IN CHE SENSO UNA BIBLIOTECA?

di Angelo Giordano

«In che senso una Biblioteca?»

Il capo clan si era messo subito sulla difensiva.

Gli risposi allegra tentando di non metterci troppa ironia: «Hai presente? Scaffali, libri, ragazzini che entrano e li chiedono in prestito, poi magari li leggono pure!».

«Ma a che serve? A parte che non capisco materialmente come pensi di fare, mi spieghi che senso ha?»

«Ha il senso di fare un servizio extra associativo che resti nel territorio, paro paro il Progetto educativo di gruppo: tu hai altre opzioni a parte la solita guardia ai cessi nel giorno della festa patronale?».

«Beh, no, ma…».

«Iniziamo con un rover e una scolta due volte a settimana, il locale c’è, il computer ce lo metto io e procurarsi i libri vedrai che non sarà un problema: ormai la gente li butta nella raccolta carta a tonnellate, basterà spargere la voce».

«Sì, sì, è tutto vero, ma non mi riferivo a come fare, ma al perché: pensi che serva ai ragazzi? E pensi che serva, boh, come si dice, agli utenti? E soprattutto pensi che sia un servizio scout? Non te lo chiedo con polemica eh, voglio proprio capire!».

E lei pensò ai libri di sua nonna e a quelli di suo padre.

E alla libreria in piazza Vittorio Veneto dove si rifugiava da ragazzina, al secondo piano.

Pensò ai libri che le aveva prestato la capo reparto.

E a come le avessero cambiato la vita.

«Sì, è un servizio scout perché sarà rivolto ad anziani e bambini. E ai ragazzi non farà male avere a che fare con persone diverse e non coi soliti lupetti. E poi serve a tutti noi, come parrocchia, comunità, vedi tu: invece della segreteria apriamo anche la biblioteca: verrà gente, fidati. Non deve mica stare aperta tutta la mattina, basta un’ora al giorno nel tardo pomeriggio. E poi i libri non sono oggetti: sono pillole, medicine. Pensa a una bambina che entra per curiosità e magari esce con un libro che l’appassionerà, pensa a un vecchietto che sale e si mette a parlare con uno dei nostri bambocci più immaturi e pensa a tutta la vita che entrerà in parrocchia».

«Dimmi un po’: scommetto che ti sei inventata tutta ‘sta filippica convincente solo perché vuoi che vada io a parlare col don?».

«Ehm…».

Dedicato a chi una biblioteca volontaria l’ha aperta davvero a Termini Imerese (Palermo).

[Foto di Andrea Pellegrini]

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