Capita di solito il venerdì notte, a poche ore dall’uscita. Pensavamo di avere lo zaino pronto invece qualche pensiero non ci fa dormire… Potrei comprare un costume nuovo da shere khan, quel che c’è in tana non è più credibile. Forse il fischietto per le chiamate è da vecchi, recupero una cassa bluetooth che piace ai ragazzi. Portassi un po’ di legna per accedere il fuoco?! Magari nel bosco non c’è e un’uscita senza bivacco non si è mai vista… E così via, ciascuno seguendo le proprie bizzarrie e insicurezze.
Caro B.-P., salva tu i sonni agitati di noi capi scout! Più ci affanniamo a inventare attività e programmi accattivanti, più ci perdiamo per strada! Vieni ogni notte a ricordarci che lo scautismo è bello perché è semplice. E quando proprio non ci ricorderemo da che parte cominciare, quando gli incontri di staff diventeranno ancora una volta riunioni fiume di materiali e logistica, suggeriscici che per essere felici servono “giusto quattro cose”.
Un po’ come i tuoi quattro punti: formazione del carattere, salute e forza fisica, abilità manuale e servizio al prossimo. Semplici nella loro enunciaziosne (leggete Il libro dei capi o le sintesi all’inizio di ogni sezione di questo numero) e di efficacia garantita, dato che quest’anno lo scautismo soffia su 115 candeline.
Ieri come oggi, i 4 punti funzionano eccome. Forse perché la pienezza della proposta sta nella sua semplicità, o meglio nella sua autenticità. Ce ne accorgiamo anche nelle nostre attività e nella nostra testimonianza: meno fronzoli e complicazioni ci sono, più siamo liberi di stare con i ragazzi, di conoscerci reciprocamente e di crescere insieme.
E poi fidiamoci, anche se sono “giusto quattro cose” Baden Powell le aveva pensate bene. Si parte dall’individuo (formazione del carattere) per arrivare al bene comune e alla fraternità (servizio al prossimo). I 4 punti sono sì distinti ma anche del tutto intrecciati. Non c’è l’uno senza l’altro, sono l’uno al servizio dell’altro. E insieme coinvolgono la persona nella sua interezza, anima e corpo. Meglio, nella sua pienezza: nell’essere compiuti come individui e nella relazione con gli altri.
Quindi? Quindi il rischio di complicarci la vita l’abbiamo corso anche noi della redazione di Pe. Cosa c’è da dire ancora sui 4 punti?! Che vanno vissuti, così come sono. E non è poco. Non c’è da attualizzarli, da “piegarli all’oggi”, quanto da metterli in pratica. Certo alcune terminologie del codice dei cavalieri medioevali potranno farci sorridere, ma probabilmente non ci sentiremo poi molto distanti dal senso. Basterà impastarli, questi 4 punti, mescolandoli fra di loro e nella vita che c’è, oggi.
È quanto cerchiamo di fare in questo numero, con un memo per ricordarci di cosa parliamo, che senso ha e come si vive nell’oggi ciascun punto, potenzialità e criticità incluse. Sembrava tutto noto, abbiamo scoperto lati inediti, attenzione dimenticate e intuizioni che sanno di futuro. Inquadrate i QrCode per condividere gli articoli e seguite social e podcast: non c’è solo la carta, altre occasioni le trovate là. «Lo scoutismo non è una scienza astrusa ma un gioco pieno di allegria». Che sollievo! Grazie B.-P, ci vediamo sta notte. Per oggi mi bastano giusto queste 4 cose.