Sicuri che serva?

Sì, educare serve, lo cogliamo dai ragazzi e dal loro cercarci, e può dare un contributo straordinario alla costruzione di una società migliore. I 30 mila capi che in tutta Italia dedicano almeno 4 ore a settimana al servizio, più un weekend al mese (a spanne e verosimilmente al ribasso), per un totale di 1 milione e 200 mila ore di impegno educativo all’anno, campi esclusi, non sono illusi o fanatici, ma donne e uomini che almeno una volta nella vita hanno toccato con mano che ne vale la pena. Un tempo importante – ore riempite di senso e gioco, avventura, strada, preghiera, servizio – che genera significato nei bambini, nei ragazzi e nei capi che quel tempo lo abitano insieme. Un tempo pieno, a tutti gli effetti, capace di unire memoria e desiderio, di partire da chi siamo (e siamo stati) per sognare chi essere domani. Un tempo prezioso quello che condividiamo con i bambini e i ragazzi, inserito in un presente capace di aprirci nuove sfide – e l’abbiamo visto bene in quest’ultimo anno – e che non può accontentarsi della sola abitudine a fare e stare insieme. Ci è chiesto di respirare la realtà, a pieni polmoni, e provare a contribuire con senso, passione e lungimiranza: del resto mi pare che l’educare non possa fare a meno dei nostri valori, dell’amore e di un orizzonte di felicità e speranza.

VERSO UN’EDUCAZIONE SOSTENIBILE DI GIOVANI GENERAZIONI ATTIVE E CONSAPEVOLI

Lo scorso marzo Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibile, già portavoce dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo sostenibile, è intervenuto sul tema incontrando capi e Consiglieri generali nell’ambito del percorso Per un futuro educativo e sostenibile verso il Consiglio generale 2021.