Un anno in due

[di Germana Aceto e Stefano Robol]

Festeggiamo un anno del nostro incarico dopo l’ introduzione della diarchia anche nell’area Organizzazione. Una domanda ci è stata posta: sarebbe stata la stessa cosa se nell’incarico degli Incaricati Nazionali all’Organizzazione (INO) ci fossero stati due donne o due uomini? Crediamo proprio di no:, anche se non ci occupiamo direttamente di educazione!, Iin quanto il nostro ruolo è comunque fatto di relazioni, di sensibilità, di attenzioni e le nostre diversità, al di là del carattere, sono una ricchezza e soprattutto sono una complementarità.

Essere abituati nello scautismo, sin da piccoli, a relazionarsi con l’altro sesso rende normalità quello che all’esterno, e lo vediamo nella politica, nelle aziende e in tante altre realtà, è rarità. L’intuizione del 1974 di una coeducazione “forte” ci ha portati ad affrontare vicini i vari aspetti delle quotidianità organizzative ed è diventata ora una piacevole consuetudine a cui ci siamo allenati e da cui si trae una forza aggiuntiva.

Se lo sguardo è sui numeri potremmo dire che basti un ragioniere? Per gestire un evento basta un manuale con le procedure su cui porre attenzione? In questo servizio garantiamo di no, ogni numero ed ogni attività organizzativa ha dietro i volti dei nostri associati: c’è Lorenzo che per la prima volta deve ideare il menù per il campo estivo e impara a comprendere come rispettare il budget in base ai costi dei prodotti, c’è Camilla che con la sua squadriglia vorrebbe lanciare l’impresa per una tenda sopraelevata ma se non raccoglie fondi con un buon autofinanziamento il progetto non lo potrà realizzare. E’ li che spesso si interviene come uomini o donne, a seconda di ciò che serve in quel momento, in base alla relazione costruita e con il proprio vissuto; ed è lì che ci piace vivere il nostro servizio, in questo modo e non potrebbe essere diversamente. Essere un uomo e una donna aiuta infatti a guardare con punti di vista diversi, a non dare nulla per scontato, ad allenarsi ad accogliere e a porre un’attenzione più complessa ma anche più arricchente.

Il gusto di affrontare assieme non solo gli aspetti organizzativi ma, anche, i problemi associativi nella loro globalità è quanto l’Associazione offre al nostro ruolo nell’ambito di un comitato di cui non siamo “solo” i ragionieri, pur se resta comunque la responsabilità di interpretare adeguatamente il ruolo di Incaricati nazionali, in una Associazione nota anche per le sue capacità organizzative.
Più che la diversità di genere sentiamo però la forza che viene dall’incontro dell’unicità e diversità delle nostre persone che possono arricchirsi nel confronto per poter approcciare al meglio le quotidianità del servizio.
E questo ci è possibile, e crediamo possa e debba essere detto con forza, soprattutto per l’allenamento al lavorare assieme tra generi diversi che abbiamo vissuto nel nostro percorso associativo e ci consente oggi di guardare anche e soprattutto alle Persone.

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