Ieri Nair e’ partita per la prima uscita di due giorni coi lupetti. Sono partito tante volte, non pensavo mi facesse effetto. Ma è questa la prima in cui ho dovuto un po’ più concretamente scegliere tra due sacrosante tentazioni di un padre, tra il tenere e trattenere ingordamente vicino il figlio piuttosto che gettarlo in mare. Nair non saprà mai quanto mi sia mancato il racconto della buona notte.
Invecchiando si diventa più teneri…
Dice che dare una vita significa metterle alle calcagna una morte. Che e’ poi quello che ormai ogni mattino, al risveglio, siamo diventati bravi a dimenticare, la precarietà, la fine, il mistero che cela il sipario. Ma c’e’ qualcosa che parte molto prima della morte e della vita, perfino del tuo viso. Così bello che nemmeno da morto me lo potrò dimenticare.
La verità è che il mondo comincia con l’anima, con l’anima o con lo spirito, o come si chiama quella cosa lì. Il mondo comincia con uno zaino, e con la strada che ci sarà da pestare. Allora io e Nair ci mettiamo lì, con tutte le cose stese per terra: lo zaino il sacco a pelo la tuta le mutande le calze usate che tanto poi si potranno sporcare, la tazza un quaderno e una penna. La vita è già lì che si srotola sotto le nostre mani. O parti adesso o non ti rimarrà che la tristezza per non averlo fatto. E quel viso, quell’anima, non li accarezzerai mai.
Vedi di imparare a costruire uno zaino Nair, perché tra un attimo sarai sola a farlo. Srotola il sacco a pelo e poi riavvolgilo. Scegli cosa portare con te. Sicuramente ti aspetteranno giorni di pioggia, giorni talmente grigi da non vedere oltre il tuo naso, e ti sembrerà chiaro, nell’oscurità, che non ne valeva la pena. Incontrerai giorni di neve, e sarà tutto talmente bianco, che non potrai toccare il confine tra l’inizio e la fine, tra la forza e il sopruso, tra la volontà e la superbia, tra la gioia e la malinconia, che è poi lo stesso fiore, solo senza profumo.
E ancora una volta sarà facile perdersi. E ci saranno giorni in cui non incontrerai nessuno, in cui ti sembrerà di essere irrimediabilmente sola e sbagliata, senza virtù e senza merito, senza onore e senza coraggio. Ecco, quello sarà il momento di vincere. Perché, te lo auguro, arriverà il giorno. E arriverà se avrai avuto la caparbietà di cercarlo, in cui sbadatamente ti volterai e capirai per caso, per caso o per forza, per forza o per amore, che se non fosse stato per tutto quel grigio e quel bianco e quel nero non avresti potuto imparare a guardare negli occhi l’anima, il fiore e quel viso, che davvero così belli non ne ho visti mai.
Capirai che il giorno in cui hai deciso di fare il tuo zaino e di andare via sarà stato il primo della tua storia, della tua libertà. Perché per essere liberi bisogna avere fantasia e il coraggio di lasciare tutto. Bisogna sapersi immaginare altri modi di vivere, di pensare, di sentire. Non bastano il pensiero, le fughe e la fede da fermo e nemmeno la speranza.
La speranza può dare coraggio, il che non è poco, ma non è perché lo si speri, che si sarà liberi. Dai Nair, decidi tu dove mettere ogni cosa. Perché al momento giusto saprai dove trovarla. E poi cerca. Non smettere. Cerca. Parti. Vattene. Cerca. Cerca: c’è dell’altro.
Dice: dai sorte a tuo figlio e poi gettalo in mare. Che ti cullino le onde. Che ti accarezzino gli alisei. Che ti illuminino le stelle. Che ti renda sapiente la profondità, saggia la lontananza. Cerca, cerca e non arrivare mai. Solo così capirai i 21 grammi che fanno la differenza: l’anima, l’anima o lo spirito, o come si chiama quella cosa lì.
articolo e foto di Felice Cavalli (Parma)
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