Cosa è l’irrinunciabile nella relazione educativa? Che i ragazzi abbiano un sogno. E che i capi riescano, insieme a loro, a coltivarlo. Tante volte al sentire dire “se puoi sognarlo puoi farlo” ho storto il naso. Non è così immediato, più cresci più aumentano le variabili e la delusione per il fallimento è dura da smaltire… Eppure, quando nel 2010 arrivai al Palermo14 i ragazzi del clan un sogno ce lo avevano, chiaro: andare in Africa. Costruire qualcosa che restasse, contribuire a migliorare il quotidiano di chi viveva dall’altra parte del globo, ma che sentivano fratello, e cambiare loro stessi abitudini qui. Si erano dati un orizzonte temporale: agosto 2012… Il sogno era da mozzare il fiato. Altro che ask the boy… scalpitavano, non parlavano d’altro! Furono gli anni del capitolo sul Sogno e sul Futuro, delle dozzine di autofinanziamenti con gli occhi e il cuore al di là dell’Equatore. Il nostro sogno si illuminò quando incontrò la realtà: l’esperienza ultradecennale dell’Associazione Agisci Palermo a Ipogoro, nella regione di Iringa in Tanzania. Iniziammo un corso accelerato di swahili per riuscire a comunicare con i bambini. In tanti ci guardavano ammirati, per i più eravamo degli incoscienti; per qualcuno dei genitori avremmo fatto meglio ad andare alla Rsa vicino alla parrocchia.
Eppure, vivere quel sogno ci ha cambiato la vita. Il Mal d’Africa esiste ed è nostalgia non di luoghi, ma di emozioni, impegno, incontri, scelte… di un sogno che si era avverato. Eravamo stati in Tanzania, “Bega kwa bega” (spalla a spalla). La foresteria della Chiesa che avevamo costruita dalle fondazioni al tetto, era completa. Era finita anche la ristrutturazione dell’asilo. I bans dei nostri lupi per anni furono gli scioglilingua imparati dai bambini del villaggio.
Ma il Bello venne al ritorno dalla Tanzania. In due presero la partenza, altri lasciarono. Qualcuno donò all’orfanotrofio dei bambini sieropositivi di Nyololo “Sisi ni kesho” (noi siamo il domani) la somma destinata alle bomboniere del matrimonio. Per alcuni fu conferma di scelte di vita, come quella di scegliere Medicina e professioni sanitarie, per altri miccia per scegliere di Servire. Per me la prova che nella vita ci sono cose che non hai scelto, altre che arrivano, anche se non le vorresti, molte che devi accettare… Ma se vissute al nostro meglio, fedeli al nostro sentire, supportati dalla Comunità, porteranno Bene alla nostra esistenza. Porteranno felicità.
[Foto di Andrea Pellegrini]
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