“Probabilmente deve essere strada la vita lavorata, per il tempo ed il denaro e la casa costruita…” (Sulla strada, F. De Gregori).
Chi ha partecipato al Forum dei capi della branca RS nel novembre 2012 ricorderà le note di questa canzone, utilizzata durante l’avvio al lancio della Route Nazionale e che hanno fatto da cornice alla narrazione dei passi della branca.
Evoca immagini che crediamo possano oggi dire qualcosa alla nostra associazione e che toccano le corde intime della nostra esperienza di roverismo e scoltismo: la strada vissuta come il tempo, l’agire, la misura del nostro vivere quotidiano, il luogo del nostro radicarci come uomini e donne, casa e quindi territorio.
La strada evoca in ciascuno di noi immagini, odori e colori che hanno accompagnato nelle nostre route momenti di incontro, crescita e silenzio… tutti noi probabilmente sappiamo ritornare, quasi fisicamente, al ricordo di quegli attimi così intensi ed irripetibili, intorno al fuoco, sotto la pioggia, al freddo davanti ad un fornellino a tentare di riscaldare qualche improbabile surrogato di minestrone…
Pensare alla strada che si fa territorio o al territorio che deve essere strada, come nelle parole della canzone, è forse meno scontato nel nostro sentire.
Tuttavia oggi crediamo che l’esperienza della Route Nazionale ci chieda proprio la capacità di riconoscerci come soggetti capaci di tracciare e costruire territorio, nel senso di generare spazio, tempo e modo che permettano alle relazioni di poter essere e crescere, di costruire comunità. Sempre più nel nostro vissuto e nel vissuto dei rover e delle scolte, il territorio non è quel luogo di stabilità residenziale, relazionale, lavorativa che veniva inteso fino ad oggi. Il territorio si fa esperienza di apparente instabilità, di mobilità nello studio, nel lavoro e anche negli affetti. Eppure proprio questo oggi ci interpella, noi donne e uomini della strada e della partenza, capaci di vivere l’imprevedibilità nel camminare senza cedere al senso di instabilità, capaci di creatività e meraviglia, per un orizzonte che cambia continuamente, senza spaventarci del cambiamento. È proprio la nostra capacità di fare esperienza di strada che ci rende preziosi costruttori di un nuovo territorio. Un territorio che sa riconoscersi in un tempo ed uno spazio, che si fa tracciare e calpestare, che penetra, come il fango negli scarponi, nell’esperienza di vita di ciascuno. Ma un territorio che non esige appartenenza o identità, ma che si costruisce sulla capacità di accogliere e accompagnare chi lo percorre e per questo lo segna. Un territorio che è il luogo dell’incontro e del divenire di una comunità, che sa aprire sentieri nuovi e ricongiungersi, che sa fare memoria, ma sa anche lasciare andare.
Questo è il territorio che abbiamo il sogno di tracciare nelle Route. Per questo le route dei rover e delle scolte segneranno tutto il territorio del nostro paese e della nostra associazione, lasciando tracce e segni che disegneranno strade che sapranno portare ad un luogo, dove si farà esperienza di paese e cittadinanza. Ma il vero luogo della route è l’intero paese, a cui offriamo come associazione questi nostri passi di coraggio, e il dovere di un futuro possibile.
Negli ultimi mesi si è scelto di cambiare il luogo del campo fisso, precedentemente individuato a Millegrobbe, in Trentino. Abbiamo già avuto modo di dare comunicazione breve, tramite il sito, dei motivi di questa scelta; più dettagliatamente ne abbiamo discusso in Consiglio Generale. La scelta non è stata facile, abbiamo dovuto assumerci come branca, insieme al Comitato Nazionale, la responsabilità di “cambiare direzione” in poco tempo: per questioni di spazio rispetto ai numeri dei preiscritti, di strutture logistiche (cercando di ottimizzare costi ed impatto ambientale), per strutturare adeguatamente i trasporti e favorire un accesso al campo a piedi una volta raggiunta Pisa. La scelta è stata veloce, come spesso accade in route, ma fatta con la testa, il cuore, e anche i piedi che già stanno camminando nell’organizzazione della route. San Rossore permetterà di vivere un campo fisso nello stile che ci appartiene e, siamo certi, saprà essere un luogo che aggiungerà un valore di senso al nostro camminare. Vorremmo però fortemente affermare che la scelta di vivere una route nazionale fatta di strada (per questo affermiamo nuovamente che la route nazionale si svolgerà su tutti i sentieri e le strade calpestate dai rover e dalla e scolte, che vogliamo segnare nella memoria in modo indelebile) e di un luogo di arrivo, è la scelta, non di un format di evento, ma una precisa volontà di contenuto scelta la Route nazionale. L’esperienza della strada che vivremo è la scelta di un’associazione che si mette in cammino, fisicamente, e sceglie anche di fare di questo lo stile e il segno di un agire di servizio comunitario (per questo politico, nell’accezione del mandato di cittadinanza che ci ha affidato B.-P.) che sceglie di giocarsi qui e ora.
San Rossore è un luogo che narra l’incontro di questa strada con la nostra storia. È il luogo in cui lo scautismo in Italia, per la prima volta, si è presentato al paese (allora nella figura del re…). Oggi rinnoveremo questo atto di servizio altissimo: in quello stesso luogo i rover e le scolte sapranno offrire all’Italia e all’Europa, le strade da loro tracciate, come cittadini pronti a mettersi in gioco per tracciare nuovo territorio. Siamo certi che sapranno essere pronti ad un agire politico rinnovato che renderà migliore il nostro agire comunitario. E noi non potremo fare altro che meravigliarci e contemplare questo annuncio.
Elena Bonetti Incaricata Nazionale Branca R/S
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