MA IL VERO MODO DI ESSERE FELICI È…

di Antonella Cilenti

Come passare dal sogno alla realtà da sogno

«Ma il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri»: la frase testamento di B.-P. racchiude nel MA avversativo tutte le sue premure, facendoci capire che la felicità è una responsabilità personale. Provo un’esegesi dell’ultima lettera del nostro fondatore (la trovate di seguito in corsivo) e mi chiedo quanto l’essere scout – oltre a donarci il sogno di un mondo migliore, della pace, del rispetto del creato – imponga con quel MA di passare da un’opera sognata a un’opera realizzata da sogno. E sempre in questo MA leggo uno scandirsi nitido di azioni consigliate.

1. «Lo studio della natura vi mostrerà di quante cose belle e meravigliose Dio ha riempito il mondo per la vostra felicità»
Azione consigliata: ricucire la realtà

Lo scorso ottobre durante la riunione di redazione ci siamo confrontati sul tema “Quali azioni una giunta comunale può mettere in gioco per migliorare la felicità dei cittadini” con l’assessore Galasso, delegato del sindaco a infrastrutture e lavori pubblici per la città di Bari. Passeggiando per la città ci ha mostrato che Bari è rinata quando ha recuperato il suo rapporto con il mare quindi con se stessa; tutti gli interventi di miglioramento sono dunque partiti dalla natura stessa del territorio.

In AGESCI lavoriamo per progetti, quello educativo ad esempio è strumento di realizzazione, ma prima ancora di lettura della realtà. Solo se si conosce il territorio, ci si conosce e riconosce come comunità (gruppo scout, collettivo cittadino, città, famiglia, chiesa) si può provare a realizzare il sogno sognato. Spesso ci barrichiamo nel “noi” e “loro”, ad esempio AGESCI e AC; nel fuori e dentro: il quartiere, la zona, la Chiesa; nel soggettivo o oggettivo: “secondo me, secondo te…”, eppure il filo per ricucire è unico e parte dall’interno di noi.

2. «Fare del proprio meglio»
Azione consigliata: stare in mezzo, ascoltare tutti, vivere il quotidiano

Ask the people significa credere che, così come nella progressione personale dei ragazzi all’origine c’è un sogno che dobbiamo aiutare a realizzare, allo stesso modo esso va ricercato in qualsiasi interazione con il mondo intorno a noi. Spesso mi capita, non so se succeda anche a voi, che qualcuno a lavoro o nei miei giri mi chieda così d’emblée se sono scout; io considero questa domanda sempre un regalo, è una meraviglia che mi si riconosca tale in ogni istante della mia vita; significa che il mio volto, la mia parola e il mio fare di fronte a uno sconosciuto, sono li stessi che accompagnano Daniel, il mio piede tenero preferito, a pronunciare la sua promessa.

3. «Preoccupatevi di lasciare il mondo un po’ migliore di come lo avete trovato» e «guardate al lato bello delle cose e non al brutto»
Azione consigliata: avere una visione, saper prevedere, uscire dalla teoria dei vetri rotti
Una volta che abbiamo conosciuto il vero guardandoci intorno, praticato il bene dando spazio a tutti, il passo successivo sarà costruire il bello. Nulla è più contagioso che creare bellezza e lo sappiamo bene noi che, quando tiriamo a lustro le nostre sedi, vediamo i ragazzi naturalmente prendersene cura; quando vinciamo la gara del quaderno di caccia più bello, spariscono i fogli sciatti e sparsi degli avvisi e compaiono fantastiche forme e colori, divisioni in sessioni, copertine intagliate che vanno oltre la gara proposta.

4. «Siate preparati»
Azione consigliata: costruire percorsi di possibilità, innovazione, continuità

Per essere un buon cittadino, un buon capo, un cristiano credente è necessario formarsi, dedicare tempo, essere sognatori e creativi. Non si improvvisa nel preparare un’uscita con pernotto, una catechesi, una riunione politica, una lezione a scuola; per fornire occasioni di servizio in un clan ad esempio bisogna essere in rete con le associazioni del territorio, essere visionari circa le possibilità dei nostri rover e scolte, cercare esperienze che facciano battere a uno ad uno i cuori di ciascuno di loro, arrivare a riunione di clan dopo notti insonni a cercare e costruire. Una felicità collettiva merita una prospettiva lunga, è vero che necessita di solide fondamenta ma si nutre di futuro. Per un capo scout: «Pongono il loro onore nel meritare fiducia» basta a codificare il peso di quel MA.

Infine, c’è un’azione consigliata fuori elenco che mi sembra di scorgere in «Cari scout, se avete visto la commedia di Peter Pan vi ricorderete che il capo dei pirati ripeteva ad ogni occasione il suo ultimo discorso, per paura di non avere il tempo di farlo quando fosse giunto per lui il momento di morire davvero…Succede lo stesso anche a me». La chiamerò

lasciarsi andare allo stupore
Mi piace custodire la leggerezza e lo stupore con i quali già da piccoli si può accogliere questo testamento di B.-P.: ogni promessa di felicità, ogni prospettiva indicata, ogni impegno preso possono arrivare al cuore e alla testa solo se accompagnati da questa serenità nel trasferirlo. Il metodo prende spunto dal boss e introduce un racconto fantastico che trasforma la nostra vita e il nostro agire in una scena animata a più voci, il mondo che ci appartiene e che sproniamo i ragazzi a esplorare con fiducia smette di essere carico di pesi e zavorre e diviene un’occasione, una possibilità, una sceneggiatura unica. Don Tonino dice che senza stupore è difficile l’incontro con Dio, forse per questo B.-P. scrive di pirati e magia per salutarci all’ultimo senza alcuna tristezza.

[Foto di Pietro Favaretto]

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