dell’impegno, della vita. Non è stato facile, ma guardiamo i volti dei ragazzi in copertina e fidiamoci: sono le guide e gli esploratori del gruppo AGESCI Casal di Principe 1 e sono felici.
Buona strada!
Laura Bellomi @laurabellomi
PS:
… A maggio la nostra redattrice Letizia e Marco si sono sposati!
Evviva! Buona Strada! Aggiungiamo nello zaino: condividere la gioia è IRRINUNCIABILE