CUORE FELIX IN TERRA FELIX

di Rossella D’Arrigo e Alessandra Porrà

Pattuglia nazionale Branca L/C

Lo spazio per coltivare il piccolo e meraviglioso seme di ciascuno

«Tutto ciò che è diviene
diviene e si trasforma
trasforma quello che è intorno
e da quel che è intorno è trasformato»
(Giusi Quarenghi – Alessandro Sanna, In canto)

Ogni qualvolta un piccolo seme incontra la terra inizia a trasformare sé stesso, il luogo che lo accoglie e circonda. Una volta ricevuta abbastanza umidità, infatti, le sue dimensioni aumenteranno, aprirà il suo guscio e ne emergerà una radice. Ciò che prima non era adesso è. È un processo di assoluta creatività … il frutto è il dono.


«Lasciatevi allora portare da quel vento e, dove sarete posate, senza timore, siate portatrici di vera gioia» (Sette Punti Neri)

Seminare è un atto innato nell’uomo: tutti l’hanno fatto in un modo o nell’altro, per dare frutto è importante trovare un terreno felix, cioè fertile. E così ogni bambino ha il diritto di riconoscersi terreno felix, di seguire la sua natura, i suoi ritmi e imparare a coltivare la propria unicità.
«Una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno» (Matteo 13, 4-8)


Papa Francesco nell’esortazione apostolica
Christus Vivit sottolinea con forza che il cuore di ogni giovane è “terra sacra”, “portatore di semi di vita divina e davanti al quale dobbiamo “toglierci i sandali” per poterci avvicinare e approfondire il Mistero”; perciò, accogliendo le parole del Santo Padre dobbiamo essere portatori conviti di questo messaggio, affermando che il cuore dei bambini è terra sacra, la loro vita è luogo teologico (Manuale di Branca L/C Cap. 5).

Ogni fratellino e sorellina è, quindi, portatore naturale di felicità, capace, parafrasando Papa Giovanni Paolo II nel suo discorso ai giovani in Sardegna nel 1985, di prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro.

Lo spazio di relazione, di impegno, di progetto in cui dare senso al loro desiderio di crescere, di costruire il loro oggi e sentirsi persone significative e felici è la comunità di branco e di cerchio.

In essa i bambini sperimentano la bellezza di giocare e crescere insieme in piena libertà, la sincerità e la disponibilità a costruire relazioni autentiche e condividono uno spazio aperto ad accogliere tutti i temi della vita e l’unicità di tutti, senza distinzione.

Giocando insieme, fratellini e sorelline, imparano a fidarsi delle proprie capacità, provando, sbagliando e, a volte, fallendo, tessendo pian piano i fili della tela di quel bellissimo capolavoro che sono; come in una continua semina si prendono cura della propria felicità.

Ma come la vita di branco/cerchio può aiutarci a rendere la vita di ogni bambino un capolavoro? Ciascun bambino può considerarsi un piccolo apprendista di felicità, vivendo ogni giorno il piacere di acquisire qualcosa e scoprirsi speciale in qualcosa. Il gioco delle specialità è solo uno dei possibili esempi tra quelli che supportano il bambino nella capacità di coltivare i propri talenti, esplorando nella pratica le proprie abilità. Questo gioco non solo rende il bambino protagonista e artefice della sua crescita acquisendo autostima, ma allo stesso tempo arricchisce la comunità di branco/cerchio, all’interno della quale ciascuno sarà felice di mettere a disposizione la propria straordinarietà, il suo crescere capolavoro.

«Un cuore coraggioso ed una lingua cortese ti porteranno lontano nella Giungla»
(Le Storie di Mowgli – La caccia di Kaa)

E quale occasione migliore per sperimentare tutto questo se non quel mistero mutevole e gioiosamente complesso che è l’altro: ogni fratellino e sorellina? Il lupetto/la coccinella vive con gioia e lealtà insieme al branco/cerchio e perciò sa che la vera gioia va condivisa anche attraverso piccoli gesti: un pensiero gentile, un “tiro birbone”, un piccolo regalo. Anche tutto questo concorre a costruire non solo il proprio capolavoro, ma quello di ciascuno dei fratellini e delle sorelline del branco/cerchio. Questo sguardo sincero e attento verso l’altro trova la sua concretizzazione nella B.A.: la meraviglia di essere capaci di fare bene il bene e la bellezza di accogliere l’altro per crescere tutti come cuore felix in terra felix, piccoli capolavori di quotidiano.

[Foto di Marco Belardinelli]

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